La Riforma dell’Ordinamento della Polizia Locale è prioritaria per la Regione Veneto. Il Ministero dell’Interno cosa farà in merito?
Continua la nostra inchiesta per capire ragioni e bisogni degli appartenenti al Corpo di Polizia Locale.
Questa volta lo facciamo riportando ciò che è avvenuto nel mese di febbraio scorso a Venezia dove il Consiglio Regionale del Veneto ha approvato a maggioranza una mozione nella quale si sostiene la necessità – ormai improrogabile – di una riforma dell’Ordinamento della Polizia Locale.
Questa mozione ha un chiaro sapore politico ma – nella sostanza – mira a modificare la Legge Quadro sull’Ordinamento della Polizia Municipale del 1986. Dopo 38 anni sarebbe quasi ora di metter mano alla normativa, al fine di riconoscere maggiori tutele agli Operatori della Polizia Locale.
La Regione Veneto, guidata dal Governatore Luca Zaia, “Lega”, vuole rafforzare il ruolo e le competenze della Polizia Locale, equiparando il Corpo alla Polizia di Stato.
Ad oggi, infatti, la Polizia Locale si trova spesso a “fare da stampella” alla Polizia e ai Carabinieri in interventi di Ordine Pubblico o nella gestione delle emergenze in ambito urbano, senza però avere né la giusta remunerazione né le adeguate tutele di equipaggiamento e di indennizzi previdenziali.
Questo – non serve dirlo – ha creato negli anni un forte senso di frustrazione e di disparità negli appartenenti al Corpo di Polizia Locale che si sentono – a pieno titolo – “Servitori dello Stato di Serie B”.
Se la Riforma dell’Ordinamento della Polizia Locale dovesse finire sul tavolo del Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, così com’è stata pensata e votata, darebbe agli Agenti di Polizia Locale la possibilità di accedere ai sistemi informativi nazionali e regionali per l’identificazione dei cittadini.
Ad oggi, invece, quando la Polizia Locale ferma un soggetto in strada per sapere, ad esempio, se questo è stato raggiunto da un Decreto di Espulsione deve passare obbligatoriamente dal Gabinetto della Questura in quanto non ha possibilità di accedere ai database del Ministero dell’Interno.
Queste lungaggini burocratiche creano dei grandissimi disservizi alla cittadinanza che – in ultima analisi – è quella che ne paga le pene.
Che senso ha, infatti, avere un Corpo di Polizia Locale se poi questo non è in grado di poter espletare materialmente le funzioni che lo scorrere degli eventi richiede?
Un altro aspetto importante della tanto ambita Riforma dell’Ordinamento è legato alla possibilità di permettere ai Comandi territoriali di utilizzare armi e mezzi adeguati per affrontare le emergenze che, ormai sempre di più, si vengono a creare all’interno delle nostre città.
Allo stato attuale vi sono Comandi che riescono a dotare gli Agenti di equipaggiamento di qualità e di strumenti atti a neutralizzare una minaccia senza creare problemi al singolo, all’Operatore di Polizia e al soggetto in stato di attenzionamento.
Altri Comandi, invece, non riescono a fornire neppure la strumentazione minima per permettere all’Agente di proteggere la sua persona.
Questa disparità di trattamento non solo lede la dignità del lavoratore – perché dietro la divisa vi è comunque un dipendente – ma rende difficile riuscire a garantire l’ordine e la sicurezza che i cittadini chiedono in tutti i talk-show, ormai da anni.
L’emittente televisiva veneta “Antenna Tre”, affrontando questa importante tematica, ha detto che “Le Associazioni dei Sindaci e dei Comandanti della Polizia Locale hanno espresso il loro apprezzamento per l’iniziativa legislativa, che considerano un passo avanti per la valorizzazione della categoria e per il miglioramento del servizio ai cittadini”.
Come abbiamo già detto, e come sostengono con forza, da anni, i Sindacati di categoria, “La proposta di Legge mira anche a valorizzare il personale della Polizia Locale, equiparando i livelli e le qualifiche occupazionali, i trattamenti economici, previdenziali, assistenziali e infortunistici, a quelli previsti per le Forze di Polizia dello Stato”.
Quando si parla di miglior trattamento assistenziale e infortunistico non si può non pensare ai tanti, troppi, Agenti di Polizia Locale feriti in servizio o addirittura morti nell’adempimento del dovere.
Fece molto clamore il caso dell’Agente della Polizia Locale di Fara Vicentino, Alex Frusti, che si beccò diversi proiettili sparatigli da un nordafricano che – disarmando un Carabiniere – aveva fatto fuoco contro di lui.
La Redazione di “Vicenza Today”, nel narrare il fatto, scrisse che l’Agente Frusti “era stato sottoposto ad intervento chirurgico d’urgenza dal momento che i proiettili l’avevano ferito gravemente ad un polmone e ad una gamba”.
Triste a dirlo ma – se la stessa cosa fosse successa ad un Agente della Polizia di Stato, ad un Finanziere o ad un Carabiniere – gli indennizzi di natura economica, previdenziale, assistenziale e infortunistica sarebbero stati di tutt’altra entità.
Queste disparità tra gli operatori del Comparto Sicurezza devono essere assolutamente azzerate ed è giunto il momento che la politica si renda conto di non poter più temporeggiare.
“Civico 20 News”, da sempre schierato dalla parte di chi opera per la sicurezza, l’ordine e il decoro delle nostre città, approfitta per ringraziare i tanti Agenti della Polizia Locale che, ogni giorno, con professionalità e competenza, pattugliano il territorio a tutela dei cittadini.