I Disturbi del Comportamento Alimentare: la necessità di fare passi avanti
Il 19 gennaio è stata l’occasione per tutti i cittadini di scendere in piazza ed accendere una luce sulla tematica dei Disturbi del Comportamento Alimentare. La necessità di fare passi avanti e soprattutto nella direzione giusta, non può attendere. La base da cui partire è sicuramente il confronto con chi queste esperienze le vive ogni giorno sulla propria pelle e per questa ragione che abbiamo ritenuto importante aprire un dialogo con Francesca Lazzari, Presidente dell’associazione Così Come Sei e una delle fondatrici della Fondazione Fiocchetto Lilla.
Francesca, da dove nasce l’associazione Così come Sei?
“L’associazione nasce da me, mio marito e i miei figli dopo la morte di Lorenzo, l’altro nostro figlio. Lorenzo si è ammalato a 14 anni di una forma grave di anoressia. Dopo un lungo ricovero e anni di battaglia, gli è stata fatale una ricaduta. Durante il corso della sua malattia noi ci siamo sentiti abbandonati e
Il 19 gennaio le piazze d’Italia si sono colorate di lilla in dissenso alla scelta del governo di tagliare il fondo per il contrasto ai DCA. Che significato ha questo ridimensionamento dei fondi?
“Il 19 gennaio siamo scesi in piazza perché nell’ottobre del 2021 siamo stati ricevuti dall’allora ministro della sanità Sileri ed è stata portata avanti una proposta di legge finalizzata a rendere i DCA una malattia autonoma nei LEA assicurando che tutte le regioni potessero fornire livelli di assistenza minima, mancava solo il decreto attuativo. Per traghettare fino all’attuazione della legge, sono stati finanziati 25 milioni. Ora, a distanza di quasi 3 anni, non solo non è stata attuata la legge, ma sono stati tagliati quei fondi facendoli azzerare prima, per poi arrivare a dieci milioni. La situazione è assurda perché i casi sono aumentati come è aumentato anche il numero delle vittime quindi vuol dire che anche quei 25 milioni non erano sufficienti. Siamo scesi in piazza per chiedere l’attuazione di quella legge, è una necessità impellente!”
Cosa manca in Italia, anche da un punto di vista di pratico, nei percorsi di cura dei Disturbi del Comportamento Alimentare?
“Ci sono regioni in Italia dove non c’è un reparto, un ambulatorio o una residenza per la cura dei DCA. Ci sono regioni dove manca tutto, per quello serve un riconoscimento dell’autonomia della malattia, in maniera tale che le regioni, tutte, siano obbligate a fornire quei livelli di assistenza minimi. La mobilitazione è stata a livello nazionale anche per questo. Non possono esserci delle differenze così abissali sul nostro territorio, siamo un paese che deve dare la stessa dignità a tutti i cittadini.”
Cosa si sente di dire a tutte quelle famiglie che stanno entrando in questo tunnel difficile?
“Io mi sento di dire di non mollare mai. Per la mia esperienza comprendo il loro stato d’animo, noi genitori dobbiamo continuare a fare i genitori e non possiamo pensare di curare i nostri figli da soli. Per queste malattie servono delle équipe interdisciplinari specializzati. Queste sono malattie che coinvolgono la famiglia intera e il ruolo che può avere nel percorso di cura è fondamentale, ma non può farcela in autonomia. Serve un lavoro collettivo con figure professionali e supporto esterno.”
Matteo Guglielmo (Liberi Piemonte)
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