
Abuso sconsiderato di social
“Presunto deterioramento dello stato mentale o intellettuale di una persona, soprattutto come conseguenza di un consumo eccessivo di materiale (in particolare di contenuti online) considerato banale o poco impegnativo”. Questo è brain rot per la Università di Oxford, che ha scelto la espressione come parola dell’anno 2024: marciume del cervello; questa è la sua traduzione letterale.
Lo scrolling sui telefonini, che sottrae tempo a chi ne ha poco per impegni lavorativi, nel 2024, infatti, si è rivelato estremamente prolungato senza una giusta motivazione ed è ormai abitudine sempre più diffusa, che colma il tempo libero dei nullafacenti, ne induce sonnolenza e mancanza di attenzione, “annebbiamento mentale, deterioramento cognitivo”, rimbambimento, rincoglionimento, marciume del cervello, brain rot, appunto.
Sul web, i giovani sono tra i più sconsiderati utilizzatori di lunghi collegamenti internet, per saziare la loro fame di contatti umani, enfatizzata dal covid e che perdura. L’uomo è un animale sociale, scriveva Aristotele, e questa socialità oggi si realizza pienamente coi contatti social.
Ma non ci sono purtroppo, negli incontri virtuali su internet, quei complementi necessari alla socialità, fatti di contatti fisici e di messaggi indicativi provenienti dal linguaggio del corpo, compresi i suoi odori e certi suoi ammiccamenti. Questi, talvolta quasi impercettibili, per lo più sono però captati negli incontri fisici tra persone legate da certe intimità che, diversamente su internet, finiscono talvolta, purtroppo, per essere palesate con clip multimediali inclusivi di video e spesso di confidenze vocali, dai contenuti anche prossimi alle oscenità, assai pericolosi quindi per future fruizioni in esecrabili contesti lontani dall’ambito della privatezza nella quale sono stati realizzati e concessi.
Per tutti, e in particolare per la formazione dei giovani, sulle piattaforme online di libera consultazione l’impatto del consumo esasperato di tanti, troppi contenuti virali, per lo più di qualità molto bassa e deprecabili per molte ragioni etiche, culturali, sociali in generale, è preoccupante per gli esiti di possibili marcescenze intellettuali, fomentate anche dalla ossessiva reiterazione di certe tracce audio/video elevatesi a livello di meme.
Il nostro rapporto con i media, frutto della moderna evoluzione dei costumi, può anche essere divertente e coinvolgente e appassionante, ma le conseguenze sul piano evolutivo della nostra mente impongono regole che consentano di conservarne la integrità nel tempo.
Continua quindi ad essere drammaticamente attuale, decontestualizzato, quel che scrisse nel 1854 Henry Thoreau nell’autobiografico Walden, libro dove pare sia comparsa per la prima volta l’espressione brain rot: “Mentre l’Inghilterra si sforza di curare il marciume delle patate, nessuno cercherà di curare il marciume del cervello (brain rot), che si diffonde in modo molto più ampio e fatale?”.
Si vales, vàleo