L’inventore della “Black&WhiteArt”
Marco Giovanni Gianolio, noto come Gianolio, è un giovane artista torinese che opera nel campo della pittura e che ha da poco inaugurato la sua Galleria in via Mazzini 28E a Torino, con la partecipazione, oltre a clienti ed estimatori, dei critici d’arte Andrea Domenico Taricco ed Enzo Papa.
Propongo ai Lettori di Civico20News la mia conversazione con Gianolio, in particolare a proposito della “Black&WhiteArt” (m.j.).
Chi è Gianolio e cos’è la “Black&WhiteArt”?
Sono nato nel 1978 e ritengo che fare arte sia uno stile di vita: essere un cuoco o uno chef, uno che fa karaoke o un cantautore, uno che disegna o un pittore, è qualcosa con cui nasci, non lo puoi diventare, lo sei.
Mi autoproclamo attivista contro le regole tradizionali dell’arte, il mio personale stile artistico si è affinato negli anni, partendo dalle prime opere a china, fino ad arrivare alle opere ad olio, spesso su legno, come gli artisti antichi. Ho compiuto frequenti viaggi per visitare luoghi poco conosciuti in cui sono custoditi dipinti antichi anche di maestri poco noti.
La “Black&WhiteArt” è un genere pittorico inventato da me, un progetto nato intorno agli anni 2000, dopo una ricerca iniziata fin da quando ero bambino.
Questo genere pittorico, fin dalla sua nascita, è diventato un movimento artistico con un messaggio emotivo, che indaga la psiche umana con la scusa della pittura figurativa. Mai ciò che porto sulla tavola è semplicemente ciò che vediamo, ma diventa un simbolo per un messaggio più profondo che lo spettatore scopre e che spesso neppure io ero conscio di dare. Il critico d’arte Taricco ha definito la mia arte come “Psicopittura”.
Su quali idee si basa la “Black&WhiteArt”?
Il bianco e il nero è il concetto stesso che disegna il viaggio chiamato vita. Il nostro mondo si basa sugli opposti, dobbiamo sempre conoscere uno per poter ammirare l’altro: non c’è bianco senza sapere cos’è il nero, non c’è giorno senza notte, non c’è pace senza sapere cos’è la guerra, non c’è caldo senza freddo, non c’è amore senza sapere cos’è l’odio, non c’è luce senza buio, non c’è alto senza basso, non c’è fine senza inizio.
Come manifesta il suo stile nella “Black&WhiteArt”?
Pittoricamente parlando, la “Black&WhiteArt” è caratterizzata da uno stile solitamente figurativo e spazia tra critiche alla società, al racconto di emozioni, al passaggio nelle opere di personaggi del nostro tempo: vedere la società di oggi con gli occhi di domani, in una sorta di film in bianco e nero o vecchia foto, indagando sulle nostre debolezze, i nostri sogni, le nostre gioie, i nostri sentimenti.
Si riconosce nelle parole di qualche critico?
Ho particolarmente apprezzato questo scritto di Andrea Domenico Taricco:
Con lui la pittura ritorna ad essere pittura: torniamo cioè all’idea del vecchio pittore ante litteram che si chiude nel suo studio con i colori ed i pennelli, con il supporto e con idee di frammenti di realtà che ha vissuto nella sua esperienza privata determinandogli sensazioni, emozioni contrastanti sino a scindersi nella mente e traslarsi in flusso creativo.
Il precisionismo esecutivo di dettagli, la perizia con la quale torna sui frammenti di qualcosa apparentemente trascurabile eppure decisivo.
© 2024 CIVICO20NEWS – riproduzione riservata