Il Generale Vannacci, al netto degli attacchi, continua la sua campagna elettorale tra la gente e per la gente.
Da settimane, su tutti i maggiori social network, va in scena una campagna di linciaggio mediatico nei confronti del Generale di Divisione Roberto Vannacci che, in pieno diritto costituzionale, ha deciso di candidarsi per il Parlamento Europeo, quale indipendente, tra le fila della “Lega”.
L’appoggio che il valente Generale sta dando a Matteo Salvini ha fatto indispettire non poco gli oppositori politici dell’attuale Governo che, senza edulcorazioni, si lasciano andare a frasi come: “Vannacci è la vergogna dell’Esercito italiano”, “Se non è più nell’Esercito un motivo ci sarà”, “Un Ufficiale dell’Esercito è un militare e deve fare quello”, …
Opinioni, per carità, che meritano però delle precisazioni.
Al netto dell’odio e del livore che si è scatenato contro l’ex Comandante della Brigata Paracadutisti “Folgore”, va detto che Vannacci sarà un candidato indipendente e che – come ha dichiarato in una recente intervista rilasciata a Giorgio Valleris di “ByoBlu” – manterrà “la propria identità e lotterà, con coraggio, per affermare i propri valori di Patria, tradizioni, famiglia, sovranità e identità”.
Parole nette e molto apprezzate dall’elettorato di Destra.
In questi giorni abbiamo contattato diversi nostri affezionati lettori per capire quale sarà la loro scelta nel segreto dell’urna l’8 e 9 giugno prossimi.
Non pochi di loro ci hanno detto che voteranno il Generale Vannacci e, di conseguenza la “Lega” di Matteo Salvini. Si sentono rappresentati dall’autore de “Il mondo al contrario” ma, soprattutto, sanno che un Parà mantiene sempre la parola data, anche a costo della vita.
In Europa si necessita di personalità politiche forti e determinanti, dal forte senso di Patria e dall’identità ideologica granitica.
Il Generale Vannacci era consapevole di “alzare un polverone” con il suo primo libro e sapeva anche di non esser particolarmente simpatico al “cerchio magico” di Giorgia Meloni che, infatti, mediante il Ministro della Difesa, Guido Crosetto, lo aveva immediatamente sollevato dal Comando dell’Istituto Geografico Militare, sostituendolo con il Generale Massimo Panizzi, proveniente dai ranghi alpini.
Ciò nonostante ha fatto uscire il suo libro ed ha iniziato ad andare a presentare le sue tesi ovunque lo invitassero.
Sono ormai mesi – quasi un anno – che il Generale Vannacci percorre da Nord a Sud la nostra Penisola per dichiarare come intende invertire la tendenza e riportare il mondo al corretto verso di marcia.
Le sale sono sempre gremite. Tra gli astanti non solo elettori della “Lega” ma tanti sostenitori di “Fratelli d’Italia”, “Forza Nuova”, “Fiamma Tricolore”, “Destra Sociale”, e tutti quei soggetti politici extraparlamentari che – ormai da anni – non riescono a sedere nell’Emiciclo.
L’obiettivo del Generale è chiaro: ottenere più di 700.000 schede con su scritto “Vannacci”, in modo da dimostrare al “mainstream servo di Bruxelles” che le sue idee sono quelle di una ragguardevole fetta di italiani.
La speranza di Salvini, invece, è quella di superare la soglia del 10% per riprendere il secondo posto sul podio del Centrodestra e “far respirare un po’ di polvere” a “Forza Italia” e ad Antonio Tajani.
Non è un mistero per nessuno, infatti, che gli eredi politici di Silvio Berlusconi siano filo-Von der Leyen, favorevoli alle istanze della Lobby LGBT, propensi allo Ius Soli, ecc…
Matteo Salvini, con la candidatura del Generale Roberto Vannacci, sta cercando di marcare le distanze con il cosiddetto “mondo moderato” rappresentato da Antonio Tajani, Maurizio Lupi, Giovanni Toti, Luigi Brugnaro, Gianfranco Rotondi, e tutti gli altri ex “Democrazia Cristiana” che hanno il chiodo fisso dell’Europa come Alcide De Gasperi e don Luigi Sturzo.
La proposta della “Lega” è chiara: “Più Italia in Europa e meno Europa in Italia”. Le stesse parole che recentemente ha pronunciato il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, alla Convention di Pescara.
Matteo e Giorgia stanno cercando di parlare allo stesso elettorato, cercando di accattivarlo al proprio partito. Salvini per farlo ha giocato la carta del Generale Vannacci, la Meloni, per tutta risposta, ha messo in campo Vittorio Sgarbi.
La competizione della Destra italiana è frizzante quanto appassionante. Sfizioso sarà scoprire a chi gli italiani concederanno la loro fiducia.
Una cosa è sicura: queste Elezioni Europee saranno una sonora lezione di umiltà per il “Partito Democratico” di Elly Schlein e per il “Movimento 5 Stelle” di Giuseppe Conte che vedono nel sussidio e nell’accoglienza indiscriminata la ricetta per l’Europa del domani.
Giornalismo scritto in modo fluente chiaro, descrittivo,senza mai uscire dal selciato.Non avevo mai letto articoli di questa testata,la lettura è stata piacevole, complimenti all autore.