Settantasei tra dipinti e disegni provenienti da tutti i musei del mondo, per la prima volta in una mostra monografica del pittore marchigiano, riuniti nelle stanze del Palazzo Ducale di Urbino fino al 6 ottobre 2024. La mostra è posta sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana
Quattro mesi, fino al 6 ottobre 2024 per visitare, una delle mostre importanti dell’anno. Negli eleganti spazi del Palazzo Ducale di Urbino”Federico Barocci . L’emozione della pittura”.
La mostra – posta sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella – è curata da Luigi Gallo ( Direttore della Galleria delle Marche) e Anna Maria Ambrosini Massari (Docente di Storia dell’Arte Moderna all’Università di Urbino) con Luca Baroni e Giovanni Russo, funzionario storico dell’arte della Galleria Nazionale delle Marche.
L’esposizione presenta settantasei dipinti e disegni provenienti da tutti i musei del mondo riuniti per la prima volta, come le tre pale provenienti degli altari di due delle più importanti chiese romane.
Le tele, dopo quattro secoli di distanza della loro esecuzione tornano a Urbino, per il grande evento.
In questa occasione il visitatore potrà fare il confronto con il lascito artistico di Federico Barocci , in cui l’eredità artistica rinascimentale si confronta con le primizie dell’Età Barocca.
Federico Barocci, era nato a Urbino tra il 1533 -1535 e proveniva da una famiglia di artisti, che già in età adolescenziale mostrava notevoli capacità artistiche.
Ventenne, decise di trasferirsi a Roma ospite dallo zio che lavora per il Cardinale della Rovere , il prelato rimase colpito dalla bravura del giovane Barocci a tal punto di commissionargli diversi lavori.
Dopo la parentesi di tre anni di Urbino, si recò nuovamente a Roma per decorare il casino di papa Pio IV nei Giardini Vaticani.
Il Barocci nonostante colpito da una malattia che lo avrebbe tormentato per tutta la vita: qualcuno disse che era stato avvelenato da colleghi gelosi, ma ciò lo costrinse a tornare a Urbino e a non allontanarsi più dalla città, se non per brevissimi periodi.
Nelle stupende opere del percorso espositivo urbinate, un altra osservazione che il visitatore potrà cogliere, è appunto questo: nonostante le condizioni di salute di Barocci, non si sono mai riflettute sulle sue opere – dove sono evidenti i colori lieti, le immagini serene, devote, ottimistiche.
La sua attività artistica coincide col periodo del “Manierismo”- con figure piene di vigore – così come la rappresentazione del suo misticismo che si stacca dall’ortodossa narrazione biblica per finire inserita in un contesto più personale.
Alle sue magnifiche pale d’altare conservate a Roma avrebbero guardato sia Rubens che il giovane Bernini.
“Il primo direttore di Palazzo Ducale, Lionello Venturi, aveva in animo di organizzare una mostra monografica, – scrive nella prefazione del catalogo Luigi Gallo – annunciata in occasione dell’apertura del museo nel maggio 1913.
Adesso quel cerchio aperto di un secolo fa si chiude e Barocci avrà finalmente l’antologica che merita nel suo – e nostro – luogo del cuore:il Palazzo Ducale.
Frutto di più di tre anni di lavoro, la mostra giunge – continua il Direttore Palazzo Ducale Luigi Gallo – al termine di un’approfondita azione di studio condotta da una squadra composta da eminenti esponenti del mondo accademico e della conservazione ”.
Il percorso artistico di Federico Barocci, viene presentato secondo un ordinamento tematico, volto ad approfondire alcune peculiarità della produzione, inserendola nel contesto della grande arte del Cinquecento e del Seicento.
La mostra si articola in otto sezioni narrativi, che legano la successione temporale dell’opera di Barocci a una presentazione diacronica organizzata seguendo i diversi temi della pittura.
Si parte dalla disanima del contesto culturale in cui l’artista si forma e lavora, analizzato tramite “l’Autoritratto da giovane” e “l’Autoritratto da anziano” (Galleria degli Uffizi di Firenze), i ritratti più rappresentativi della corte e del suo principale committente cui è legato da un intimo rapporto di amicizia il duca Francesco Maria II Delle Rovere(Firenze Uffizi).
In questa sala sono presenti anche i capolavori della ritrattistica baroccesca insieme alla magnifica “Madonna della gatta” (Firenze Palazzo Pitti – Galleria Palatina), in cui il profilo del Palazzo Ducale cristallizza il legame del pittore con la sua città natale.
Nella seconda sala, il visitatore si trova ad ammirare la tematica delle grandi pale d’altare realizzate con innovativi effetti notturni che rivoluzionano la tradizione cinquecentesca con capolavori come la maestosa “Deposizione eseguita” per la cattedrale di san Lorenzo di Perugia, la “Madonna di San Simone” (Galleria Nazionale delle Marche) o le tre straordinarie realizzazioni romane come “la Visitazione” e la “Presentazione della Vergine al tempio” alla Chiesa Nuova, e “l’Istituzione dell’Eucarestia” di santa Maria sopra Minerva.
La terza sala è dedicata al tema degli affetti, della natura e delle emozioni, coni dipinti dedicati di piccola dimensione destinati alla devozione privata in cui evidenti risultano i ragionamenti di Barocci sulle intime relazioni fra i personaggi ed il loro rapporto con una natura intrisa di sentimento.
La quarta sezione è dedicata alla grafica di Barocci, con una scelta significativa di disegni, cartoni e oli su carta provenienti dalle maggiori raccolte nazionali internazionali. Nella quinta sala sarà possibile ammirare le composizioni dalla loro fase preparatoria all’opera finita.
Sono presenti l’Annunciazione conservata in Vaticano. Nella sesta sezione sono presenti le ultime opere del pittore risalenti al primo decennio del Seicento, nelle quali il colore diventa pura emozione cromatica anticipando alcune soluzioni che contraddistinguono l’arte barocca: fra queste opere troveremo “la Beata Michelina” (Pinacoteca Vaticana), la Madonna del Rosario(Senigallia) e l’incompiuta “Assunzione della Vergine” (Galleria Nazionale delle Marche).
La mostra continua nell’appartamento roveresco al secondo piano del Palazzo Ducale, dove sono conservate il numero più consistente della produzione sacra di Federico Barocci: L’Immacolata Concezione, la “Crocifissione con i dolenti”, “San Francesco riceve le stimmate”, la derivazione del perdono di Assisi e le due opere in deposito dalla Pinacoteca di Brera a alla Galleria Nazionale delle Marche, ovvero la “Madonna col Bambino in gloria con i santi Giovanni Battista e Francesco” e l’Ecce Homo” finito dall’allievo Ventura Mazza.
La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Electa,riccamente illustrato con saggi di studiosi, Luigi Gallo, Anna Maria Ambrosini Massari, Giovanni Russo,Luca Baroni, Barbara Agosti, Andrea Bernardini, Anna Bisceglia, Valentina Catalucci, Marina Cellini, Camilla Colzani, David Ekserdijan, Mattia Giancarli , Ilaria Miarelli Mariani, Eliana Monaca, Raffaella Morselli e Maria Maddalena Paolini. L’esposizione è stata anche l’occasione di una campagna di restauri e di indagini diagnostiche sui capolavori.
Descrizione immagini
Foto: copertina catalogo
Foto 1 Federico Barocci “Autoritratto da giovane”, 1560-1565 circa, olio su carta incollata su tela33x25cm, Firenze galleria degli Uffizi
Foto 2 Federico Barocci “Autoritratto da anziano”, 1605circa, olio su tela, 42,2×33,1cm, Firenze, galleria degli Uffizi
Foto 3 Federico Barocci “Madonna della gatta”, 1588-1592, olio su tela, 233x179cm, Firenze Galleria degli Uffizi, Palazzo Pitti, Galleria Palatina
Foto 4 Federico Barocci “Madonna col Bambino, i santi Giuda e Simone e i donatori detta Madonna di san Simone, 1566-1567, Olio su tela, 281x190cm, Urbino, Galleria Nazionale delle Marche
Foto 5 Federico Barocci “Visitazione della Vergine a santa Elisabetta” 1583-1586, olio su tela, 300x196cm Roma, Santa Maria in Vallicella, cappella Pizzamiglio
Foto 6 Federico Barocci, “Istituzione dell’Eucarestia”,1603-1608, olio su tela, 200x177cm Roma Santa Maria sopra Minerva, cappella Aldobrandini
Foto 7 Federico Barocci “Annunciazione”, 1582-1584, olio su tavola trasportato su tela, 248x170cm, Città del Vaticano Musei Vaticani
Foto 8 Federico Barocci “Madonna del Rosario”, 1588-1592circa, Olio su tela, 286,5x193cm, Senigallia, Museo Diocesano
Foto 9 Federico Barocci “Beata Michelina”, 1590 circa 1606, olio su tela, 283×201, Città del Vaticano Musei Vaticani
Foto 10 Federico Barocci” Assunzione della Vergine”, 1600-1612, Olio su tela, 241,5×171,5cm, Urbino Galleria Nazionale delle Marche
Foto 11 Federico Barocci “Crocifissione con i dolenti”, 1566-1567, olio su tela, 288x161cm Urbino Galleria Nazionale delle Marche
Foto 12 Federico Barocci “Immacolata Concezione”, 1575circa, olio su tela 243×171,3cm, Urubino Galleria Nazionale delle Marche
Foto 13 Federico Barocci e Ventura Mazza “Ecce Homo”, 1612-1613, olio su tela, 180x127cm Urbino, Galleria Nazionale delle Marche, in deposito dalla Pinacoteca di Brera, Milano
Le immagini che documentano il testo sono tratte dal catalogo della mostra:
“Federico Barocci Urbino. L’emozione della pittura moderna”, a cura di Luigi Gallo e Anna Maria Ambrosini Massari con Luca Baroni e Giovanni Russo, fino al 6 ottobre 2024. Orari: dal Martedì alla Domenica dalle 8.30 alle 19.15 chiuso il Lunedì Per informazioni Telefono 0722 2760. www.gallerianazionalemarche.it.
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