Da Lega a Fattori a Boldini e De Nittis a Nomellini e Balla, oltre novanta capolavori tra dipinti, acquerelli, pastelli sculture in bronzo e in gesso, per capire la trasformazione della pittura italiana dall’Unità d’Italia all’alba del XX secolo nella mostra a Palazzo Cucchiari curata da Massimo Bertozzi, fino al 27 ottobre 2024
Un’altra interessante mostra attende per l’estate e l’autunno inoltrato il visitatore, a Palazzo Cucchiari di Carrara – sede della Fondazione Giorgio Conti – con l’esposizione “Bella Époque . I pittori italiani della vita moderna. Da Lega e Fattori a Boldini e De Nittis a Nomellini e Balla”, curata da Massimo Bertozzi.
“La mostra, riflette sui primi cinquant’anni del nuovo stato italiano, – scrive Franca Conti ,Fondazione Giorgio Conti Onlus – da un punto di vista del tutto particolare, quello delle arti figurative, sicuramente tra le più tradizionali e longeve espressioni del carattere e del sentimento degli italiani”.
Un percorso artistico che parte dagli ultimi impulsi dei Macchiaioli, alla Scapigliatura, fino alla fine del Divisionismo.
Il curatore Massimo Bertozzi, conduce il visitatore, a ripercorrere le vicende artistiche di un periodo di grande fermento culturale, caratterizzato dalle mutazioni della pittura dopo l’Unità d’Italia, superando le scuole regionali d’arte, fino alla ricomposizione di un impronta nazionale, per puntare a una cultura artistica adatta ai tempi della nuova Italia che stava per nascere.
Un viaggio che si sviluppa attraverso sette sezioni , iniziando da Giovanni Fattori a Silvestro Lega, proseguendo per Boldini e De Nittis, fino a Nomellini e Giacomo Balla.
Sono poi presenti anche opere di Telemaco Signorini, Mosè Bianchi, Armando Spadini, Giuseppe Pelizza da Volpedo, Federico Zandomeneghi (il particolare del dipinto “A teatro – Au théâtre del 1895ca. è la copertina del bellissimo catalogo della mostra) e Vittorio Corcos, Antonio Mancini, Tranquillo Cremona, Emilio Longoni, Angelo Morbelli, Gaetano Previati, le sculture di Bistolfi , Paolo Trobetzkoy e così via.
Il progetto espositivo è accompagnato da un pregevole volume –catalogo ( SAGEP Editori, pp.169 , ill. colori) recante, oltre alla prefazione istituzionale di Franca Conti, Presidente della Fondazione Giorgio Conti Onlus, un importante saggio del curatore Massimo Bertozzi.
Conclude la pubblicazione un accurato apparato a riguardo degli autori e le opere esposte.
La mostra inizia con la prima sezione dedicata a “tempi moderni” in cui la città è diventata un luogo attraente, ricco di occasioni per i più ambiziosi e carico di pericoli e di perdizione per i più deboli, in ogni caso un luogo di distruzione dei valori tradizionali che continuano ad essere difesi dalla mentalità più conservativa della campagna.
La città moderna raffigura una giungla di pietra al cui centro agiscono avidi predatori senza scrupoli, la città in ogni caso è un luogo dove si professano e si combattono i valori comunitari e i sentimenti individuali.
La città diventa lo scenario e insieme la fonte di ispirazione della pittura moderna, che tende a relegare in secondo piano la vita nei campi, che era stata la principale fonte di ispirazione e campo d’azione per i pittori veristi o comunque naturalisti.
Si passa poi nella seconda sezione, intitolata “Casa e famiglia comodità dell’abitare e modi di vivere” , dopo la metà dell’Ottocento l’eleganza dell’abitazione borghese e il valore della vita in famiglia vengono esibiti come una condizione di sicurezza economica da un ceto borghese di recente formazione ma ancora in cerca di un riconoscimento sociale stabile e garantito.
Si tratta ovviamente di valori condivisi, tanto dall’aristocrazia d’alto linguaggio quanto dalle élite popolari, se è vero che persino nei contesti del socialismo umanitario si predica il matrimonio come un momento di coesione e la famiglia come pilastro della futura rigenerazione sociale”.
La terza parte è dedicata ai “I pittori della vita moderna”, finalmente gli artisti non sono più soltanto gli ”sradicati” della vita di bohème ma cominciano a godere di una diversa considerazione sociale, che li accoglie nei salotti e nei circoli esclusivi, per cui essi stessi, il loro atelier e perfino le loro famiglie diventano soggetti di pittura, eleganti ed esteticamente suggestivi.
Gli artisti appaiono in realtà più distaccati e meno convinti di queste funzioni spirituali”. Nella mostra non poteva mancare un omaggio alla scultura.
La quarta sezione, “Vecchi e nuovi miti”, la modernità diventa di moda ed è subito abitudine, così che, per questione di gusti e di nuovi costumi, gli artisti sono sollecitati a guardare altrove, verso altri luoghi e nuove distrazioni , o a rifugiarsi nelle storie del passato”.
Si passa poi alle opere della quinta sezione, “Povera Patria: L’Italia del popolo, la povertà moderna è un fenomeno urbano, una realtà che mette in evidenza l’origine sociale dell’emarginazione e delle disuguaglianze, così che a fronte alle nuove urgenze di antichi bisogni si manifestano nuove aspettative e nuove speranze per il futuro”.
Nella sesta parte “Il paradiso delle signore”, il bisogno di apparire è un’esigenza moderna, di una società che si mette in mostra e per questo fa dell’abbigliamento un processo artistico e dell’eleganza uno status filosofico, ancora prima che uno stile di vita.
La vita mondana le invita a sfoggiare lo status sociale della bellezza; nel palco di un Teatro o al Caffè, alle corse dei cavalli, a passeggio sul corso o nel salotto di casa, le “signore” si sentono, ognuna a suo modo, protagoniste: che si accontenta di governare il ménage familiare, qualcuno ardisce cimentarsi in attività filantropiche e culturali, qualcuno magari pensa di influenzare la politica del paese”.
Infine nella settima e ultima parte ”Aspettando domani” , si focalizza sull’abbandono del naturalismo, che predispone lo spirito e la mente alla ricerca di un linguaggio espressivo adeguato alla realtà dei sogni e alle suggestioni dei simboli.
La pittura divisionista diventa la naturale espressione del Simbolismo, quasi una versione nazionale dell’arte Nouveau, aprendo il campo alla genesi e all’esordio delle avanguardie”.
Un affascinante e splendida mostra.
Descrizione immagini
Foto copertina catalogo, particolare del dipinto olio su tela “A teatro” di Federico Zandomeneghi
Foto 1 Federico Zandomeneghi “a teatro –Au théâtre”, 1895 ca. olio su tela, 71x88cm Istituto Matteucci, Viareggio
Foto 2 Silvestro Lega “La visita”, 1868 olio su tela, 68,5x98cm Galleria Nazionale d’Arte Moderna Roma
Foto 3 Angelo Tommasi”La figlia in giardino”1898-1899 olio su tavola, 27x39cm Courtesy Galleria d’Arte Goldoni, Livorno
Foto 4 Plinio Nomellini”La Fiera di Pietrasanta”, 1913 olio su tela, 139x104cm Galleria d’Arte Moderna,Genova
Foto 5 Vittorio Matteo Corcos “Sogni”1896 olio su tela, 173x133cm Courtesy Galleria d’Arte Goldoni, Livorno
Foto 6 Armando Spadini “La famiglia a Villa Borghese” 1912-1913 olio su cartone, 47,2x45cm Banca Popolare di Milano
Foto 7 Gioacchino Toma “La pittrice” olio su tel,a 26x26cm Courtesy Galleria d’Arte Recta, Roma
Foto 8 Leonardo Bistolfi “Donna con parasole”, 1908 bozzetto in gesso, 52×21,5x19cm Museo Civico e Gipsoteca Bistolfi, Casale Monferrato
Foto 9 Mosè Bianchi “Studio per Cleopatra” 1870ca. olio su tela, 44,5×61,2cm Banca Popolare di Milano
Foto 10 Francesco Paolo Michetti “La nidiata” 1873 olio su tela applicata su cartone, 25,5×36,2cm Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci Milano
Foto 11 Angelo Morbelli “Le suffraganti” 1877-1890 olio su tela, 140x183cm Banca Popolare di Milano
Foto 12 Giovanni Boldini”La Contessa Gabrielle de Rasty” 1879 olio su tela, 100×73,5cm Museo Giovanni Boldini, Ferrara
Foto 13 Giuseppe De Nittis “Appuntamento nel bosco di Portici”1864 olio su tavola, 12x27cm Istituto Matteucci, Viareggio
Foto 14 Antonio Mancini “La Cucitrice”1914 olio su tela, 138,5x100cm Accademia Nazionale di San Luca,Roma
Foto 15 Federico Zandomeneghi “Fanciulla con fascio di fiori” olio su tela, 38,5×45,8cm Pinacoteca Giaquinto, Bari
Foto 16 Giacomo Balla“Contadino”, 1902 tecnica mista su tela, 175x115cm Accademia Nazionale di san Luca, Roma
Le immagini che documentano il testo sono tratte dal catalogo della mostra:
Carrara “Belle Époque. I pittori Italiani della vita moderna. Da Lega e Fattori a Boldini e De Nittis e Nomellini e Balla”, curata da Massimo Bertozzi , Palazzo Cucchiari ,disponibile fino al 27 ottobre 2024.
Orari: fino al 15 settembre, martedì, mercoledì,giovedì e la domenica dalle 9,30 alle 12,30 e dalle 16.00 alle 20.00; il venerdì e il sabato dalle 9,30 alle 12,30 e dalle 16.00 alle 23.00. Dal 17 settembre al 27 ottobre, il martedì, mercoledì, giovedì e la domenica dalle 9.30 alle 12,30 e dalle 15.00 alle 20.00; il venerdì e il sabato dalle 9,30 alle 12,30 e dalle 15.00 alle 21.00. Chiuso il lunedì. Tel. +39 0585 72355. www.palazzocucchiari.it
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