8 Settembre 2024

5 thoughts on “L’EDITORIALE DELLA DOMENICA DI CIVICO20NEWS – Giancarlo Guerreri: abbiamo un progetto di vita?

  1. Grazie, uno splendido articolo,
    Il progetto di vita deve necessariamente mirate alla realizzazione dell’ alchimia dello spirito, perché tutto il resto appartiene alla materia , e la materia non attraversa le porte della morte fisica …

  2. Grazie, uno splendido articolo,
    Il progetto di vita deve necessariamente mirare alla realizzazione dell’ alchimia dello spirito, perché tutto il resto appartiene alla materia , e la materia non attraversa le porte della morte fisica …

  3. Il sapere che il mio “io” non e’ fatto solo di materia ma, soprattutto spirito, mi fa vedere un mondo meno distorto.
    Fa un gran bene credere che la materia e’ dispersione ma la spirito e’ il conforto.

  4. A me non sembra che considerare il Daimon sia al di fuori della diatriba materialisti-spiritualisti perché pende tanto dalla parte dei primi. Le coincidenze della sincronicità per Jung sono di più di un fatto meccanico, le definisce il linguaggio degli dei.

    Personalmente non vedo una rivoluzione in Faggin, ideare microprocessori e chiedersi che senso ha la propria vita sono su piani diversi, non si può parlare di opposizione né di sinergie. Lo scienziato ha un momento mistico, ma l’affrontare un campo che aveva trascurato, ricongiungersi col padre filosofo o qualunque altra motivazione l’abbia spinto non modifica la sua scienza. E quando vuole applicarla nel campo “nuovo” pone solo delle ipotesi e queste nel migliore dei casi arrivano allo studio del pensiero, la coscienza è oltre e il senso finale lo è ancor di più col suo metodo.

    Infine mi viene da pensare che la visione meccanicista di un mondo retto da una serie di eventi che si influenzano a catena determinando la stessa personalità e quindi il modo di reagire (dando avvio ad altri eventi) e quella deterministica delle Parche deresponsabilizza allo stesso modo, il fato vanifica il libero arbitrio.

  5. Concordo sulla ricerca del ruolo, anche secondo me è “tutto lì”.
    Raggiungerlo per deduzione studiando il proprio passato può essere una buona via. Anche se richiede tempo e significherebbe che il punto di massima esperienza coincide con quando non serve più.

    (bell’articolo, denso di spunti)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *