Ingegneria climatica e una sequenza di rimandi storici per riflettere sul tema
Il cambiamento climatico è iniziato nel XIX secolo durante la prima rivoluzione industriale basata sull’uso del carbone, quando le attività umane hanno iniziato a rilasciare grandi quantità di gas serra nell’atmosfera.
In meno di due secoli e mezzo, l’umanità ha stravolto i ritmi della natura e oggi il riscaldamento globale è materia d’attualità, ma se ne sapeva già da molto tempo. Oggi i problemi si sono moltiplicati. Non solo più gas serra a trattenere l’infrarosso, ma anche una diminuzione dello strato di ozono (filtro ai raggi UV) e una minor difesa dal vento solare esercitata dal campo magnetico terrestre. Interazioni di origine antropica che stanno contribuendo al “bagnomaria” in cui il genere umano ha cacciato il Pianeta e che autorizzano sinistri pensieri. Quante sono le concause?
Di persona ho iniziato a notare strani cambiamenti nei cieli quasi per caso. Era il 2007 e ne scrissi con un collega de “La Stampa”, raccogliendo confidenze di un ufficiale dell’aeroporto di Caselle addetto alle previsioni meteo. Tempi duri per spingersi oltre.
Domenica 14 aprile 2024, clima estivo. Casualmente a spasso con figlia e nipotino, alzando gli occhi notavo un repentino incrocio che andava a imbiancare il cielo fino a poco tempo prima sereno e azzurro, quasi blu. Scattavo qualche immagine difficile da prendere alla leggera. In una di esse si vede chiaramente un jet che emette una breve “normale” scia di condensa.
Agli occhi di chi legge ogni libertà di pensiero. Nel fotografare ho detto: “guarda, il bianco si sta espandendo, presto il cielo sarà opaco, in un paio di giorni il clima cambierà, vi saranno gelate, l’agricoltura d’eccellenza sarà colpita”. Ipotesi su eventi sospetti, annotati dopo anni di esperienza
“A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca” (Giulio Andreotti)
Notizia dell’ultima ora. Un filmato artigianale, ma molto dettagliato ed esaustivo sta circolando sul Web. Proviene dall’Appennino dove, sulle gemme degli alberi da frutta e in ogni dove, sono caduti 40 cm di ciò che sembrerebbe neve forse ma non lo è, non del tutto. L’autrice ne appallottola un pugno, e già la materia si compatta in modo “sfuggente”, una volta formata la classica palla, la testimone le dà fuoco con un accendino. La neve si scioglierebbe, questa “cosa” no. Si annerisce come fosse in parte una materia plastica. Non è la prima volta che il fenomeno viene segnalato. Era accaduto anni fa, avevo provato e la neve, o chi per lei, non si scioglieva subito, ma emanava un tipico odore che chiunque conosca le varie famiglie di polimeri sa distinguere. All’epoca sapeva di polistirolo. Fenomeni rilevati tra il 2014 e 2015, più volte messi in rete e altrettante volte prontamente additati come bufale dai cacciatori di complottisti, con tanto di spiegazione fisica e chimica. Non fu e non è una bella cosa evitare di coltivare almeno il dubbio. Altre volte e altrove la neve si è sciolta al calore di un accendino Bic, senza diventare nera e neppure fare troppe storie.
Dopo decenni di omertà e di caccia alle streghe verso quei “complottisti” che scrutavano il cielo, investigando su quelle presunte “scie chimiche”, con analisi, ricerche e attestazioni ottiche, da un po’ di tempo, la stampa di Stato ha socchiuso sul fenomeno una finestra di verità. Fessura peraltro già aperta e poi sprangata nel primo decennio del secolo.
Un test di chi scrive, fu un incontro nel 2012, con ufficiali del Meteomont coi quali avevo collaborato, serbando stima e amicizia anche dopo il servizio di leva, prestato nell’80 al comando della Brigata Alpina Taurinense. Parlando con un Tenente Colonnello, durante una piacevole rimpatriata in quel di Alba, di fronte ad alcuni filmati gli sfuggì: “a questo punto siamo arrivati?”
Erano tempi di denuncia e di frettolose smentite. In quel periodo andai a fondo della questione, separando ” esagerate bufale” da analisi più approfondite. Una lotta contro mulini a vento, talvolta supportati da dati interessanti, spesse volte affrettati, saccenti e poco gentili. Era solo questione di tempo (in tutti i sensi).
Già dal 2020 accreditati articoli escono allo scoperto, descrivono il problema quanto la soluzione ufficialmente svelata. L’ingegneria climatica (o geoingegneria) intende: “alterare il sistema climatico terrestre con interventi chimici su scala planetaria capaci di contrastare cause ed effetti del riscaldamento globale”.
Il metodo più diffuso per l’interazione climatica è il rilascio di molecole di diossido di zolfo nella stratosfera, a protezione dei raggi UV, inoltre, il rilascio di ioduro d’argento, ossidi di ferro e di alluminio, e altre particelle a quote più basse, con l’obiettivo di aumentare le precipitazioni in ambito locale. La divulgazione di questa verità è di fresca data e di comune accordo internazionale.
Si tratta del cloud seeding, messo a punto da Kurt Vonnegut, a conoscenza della tecnica l’aveva perfezionata, e di fatto proposta nel suo attuale metodo di impiego collaborando con il fratello maggiore Bernard, fisico impegnato nell’osservazione dei fenomeni atmosferici, presso il General Electric Research Laboratory, primo istituto di ricerca americano sito a New York che conta Thomas Edison tra i suoi tanti, insigni scienziati.
Per la cronaca, lo ioduro d’argento è una schifezza a tutto tondo. Per contatto procura bruciore alla pelle e agli occhi. Se inalato, provoca irritazione all’apparato respiratorio. Una volta nell’ambiente, può liberare tossico acido iodidrico.
L’inseminazione delle nuvole avviene tramite velivoli attrezzati al rilascio di queste e altre sostanze. L’ammissione, reperibile ovunque sul Web è giunta troppo lentamente per ammorbidire la feroce dialettica sullo spray da scie chimiche e altri aspetti di geoingegneria ancora in predicato; da un uso militare, a quello medicale, a quello economico globale delle multinazionali del cibo, fino a un controllo mediatico, tramite particelle inalate e in circolo nel corpo umano. L’Alluminio di sicuro.…
Coltivare il dubbio è sintomo d’intelligenza. La Realtà dei fatti vuole che l’UE, oggi sia parte della convenzione quadro dell’Onu sui cambiamenti climatici (UNFCCC), che rappresenta il più autorevole accordo planetario per le attività riferite alle interazioni col clima. Ma c’è dell’altro in attesa di ammissione? Pillole di soddisfazione per un architetto specializzato da quarant’anni in “energie alternative”, osservatore del cielo e dei cicli della natura, che per anni si è sentito trattare da “complottista”, manco fosse che i complotti, sulla faccia della terra, da Giulio Cesare a Kennedy non fossero esistiti mai…
“La conoscenza rende liberi, l’ignoranza rende prigionieri” (Socrate)
Fotografie dell’autore, dal parco San Silvestro di Chieri, il 14 aprile 2024
Che progresso nell’avvelenamento del nostro povero pianeta!
Ero ragazzina e passavo l’estate dai nonni in un piccolo paese collinare del Monferrato, diviso solamente dal Po dalla pianura del Vercellese ricca di risaie. Il potere economico però scopri’ che spargere diserbante con l’elicottero costava molto meno che pagare mondine che provenivano da tutto il Nord Italia.
Poco importo’ che questa innovazione abbia causato la morte di quasi tutti gli alberi da frutta delle colline attigue.
Non mi risulta che nelle risaie siano tornate le mondariso.
Cronaca di circa sessant’anni fa.
Carlo,ciao,non sono uno scienziato ,sono un cittadino che ha notato i vari episodi che tu hai descritto, fin al punto che dopo aver viste le scie nel cielo(direi di un bianco multicolore ) e da li pensare che dopo qualche giorno il tempo sarebbe cambiato in peggio.
E come per magia senza nessuna conoscenza meteologica il tutto accade.
Domanda ,sono un indovino?😉
Siamo solo semplici osservatori