Una mostra articolata in diverse tappe espositive contemplando le quattro stagioni, onorando cinquant’anni e oltre della pittura dell’artista torinese, alcuni lavori eseguiti appositamente per l’evento espositivo , fino al 25 dicembre 2024
Dopo l’omaggio del Centre Pompidou di Parigi, la Fondazione Cosso celebra l’artista torinese, uno tra i principali esponenti a livello internazionale della ricerca pittorica contemporanea, dedicandogli una grande mostra Giorgio Griffa. Una linea, Montale e qualcos’altro”, con la collaborazione della Fondazione Giorgio Griffa.
La mostra, curata da Giulio Caresio e Roberto Galimberti, propone al visitatore una serie di dipinti, mai esposti, e alcuni lavori realizzati strettamente per l’occasione, occupando tutti gli spazi dal parco agli ambienti del castello rendendoli affascinanti e interessanti sotto ogni forma. Giorgio Griffa l’anno passato è stato nominato “Artista dell’Anno 2024” da il Giornale dell’Arte.
La mostra sarà disponibile fino al 25 dicembre 2024. “Gli spazi interni ed esterni hanno accolto – scrivono nella presentazione Maria Luisa Cosso Eynard , Presidente e Paola Eynard , Vicepresidente Fondazione Cosso – in un sorprendente forte abbraccio le opere dell’artista che hanno preso spazio a loro volta rendendosi protagoniste di una nuova stagione”.
Una prima istallazione dialoga con gli alberi monumentali nel giardino di fronte all’entrata, mentre la serra viene scandita da un lungo Canone Aureo, che ricorda il ciclo di lavori iniziato negli anni 2000 dedicato all’uso del numero irrazionale, infinito per la sua natura, metafora del compito destinato all’arte figurativa, alla poesia e alla musica fin dai tempi di Orfeo: conoscere l’inconoscibile e dire l’indicibile. Sei colori sono tre tele con colori complementari concepite per rimanere esposte all’esterno e destinate quindi a includere i segni lasciati da tempo, umidità, pioggia, neve, insetti e altro.
La corte rustica diventa occasione per investigare la pittura con un’istallazione di leggere tele trasparenti che richiamano la poesia di Eugenio Montale. Sul grande prato del castello una linea si diparte da una monumentale farnia caduta nel 2020 e mette in relazione natura e architettura. All’interno, nelle stanze storiche, i lavori che raccontano l’artista, attraversando i decenni e i cicli, mentre l’altra ala del primo piano ospita una serie di tele dipinti di bianco degli anni ’70 e ’80 che non sono mai state esposte insieme prima d’ora.
Giorgio Griffa,”Anziché dominare la materia, il pittore si mette al suo servizio, interagisce con l’ intelligenza della pittura, con la sua memoria millenaria, tenuto conto che le arti non sono una invenzione della natura ma dell’umanità, e la pittura ha almeno i 35 mila anni della grotta di Chauvet. La pittura continua a raccontare il mondo secondo le conoscenze del suo tempo, come ha sempre fatto”. L’atmosfera viene poi arricchita da un’inedita istallazione sonora a cura del progetto artistico “Avant-dernière pensée”.
Parallelamente alla mostra viene anche proposto il progetto “Da un metro in giù”: un percorso didattico per i visitatori di tutte le età per imparare, con gli strumenti del gioco, a osservare le opere d’arte e la realtà che li circonda. L’evento è poi accompagnato da un catalogo edito da Allemandi, con testi di Giorgio Griffa, Giulio Caresio e Roberto Galimberti.
Biografia
Giorgio Griffa, nasce a Torino nel 1936. Inizia a dipingere da bambino e solo a partire dal 1968 si dedica alle opere astratte e a sviluppare la sua personale poesia. Dal 1960 al 1963 è allievo di Filippo Scroppo, pittore astratto della scuola di Felice Casorati ed esponente del MAC ( Movimento Arte Concreta).
Tuttavia, è solo a metà degli anni Sessanta che gli elementi astratti cominciano ad apparire nei suoi quadri figurativi, segnando l’inizio della sua riflessione sullo status della pittura, sui suoi strumenti e sull’artista. “Segni primari” pone le basi della sua inimitabile carriera pittorica collocandolo tra i protagonisti del dibattito di quel periodo, che nasce dalle ceneri dell’informale e si fa strada attraverso la pop art americana, il minimalismo e l’arte concettuale.
In quel periodo, sollecitato dall’amico Aldo Mondino, entra in contatto con l’opera di Giulio Paolini. Il suo arrivo alla Galleria Sperone alla fine degli anni Sessanta lo porta a stringere rapporti con una serie di artisti dell’Arte Povera: Giovanni Anselmo.
Gilberto Zorio e Giuseppe Pennone, in particolare. Nonostante il suo nome sia spesso associato a movimenti come l’Arte Povera, la Pittura Analitica, il Minimalismo, il percorso artistico di Giorgio Griffa rimane unico, al di fuori di una corrente specifica.
Dopo più di cinquant’anni, prosegue questo suo percorso con continuità e coerenza, vitalità e poesia.
Descrizione immagine:
Foto copertina catalogo
Foto 1 Giorgio Griffa “Quindici”, 2023, acrilico su tela, 287x207cm
Foto 2 Giorgio Griffa “Canone aureo980”, 2023, acrilico su 18 tele, 35x3000cm (dimensioni variabili)
Foto 3 Giorgio Griffa “Canone aureo 045”, 2015, acquerello su carta, 30,5×45,5cm
Foto 4 Giorgio Griffa “Canone aureo 749”, 2015, acquerello su carta, 52x73cm
Foto 5 foto Castello di Miradolo e il suo parco, sede della mostra di Giorgio Griffa.
Le immagini che documentano il testo sono tratte dal catalogo della mostra:
“Giorgio Griffa. Una linea, Montale e qualcos’altro” curata da Giulio Caresio e Roberto Galimberti , al castello di Miradolo di san secondo di Pinerolo fino al 25 dicembre 2024, con orari sabato , domenica, lunedì dalle 10.00 alle 19.00. Informazioni 0121502761 fondazionecosso.it
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