Il Ministro della Sanità non ha dubbi: il ricorso ai medici gettonisti è una pratica inaccettabile!
In televisione – e a dire il vero anche nei bar – si sente spesso parlare della sanità gratuita italiana ma sappiamo davvero cosa c’è dietro questa misura che tutto il mondo ci invidia?
Innanzitutto bisogna dire che “il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) è un sistema di strutture e servizi che hanno lo scopo di garantire a tutti i cittadini, in condizioni di uguaglianza, l’accesso universale all’erogazione equa delle prestazioni sanitarie, in attuazione dell’articolo 32 della Costituzione”, come fa sapere il Ministero della Salute.
Abbiamo voluto esordire con questo enunciato perché spesso la politica si dimentica che l’articolo 32 della nostra Carta Costituzionale recita: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”.
E’ bene riflettere su queste parole perché oggi, come ben dice il giornalista Mario Giordano, direttore di “Fuori dal Coro”, a dirigere le Aziende Sanitarie Locali e gli Assessorati Regionali alla Sanità vi sono dei “ladri di salute”.
L’Italia, con la Legge numero 833 del 1978, ha stabilito che il Servizio Sanitario Nazionale deve essere universale, uguale per tutti ed equo.
Dal 1979, infatti, “l’Italia possiede il suo Servizio Sanitario Nazionale cui hanno diritto tutti gli abitanti e che è per lo più gratuito per il fruitore”, come precisa il Consiglio Nazionale Ordine degli Psicologi.
In Regione Piemonte, per parlare di qualcosa vicino a noi, per esempio, si è deciso che nel 2024 verranno assunti 2.000 operatori sanitari – di cui 500 medici – per ridurre finalmente le estenuanti e ingiustificabili liste d’attesa che ammorbano i pazienti piemontesi.
L’Assessore Regionale alla Sanità, Luigi Genesio Icardi, “Lega” – dopo le forti pressioni e proteste di piazza di oltre 60 soggetti tra associazioni, sindacati e ordini professionali – ha firmato un protocollo d’intesa per l’attuazione di un piano straordinario di assunzioni.
Ad oggi – secondo quanto fanno sapere Fp CGIL, CISL Fp, UIL Fpl, Fials, Nursind, Nursing Up – “si sono già potute vedere le prime assunzioni (circa un 25% del totale)” ma il risultato ancora non si tange.
A detta della giornalista Giorgia Garabello, in un articolo dal titolo “Difendere la sanità pubblica, il modello piemontese”, è stato siglato un accordo tra Regione Piemonte, Università degli Studi di Torino e Università del Piemonte Orientale, che “punta a favorire l’assunzione degli specializzandi e prevede incentivi economici (fino ad 800 euro netti in più al mese) per chi sceglierà di svolgere il tirocinio negli ospedali più periferici e nelle discipline per le quali c’è maggiore necessità”.
Lodevole presa di coscienza della Giunta regionale, guidata dal Governatore Alberto Cirio, “Forza Italia”, che – a dirla tutta – avrebbe potuto agire prima visto che è in carica dal luglio 2019.
Il giornalista Alessandro Mondo, “La Stampa”, in un articolo del 21 febbraio 2024 dal titolo “Sanità, il conto dei medici a gettone: in 5 anni in Piemonte spesi 34 milioni”, scrive quanto sia necessario “garantire la funzionalità degli ospedali, a tutti i livelli, senza dissanguarsi ricorrendo ai “gettonisti”, medici/infermieri”.
Parole di assoluto buon senso.
Sul tema abbiamo sentito diversi medici – molti dei quali dipendenti dell’Azienda Ospedaliera “Santa Croce e Carle” di Cuneo – che ci hanno manifestato il loro dissenso nei confronti di un Sistema Sanitario Regionale che talvolta privilegia i “gettonisti” che, oltre a costare di più, non danno un valore aggiunto sul fronte della qualità delle cure.
Il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, “Fratelli d’Italia”, su questo punto non ha dubbi: “Basta con i medici gettonisti, è una pratica inaccettabile: i cittadini meritano di essere curati da chi ha una specializzazione adatta. E senza più pagare i gettonisti quegli stessi medici torneranno nel servizio sanitario pubblico”.
Parole intelligenti e sacrosante. Il Ministro della Salute ha ben chiaro che uno smodato ricorso alla sanità privata non farà altro che danneggiare quella pubblica.
Nelle nostre città si stanno “moltiplicando come batteri” i Centri Medici, Poliambulatori, Laboratori di Analisi privati che – a costi talvolta proibitivi – erogano servizi sanitari in pochi giorni.
Nella sanità pubblica, invece, per ottenere una TAC, una Risonanza Magnetica, un Ecodoppler, a volte si deve aspettare ben oltre un anno.
Ciò che molti nostri lettori lamentano è che i Centri Medici privati erogano prestazioni in tempi rapidi non con personale sconosciuto ma con gli stessi medici che operano nella sanità pubblica.
Da più parti si dice che va rivista la contrattazione dei medici.
Secondo Associazioni di Consumatori e Associazioni Sindacali, “chi lavora nella sanità pubblica non deve più poter lavorare nel privato e neppure praticare la professione in regime di “intra moenia”. Al contempo, i medici che lavorano in regime di libera professione non devono poter effettuare servizi nella sanità pubblica”.
La privatizzazione dei servizi sanitari è pericolosa perché permetterà l’accesso alle cure solo a chi ha un reddito a diversi zeri e a chi può permettersi un’assicurazione sanitaria.
Vogliamo andare verso una sanità come quella statunitense? Vogliamo che gli ospedali inizino a curare solo chi ha i soldi, lasciando indietro gli altri?
Il tema è complesso ed articolato.
Il protocollo d’intesa siglato tra Regione Piemonte, Università e Sindacati è un buon punto di partenza ma non basta. Non ci si può sedere e non si può guardare il tempo che passa.
Per garantire a tutti un sistema di cure equo, universale e paritetico serve un impegno costante e coerente a cui il prossimo Assessore Regionale alla Sanità è chiamato.
Noi, come sempre facciamo, monitoreremo la situazione perché la salute dei nostri lettori ci sta a cuore.
Hanno eliminato il giuramento di Ippocrate e si vede!! Di etica professionale non si parla più, si va a gettoni come i jukebox, senza cuore, senza seguire il paziente con metodo, senza umanità, in una parola. Ed è triste e sgradevole che chi decide lo faccia solo in vista delle elezioni, cosa anche più squallida