La sanità della Regione Sardegna fa acqua da tutte le parti. Riuscirà Alessandra Todde a risolvere il problema?
Nella Sardegna della pentastellata Alessandra Todde vi è una situazione sanitaria a dir poco imbarazzante.
L’Assessore ai Servizi Sociali e alla Programmazione del Comune di Bortigali, nel nuorese, Teresa Loriga, dopo i numerosi servizi fatti dalla trasmissione “Fuori dal Coro” di Rete4, ha dichiarato a “L’Unione Sarda”: “Purtroppo la situazione appare veramente drammatica. Combattiamo questa battaglia in prima linea, ma spesso le nostre ragioni, che sono quelle dei cittadini, non vengono ascoltate”.
Parole che devono davvero far riflettere sia chi amministra in Regione Sardegna, sia chi ha scelto di diventare un operatore sanitario per occuparsi del bene più prezioso che esista: la salute pubblica.
L’Assessore Loriga, addentrandosi nel cuore del problema, ha aggiunto: “C’è un forte incremento di persone che ricorrono al privato e soprattutto rinunciano alle cure. Le conseguenze sono disastrose. Prenotarsi al CUP è impossibile. Il caso di Macomer, che non è più distrettuale, ma regionale: vi accedono anche persone di altre ASL, provenienti da altre parti dell’Isola, lasciando però sguarnito il territorio”.
A leggere certe cose si accappona la pelle. Com’è possibile che nel 2024 una regione non sia in grado di garantire le cure a tutti, come peraltro prevede l’articolo 32 della Costituzione?
Come si può accettare che un assessore dica che vi sono persone che “rinunciano alle cure” perché non hanno la possibilità economica di ricorrere alla sanità privata?
Per chi pensa che vi sia un’esagerazione iperbolica per gettare discredito sulla sanità pubblica sottolineiamo come in Sardegna per fare una visita ambulatoriale “si devono aspettare mesi e spesso, come è successo ad un gruppo di diabetici, non si trova uno spazio in tutta l’Isola”.
A dirlo non sono pericolosi membri di un centro sociale ma sempre l’Assessore Teresa Loriga.
Tantissimi cittadini sardi, intervistati dalle diverse testate e mostrati nei servizi realizzati dai collaboratori di Mario Giordano, dicono che sono stanchi di dover girare mezza Sardegna per trovare uno specialista del Sistema Sanitario Pubblico.
Ecco perché Teresa Loriga, intervistata da Francesco Oggianu, ha chiosato: “Così si ledono i diritti dei cittadini. Non ci dobbiamo rassegnare, ma combattere per far rispettare il diritto alle cure, soprattutto per venire incontro alle persone a reddito basso”.
Situazione davvero emblematica che richiede un intervento forte e determinato da parte della Giunta Todde.
Tra poche settimane la Sardegna si riempirà di turisti, provenienti da tutto il mondo, e non si può certo pensare di avere ospedali e strutture sanitarie non in grado di gestire eventuali emergenze sanitarie.
Anche perché “La Nuova Sardegna”, il 09 aprile scorso, titolava: “Sanità a pezzi e cure troppo care: i sardi scelgono di farne a meno”.
Nel documentato articolo veniva detto – con agghiacciante chiarezza – che “la Sardegna è la regione in cui è più alta la percentuale di rinunce alle prestazioni sanitarie con il 12.3 per cento dei sardi che, pur avendone bisogno, fanno spallucce e tirano avanti facendo a meno di sottoporsi alle visite specialistiche o agli esami diagnostici”.
Affermazioni come questa fanno molto male. Gli italiani sono salassati di tasse, specialmente i lavoratori dipendenti che non le possono evadere, e devono vivere una situazione sanitaria al limite del terzo mondo.
Chi amministra la cosa pubblica non può far finta che questo non sia un problema e non può neppure continuare a dar la colpa alla “pandemia” da Covid-19.
Il Governatore Todde deve assolutamente mettere in campo tutte le risorse possibili e disponibili per far fronte all’emergenza sanitaria che ammorba la sua regione.
Un Paese del G7, tra i fondatori dell’Unione Europea, non può assolutamente avere una sanità scostante e inconcludente come quella dei Paesi più poveri del Sud America o dell’Africa Sud Sahariana.
Anche in vista delle prossime Elezioni Europee dell’8 e 9 giugno torneremo ad occuparci della questione. I politici devono capire che con la salute pubblica non si scherza e che gli indigenti hanno diritto ad essere curati, al pari degli industriali.
Situazione sanitaria incommentabile se non con parole forti che mi farebbero censurare. Certo che i sardi se la sono proprio voluta, votando i 5 stelle al governo della regione. Questo partito vuole la decrescita felice, che ci possiamo aspettare? Un’incapacità felice, una povertà felice e una sanità…… infelice