Era nato a Vinchio (AT), il 9 febbraio 1871, al secolo Giovanni Garberoglio
Maggio è un mese “forte” per i credenti, per il culto della Madre di Cristo e anche all’interno della grande famiglia lasalliana. Giovanni Garberoglio è stato uno dei figli di questa Congregazione, nato a Vinchio (oggi provincia di Asti, all’epoca provincia di Alessandria) il 9 febbraio 1871. Ripercorriamo in breve la sua esistenza.
Già da giovane, portato all’insegnamento ed alla catechesi, vorrebbe coronare questa vocazione tra i Fratelli delle Scuole Cristiane, la Congregazione fondata da Giovanni Battista de La Salle (1651 – 1719, beatificato nel 1888 e canonizzato il 24 maggio 1900), vocata all’educazione e all’istruzione dei giovani; il suo desiderio si scontra con le obiezioni dei genitori che, da fervidi cristiani, lo vorrebbero sacerdote. Solo dopo la morte del padre, superate anche le opposizioni della mamma, riesce a coronare il suo sogno, a 16 anni: il 12 ottobre 1887 inizia il noviziato dei Fratelli a La Villette (Comune di La Ravoire, presso Chambéry) in Savoia, vestendone l’abito con il nome di Fratel Teodoreto (come un sacerdote martire ad Antiochia nel 325).
All’interno di varie Case dei Fratelli, ricopre incarichi di responsabilità e dimostra che inclinazione naturale che lo orienta all’apostolato e ad una vita religiosa molto intensa.
La sua professione è interrotta, nel 1889, dal servizio militare; ottiene il diploma magistrale a Pinerolo, nel 1903 l’abilitazione alla docenza nelle scuole medie (disegno) a Genova.
Compie i primi passi nell’apostolato alla Scuola di Santa Pelagia in via delle Rosine, casa madre del Distretto di Torino (1829) e sede centrale della R.O.M.I. (Regia Opera Mendicità Istruita, per la gestione delle scuole elementari di Torino, dal 1830 affidata ai Fratelli delle Scuole Cristiane).
Durante il secondo noviziato, trascorso nel 1906 a Lembecq-lez-Hal in Belgio, presso la Casa Generalizia Saint Joseph dei Fratelli, concepisce l’idea di fondare un’altra opera, per proseguire la formazione degli ex-allievi di Santa Pelagia: con quale strumento? Qui nasce l’idea dell’Unione Catechisti, per dare ai giovani una “formazione permanente”.
L’incontro con Fra’ Leopoldo
In una città come Torino, divisa fra bene e male nell’immaginario collettivo, nel 1912 la vita di Fratel Teodoreto si incrocia con quella di un francescano dalle intuizioni profetiche, che vive nel convento di San Tommaso: Fra’ Leopoldo O.F.M. (al secolo Luigi Maria Musso, Terruggia, AL, 1850 – Torino, 1922), che gode fama di santità e gli confida i suoi propositi. È singolare l’amicizia e l’affinità spirituale che si instaura tra queste due figure del cattolicesimo torinese di inizio Novecento, che agiscono in sintonia da due diverse provenienze religiose: uno suggerisce all’altro per attuare un progetto più grande di loro, che al francescano viene suggerito da “locuzioni interiori”; lui le trasmette all’amico docente, che le accetta e le esegue.
Fratel Teodoreto apprende della “Devozione” a Gesù Crocifisso, una preghiera alle Cinque Piaghe di Gesù, composta da Fra’ Leopoldo, grazie a una fedele; da lì a poco, avviene l’incontro con il francescano, da cui scaturirà un connubio inscindibile e molte ispirazioni a fare il bene. Dopo questa conoscenza, Fratel Teodoreto diffonde la pratica religiosa, coadiuvato da confratelli e alunni e Fra’ Leopoldo lo incoraggia in due progetti: la fondazione della Pia Unione Catechisti di Gesù Crocifisso e di Maria SS. Immacolata e l’istituzione delle Case di Carità.
Con senso pratico e spirito di obbedienza, ben prima di lanciarsi in questa inaspettata avventura, Fratel Teodoreto sembra voler mettere alla “prova” la validità della devozione al Crocifisso e chiede tre grazie, che otterrà:
il permesso, subito accordato dai superiori, di far recitare la preghiera nella scuola di S. Pelagia;
poter sostenere nelle sue scuole gli esami interni, con valore legale;
un aiuto finanziari per l’acquisto una Casa a Pessinetto, per ritiri e soggiorni estivi.
La Pia Unione di Gesù Crocifisso e di Maria SS. Immacolata (poi Unione Catechisti)
L’intuizione di Fratel Teodoreto, man mano rafforzata dalle “rivelazioni” di Fra Leopoldo, si concretizza in una “famiglia spirituale” formata da laici, per la catechesi dei giovani, a servizio delle parrocchie in cui vivono; la loro spiritualità deve essere ancorata al Crocifisso ed illuminata da Maria, orientata alla santità personale per la santificazione degli altri, attraverso opere di carità.
Un gruppo di giovani risponde al suo fervore con riunioni di preghiera e giornate di ritiro, che formano pian piano lo spirito dell’Associazione.
Il 26 maggio 1914 l’Arcivescovo di Torino concede all’Unione il primo riconoscimento canonico e nel 1933 approva le Regole e le Costituzioni, redatte da Fratel Teodoreto. Fin dall’inizio, egli vuole che i catechisti dell’Unione siano diplomati presso l’Ufficio Catechistico Diocesano, a disposizione dei parroci per il catechismo domenicale e nelle scuole operaie serali, festive e diurne
Questa realtà spirituale torinese, oggi non più esistente, si componeva di: catechisti congregati che abbracciano la professione religiosa con i voti di povertà, castità e obbedienza; catechisti associati, anche coniugati, che ne osservano il regolamento; fedeli adoratori di Gesù Crocifisso che si impegnano a recitare la “Devozione” e a diffonderla; zelatrici e ascritti.
L’Unione Catechisti si trasforma in Istituto secolare dopo l’emanazione della Costituzione Apostolica “Provida Mater Ecclesia” di Pio XII del 1947, di cui era stata profetica anticipazione. Fino allo scioglimento (decreto pontificio del 5 giugno 2018), è stata proprietaria della casa natale di Fratel Teodoreto, poi trasferita alla Diocesi di Torino. Il 22 febbraio 1949 è emanato il decreto diocesano di erezione a Istituto Secolare.
La Casa di Pessinetto
La Casa San Giuseppe di Pessinetto è frutto di quel “segno” da lui chiesto: trovare un luogo idoneo dove far riposare, durante le vacanze, i confratelli o dare ristoro a quelli più anziani. Egli riesce ad affittare la casa e i terreni, tutto versa in cattive condizioni ed è suddiviso in molte particelle e proprietà, come spesso avviene in montagna. Qui si svolge il primo raduno dell’Unione Catechisti, nel maggio 1914.
Oggi, sotto altra forma sociale e associativa, la Casa grazie alla gestione attenta e la presenza costante di Loredana Bulco, accoglie fedeli e turisti in vacanza; potrebbe essere un modello cui ispirarsi per dare un futuro alla casa natale di Vinchio, con l’auspicio di un concorso di volontà e interessi nel mantenimento della sua memoria.
L’Opera Messa del Povero
Nel 1928 Suor Luisa Beltramo, Superiora delle Figlie della Carità, preoccupata per l’abbandono spirituale e l’indigenza materiale in cui versano molti mendicanti in cerca di soccorso, consigliata dal Canonico del Duomo Stefano Bertola, inizia a raccoglierli nei giorni festivi in un locale sotterraneo dell’Opera Pia Lotteri in via Villa della Regina 21, per la Messa e qualche conforto. Il numero dei bisognosi che si rivolgono a lei si moltiplica, e Suor Luisa Beltramo chiede l’aiuto dell’Unione Catechisti. Il dato più alto si raggiunge nel biennio 1940/41, con quasi 18.000 presenze ai loro “convegni della carità”, che si sono estesi anche al rifugio di via Moncrivello.
La Casa di Carità (poi Arti e Mestieri)
Nella Torino che sta affrontando la rivoluzione industriale di inizio Novecento, invasa da giovani in cerca di occupazione, impreparati ai lavori di fabbrica e privi di specializzazione, la carità può assumere il volto della formazione professionale che sottragga quei giovani allo sfruttamento e ne eviti il disadattamento sociale e morale.
Tra le ispirazioni che Fra’ Leopoldo afferma di aver ricevuto dal Signore, c’è quella secondo cui «per salvare le anime, per formare nuove generazioni, si devono aprire Case di Carità per fare imparare ai giovani arti e mestieri…».
Nascono in questo modo, con una iniziativa “ispirata” di Fratel Teodoreto, le “Case di Carità”, che Fra’ Leopoldo vede rispondere ad un disegno di Dio e che incontreranno incomprensioni e difficoltà di ogni genere. Dotate di laboratori ben attrezzati ed al passo con i tempi, si diffondono rapidamente in Italia ed all’estero, continuando nel tempo a formare umanamente e professionalmente i giovani.
Il 28 maggio 1920 Fra’ Leopoldo aveva scritto nel suo diario: «Nostra Signora del Sacro Cuore di Gesù (dedicazione della cappella dove verrà sepolto, nel 1948, N.d.A.) desidera che i membri della pia Unione del SS. Crocifisso, unitamente agli allievi della Casa di Carità Arti e Mestieri vengano una volta all’anno a visitarla, in ricordo dei favori e grazie ricevute in loro vantaggio.»
Gli ultimi anni e la morte
Fratel Teodoreto cederà ad altri la direzione delle sue opere, dopo che un’emorragia cerebrale lo limita nell’uso della parola. Un secondo e più grave attacco lo porterà alla morte, a Torino, il 13 maggio 1954; è stato confortato, il giorno prima, dalla visita dell’Arcivescovo ed è circondato dalla venerazione di confratelli, catechisti e studenti, convinti di essere stati a contatto con un santo.
Il Sindaco Peyron dispone i funerali a spese del Comune di Torino, per i meriti avuti in vita da Fratel Teodoreto e la rilevanza della sua opera in città.
La causa di beatificazione si apre a Torino l’11 gennaio 1961 e il 3 marzo 1990 è emesso il decreto sulle virtù, che gli conferisce il titolo di Venerabile; nella chiesa torinese di S. Croce si prega per la guarigione di una persona, attraverso l’intercessione di Fratel Teodoreto.
Anche per Fra’ Leopoldo, sepolto nella chiesa di San Tommaso, è aperto il processo di beatificazione.
Nella stessa chiesa, a ottobre 2022, si è completata la costruzione della nuova tomba che attende le ossa di Fratel Teodoreto, ancora al Cimitero Monumentale di Torino, nel campo riservato ai religiosi. Quando il progetto si compirà, i due amici ispirati potranno ritrovarsi vicini, accomunati nella preghiera e nella venerazione dei fedeli.
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