“Transizione”, termine molto in voga che significa: passaggio da una situazione a un’altra, sinonimo di una evoluzione in atto
La globalizzazione, la politica europea e quella interna, e il megafono dei mass-media ci hanno convinti. Lo pretende il PNRR, lo pretende la nervosa accelerazione del mondo. È tempo di transizioni, quella energetica e quella digitale abbiamo imparato quasi ad amarle, senza soffermarci sui particolari.
Il fulcro della questione: le Applicazioni del sostantivo “transizione”
La transizione energetica “sostenibile” la pretende un pianeta esausto di cieca violenza subita dagli effetti delle rivoluzioni industriali. Perforazioni, fumi, carbonio in atmosfera. Sale la temperatura del cielo e del mare, la siccità avanza. Fenomeni che si potevano arginare molto tempo fa.
È una transizione in ritardo cronico e si sta organizzando secondo canoni economici. È tendente alla indipendenza dalle fonti fossili, ma anche indirizzata a un ulteriore sviluppo; a una società civile ed evoluta mai sazia di kilowatt da sprecare. Presto ne avremo in quantità illimitata. La fissione nucleare prima o poi arriverà. A quale prezzo?
Bambini africani strisciano dentro enormi crateri a cielo aperto, in cerca di litio, cobalto e materie rare necessarie alla transizione tecnologica globale che non prevede passi indietro. E nei luoghi più remoti o nelle profondità marine, scorie e fanghi tossici covano silenti.
Argomenti su cui esiste una letteratura infinita, solo il tempo e il mondo ci faranno sapere se la transizione energetica affidata ai meccanismi, anziché a nuove, ombrose foreste costo zero, avrà risolto ogni transizione vitale, da riscaldamento globale.
Se la transizione energetica era nel cassetto delle speranze da almeno 100 anni, quella digitale potrebbe riservarci un futuro da valutare.
Neppure tanto tempo fa si andava alla posta oppure in banca, c’era un contatto umano e quasi ci si sbrigava prima. L’era digitale ci ha travolti con una valanga di algoritmi che fanno e sanno tutto di noi e per noi. È una dipendenza da un sistema disumano che ci ha risucchiati in un modo di fare e di essere sempre più innaturale.
La transizione digitale non ha chiesto alcun parere. Ci è stata imposta come un vitale vaccino operativo. O si diventa esperti o non ci sono alternative. Senza un cellulare 5g non si accede, non ci si parla, non si è più nulla.
Appartenere alla generazione Boomer è sempre più costrittivo, e non solo per le difficoltà imposte da una dittatura tecnologica a cui ci siamo venduti nel nome della praticità, della privacy, di una cascata di abitudini sovvertite.
C’è nostalgia di quando si andava a piedi al negozietto di quartiere, di un telefono a gettoni, di una cartolina dal mare, di una visita a tu per tu col tuo dottore….
La transizione digitale avrà tutti in pugno, solo App, nessuna iniziativa, né un parere personale, non più rapporti umani con qualche operatore. Da sempre, chi tira le fila, assicura che ogni domani sarà migliore. Soprattutto molto presto, quando non si dovrà più né fare, né pensare. Sarà un ruolo riservato all’intelligenza artificiale… quantistica che elabora i big data.
La teoria del complotto per una transizione etnica
Mentre tutto questo accade, nel Vecchio Continente è in atto una evidente transizione etnica–etica–religiosa–culturale. Se ne parla a tema disgiunto, ma è una migrazione spontanea? Oppure un buon soggetto per complottisti afflitti da un tarlo del dubbio niente affatto casuale.
La teoria di un complotto collegato ad una “sostituzione etnica” soprattutto nel nostro invecchiato Belpaese, è stato un argomento di cronaca a fine aprile 2023, ma occorre dire che non è una novità.
L’opinione che esista un piano per incentivare l’immigrazione dall’Africa e dall’Asia verso l’Europa per mescolare le popolazioni è di vecchia data. Risale al filosofo austriaco Richard Nikolaus Kalergi (1894-1972), storico europeista. Un progetto che trova credito soprattutto in ambienti di estrema destra, nazionalisti e fautori della razza bianca.
La teoria del complotto fu poi sviluppata dal poeta e scrittore neonazista austriaco Gerd Honsik (1941-2018), partendo dalle idee di Kalergi. Infatti, Gerd Honsik (negazionista dell’Olocausto nel suo libro “Addio Europa”), descrive un progetto di distruzione delle identità etiche e storiche delle genti europee, con una intensa immigrazione di popoli asiatici e africani, al fine di creare un’etnia meticcia di alienati consumatori senza più radici né storia.
I fautori del complotto sono individuati nelle lobby economiche e nelle multinazionali che dettano le regole del mercato globale. Elitari del potere che avrebbero preparato il fenomeno da molto tempo, con l’obiettivo di scardinare le peculiarità locali e originare un «gregge multietnico senza natura e senza coscienza», che sostituisca i popoli nativi europei. Una massa «facile da manipolare» da indistinte élite liberiste.
Come tutti i complottisti, anche Gerd Honisk non ha suscitato molta simpatia accademica, ma se osserviamo tra le strade dei paesi e delle periferie, spicca il ricambio della popolazione, in molti casi giunto alla terza generazione. Ugualmente per l’invasione dei prodotti di bassa qualità gestiti dalle multinazionali del cibo e di ogni oggetto in giro per il mondo.
Il presunto intrigo, camuffato dalla metodica d’integrazione europea, era in corso fino a pochi giorni fa.
Anche se di estrema destra, ogni intellettuale merita qualche attenzione e la sterzata politica dell’Unione Europea in merito a nuove regole per una immigrazione più selettiva e più sicura, approvata il 10 aprile 2024, sembra avvalorare che la transizione etnica stesse convergendo con le profezie di Nikolaus Kalergi & del suo camerata Gerd Honsik.
La svolta dell’UE, dopo anni di contrasti interni, giunge in tempo tardivo, poiché la perdita di valori etici, scolastici e religiosi di quell’italica patria della cultura, qui sono piuttosto palesi da tempo.
Infine, dalla Geoingegneria atmosferica e climatica che da oltre trent’anni irrora nanoparticelle di silicio, di ossidi e di metalli dall’alto dei cieli (perlopiù dei paesi occidentali), al Sars-CoV-2 sfuggito dal laboratorio di Wuhan, gli argomenti transitivi sono tanti. Tesi per complottisti che, dopo tante oppressioni delle inquisizioni di Stato, oggi si ammette la loro ragione.
Lo stesso fenomeno transgender, che combina requisiti di genere maschili e femminili, senza identificarsi del tutto in nessuno dei due, sta “traslando” naturali abitudini e un concetto di famiglia ormai desueto. Che sia un bene o no lo scopriremo solo se non scoppierà quest’ultima, annunciata guerra.
Il progetto di un “Nuovo Ordine Mondiale” che sta devastando l’Ucraina ha le zampe intente a destabilizzare Africa Nera e angoli dell’Islam. Lo sta complottando da tempo. L’obiettivo siamo noi, gli europei di un Occidente diviso e litigioso, noi gli infedeli senza più Dio, noi democratici campanilismi senza più nerbo che non facciamo più paura a nessuno.
Troppi nemici per il Vecchio Continente che si stava quasi abituando a vivere in pace.
La transizione finale è nelle mani d’un manipolo di demenziali autocrati riciclati sulla pelle del mondo. Sarà opera di un unico, diabolico artefice di un ciclopico complotto?
Siamo in troppi sul pianeta Terra.