
Il ricordo dell’Uomo e la riscoperta dei Valori che fecero grande Torino e il Piemonte
Il 29 novembre, nonostante lo sciopero generale e il corteo di facinorosi che ha bloccato la città, al Circolo degli Ufficiali di Torino si è tenuto un convegno, con la successiva intitolazione di una via al Generale Guido Amoretti, fondatore del Museo Pietro Micca.
Il dottor Mauro Bonino su Civico20News, l’8 dicembre ha pubblicato un ampio e documentato articolo che ripercorre la vita del generale, dalla intuizione agli studi e alla ricerca dei cunicoli sotterranei in cui si svolse la difesa nei confronti dei 45.000 assedianti Galloispanici, oltre alla cronaca del convegno.
Altre testimonianze sulla figura del generale Amoretti, per l’occasione, sono state scritte dallo storico Pier Franco Quaglieni su un giornale cittadino, e da studiosi della Storia del Ducato di Savoia.
Perché ritorniamo sul significato della manifestazione del 29 novembre, già magistralmente narrata?
Per l’esempio dei nostri concittadini che continuano a testimoniare, con la loro presenza, la grandezza e lo spirito europeo di una dinastia che credeva tenacemente nel ruolo di Torino capitale, in competizione con altre più antiche e blasonate capitali europee.
Al convegno ha partecipato un pubblico attento e numeroso di conoscitori della nostra Storia, di coloro che si stringevano attorno al Generale sino dai primi momenti di vita del Museo, portavano i figli e nipoti alla visita delle gallerie e ne hanno tramandato la memoria.
All’ingresso delle gallerie è esposto un quadro, che dimostra la strategia adottata dai condottieri e dall’esercito del Duca Vittorio Amedeo II e del Principe Eugenio di Savoia che rappresenta una pagina di Storia.
L’orgoglio per la nostra storia, oggi purtroppo negletta e non più insegnata nelle scuole, la riluttanza che la politica cittadina, al di fuori di figure esemplari di pubblici amministratori citati da Bonino nell’articolo, ha sempre dimostrato nei confronti dei Savoia, non sono riuscite a confondere e distogliere i tanti che convintamente non hanno perso l’occasione per presentarsi e testimoniare la loro presenza attiva, nel corso della manifestazione di fine novembre e in altre precedenti.
Questo è il popolo fiero, quello che Giosuè Carducci nell’Ode al Piemonte definì “Il tuo popol bravo” e con la presenza hanno attestato la vitalità di una civiltà, la nostra civiltà di cui dobbiamo andare orgogliosi, nonostante l’asfissia del “pensiero unico” che confonde le menti e la mondializzazione imperante.
Il Principe Emanuele Filiberto di Savoia che a pochi mesi dalla dipartita del Padre, ha voluto accedere a monumenti e Istituzioni secolari ancora vive e presenti nella nostra città, riteniamo che sarebbe lieto e compirebbe un gesto encomiabile se, potesse visitare il museo, per rendere omaggio alla memoria del Generale Amoretti, questo soldato di Giovan Battista Cacherano di Bricherasio come veniva anche chiamato, che profuse nel corso della vita il suo impegno alla riscoperta di quest’opera di alta ingegneria militare a difesa di Torino e per esaltare la lungimiranza della Dinastia, nonostante le manifeste difficoltà poste da politicanti mediocri nel corso degli anni.
Oggi dovremo porgere un vivo ringraziamento ai figli del generale, alle persone che con illuminato impegno, nel corso degli anni hanno sostenuto questa fiaccola di civiltà, oltre che cimelio storico, affinché non andasse distrutto.
La nostra testimonianza dovrà fare sì che non venga obliato o peggio ancora rimosso.
In Torino, nonostante le perversioni ideologiche rimangono operanti centri di cultura in grado di contrastare l’oblio.
Abbiamo citato Quaglieni, il centro Pannunzio, ma non dimentichiamo il Centro Studi Piemontesi con i loro autorevoli studiosi e attivi dirigenti che nel ricordare la grandezza del Piemonte sabaudo perpetrano l’eroica testimonianza di cultura e di libertà.
Civico20News
Francesco Rossa
Editorialista
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