CGIL e Lobby LGBT siglano un Protocollo d’intesa anti-Destra. E’ davvero questo il ruolo di un sindacato?
Il 26 giugno scorso – mentre in Italia vi sono continui incidenti sui luoghi di lavoro, taluni dei quali anche mortali – il più grande Sindacato italiano, la CGIL, ha deciso di siglare un Protocollo d’intesa con le principali Associazioni LGBTQIA+ per portare avanti “battaglie comuni per la difesa dei diritti”.
I Cittadini italiani non sono del tutto rincitrulliti e hanno capito che tale manovra, fatta dal Sindacato di Maurizio Landini, è volta ad attaccare il Governo di Giorgia Meloni.
Ciò che è stucchevole e disdicevole è che, per farlo, la CGIL utilizzi la Lobby LGBT che – a detta dell’ISTAT, sarebbe fortemente osteggiata.
Nell’ebook “Discriminazioni lavorative nei confronti delle persone LGBT+ e le diversity policy”, pubblicato il 2 luglio 2024, l’Istituto Nazionale di Statistica tiene a sottolineare come “il nostro Paese, all’interno del continente ha tra i più bassi livelli di tutela dei diritti per la comunità LGBT+, pure avendo accresciuto negli ultimi venti anni il proprio impegno per la loro inclusione e tutela”.
Sarebbe interessante capire a quali tipi di tutela si riferisca l’ISTAT soprattutto alla luce del fatto che “anche l’Unione Europea ha più volte affrontato il tema dei diritti delle persone LGBT+ e in particolare con la Risoluzione del Parlamento europeo dell’11 marzo 2021 si è proclamata ‘zona di liberta per le persone LGBTIQ’”.
Ormai il tema della discriminazione verso le persone LGBT pare più uno slogan che la realtà.
In Italia, secondo quanto asserito dalla CGIL, “L’attacco ai diritti perpetrato in questo primo anno e mezzo di governo è di estrema gravità ed ha segnato in modo netto e deciso il profilo identitario delle destre nazionali sulla falsariga di quanto già avvenuto a livello internazionale”.
Evidentemente Landini e i suoi collaboratori non hanno letto il Report dell’ISTAT ove si legge che “Malta, Danimarca e Belgio offrono maggiori protezioni riconoscendo, nel caso di Malta, specifici diritti a livello costituzionale”. Parliamo di tre Paesi europei che hanno una legislazione molto “LGBT friendly”, se così la possiamo definire.
Ma la natura ideologica del Protocollo d’intesa siglato tra la CGIL e la Lobby LGBT emerge già a pagina 2 dove viene scritto chiaro: “Rinnovato impegno a promuovere e tutelare i percorsi di identità alias negli istituti scolastici e nei luoghi di lavoro, nella forma che prevede l’autodeterminazione delle persone che la richiedono a prescindere dall’aver o meno intrapreso gli attuali e inadeguati percorsi di rettifica del documento”.
Fa specie che proprio la CGIL metta nero su bianco di voler violare le normative vigenti dal momento che in Italia – allo stato attuale delle cose – la “carriera alias” non è consentita e che il Ministero dell’Interno, proprio sul tema dei documenti, ha emanato circolari ben chiare per gli Uffici Anagrafe e per quanti debbono redigere la compilazione di documenti pubblici.
Eppure Landini e i suoi insistono: “Riconosciamo l’identità alias come strumento fondamentale per promuovere e garantire il diritto allo studio e il diritto al lavoro per oltre il 3% della popolazione (Sondaggio IPSOS Pride 2023)”.
Se è vero che in Italia vi sono 60.000.000 di italiani significa che – a quanto si asserisce nel Protocollo d’intesa – 1.800.000 italiani vorrebbero fruire della “carriera alias”. Ci pare una dichiarazione molto opinabile e dissertabile.
Secondo la CGIL e la Lobby LGBT quella posta in essere dal Governo Meloni sarebbe “una precisa strategia che caratterizza le destre radicali in questi anni e che si sta manifestando anche nel nostro Paese, con una particolare virulenza contro le famiglie omogenitoriali e le persone transgender”.
Parole che fanno davvero riflettere e che i membri dell’Esecutivo potrebbero utilizzare per intentare causa contro i contraenti del Protocollo d’intesa. Dire che il Governo è “particolarmente virulento” contro le famiglie arcobaleno e contro le persone trans è altamente diffamatorio.
Esattamente come andrebbe dimostrata l’asserzione secondo cui il Governo Meloni starebbe conducendo un attacco “contro i diritti sessuali e riproduttivi e contro la comunità LGBTQIA+”.
Evidentemente a Roma, in Corso Italia 25, nella Sede Nazionale della CGIL non sanno che è pieno di italiani che lavorano sottopagati, spesse volte in nero, troppe volte senza Dispositivi di Protezione Individuali e tutele per la salute.
Per Maurizio Landini e i suoi “colonnelli” la cosa importante è gettare fango sul Governo legittimamente eletto, guidato da Giorgia Meloni.
In quel della CGIL non è ancora stata digerita la netta vittoria della Destra alle Elezioni Europee dell’8 e 9 giugno scorsi e il diniego, da parte del Governo, al “Salario minimo” tanto caro alla gregaria della CGIL, Elly Schlein.
Torneremo senz’altro ad affrontare la questione.
Ma basta con questo tormentone!!! Si parla solo degli lgbt!!! La vera gente italiana, quella che lavora e che la sera non ha più la forza di fare grandi balletti ( e Landini dovrebbe difendere questa gente, oppure non gli interessa più?) ha ben altro da pensare! Con gli stipendi bassi e l’incertezza di averli sempre, devono pensare a mettere il pane in tavola, a mandare i figli a scuola, ad assistere gli anziani genitori; CHE COSA C’ENTRANO GLI LGBT!!!! NON SONO problemi del lavoro! Ora la lotta di classe è questa?? Che pagliacciate insopportabili!
Hai perfettamente ragione!!!!