Andrea Cionci sfida apertamente Jorge Mario Bergoglio. Non tutti i giornalisti sono proni al mainstream.
Lo scrittore, storico dell’arte e giornalista di “Libero”, Andrea Cionci, ha depositato presso il Tribunale dello Stato della Città del Vaticano un’“Istanza per il riconoscimento della nullità dell’abdicazione di papa Benedetto XVI”.
Un atto importante che segna il passo in un cammino iniziato l’11 febbraio 2013 quando, Benedetto XVI, durante un controverso Concistoro, pronunziò una Declaratio in lingua latina.
Ecco perché il dottor Cionci, giovedì 6 giugno 2024, ha dato mandato al suo legale di presentare l’istanza presso il Tribunale della Santa Sede per avere finalmente una risposta relativamente alla “Magna Quaestio”.
Benedetto XVI si è davvero dimesso? E se le dimissioni non sono valide, Jorge Mario Bergoglio è il Papa? E se Bergoglio non è il Papa gli atti da lui compiuti negli ultimi 11 anni hanno validità?
Domande che ai più possono sembrare irrilevanti ma, scommetteteci, non è così. Per via di questa questione i sacerdoti facenti parte del “Sodalizio Sacerdotale Mariano”, fondato e guidato da Don Alessandro Maria Minutella, sopportano indicibili persecuzioni da parte del Vaticano guidato da Bergoglio.
“Civico 20 News”, da diverso tempo, si occupa della questione con lo scopo di informare le persone e cercare di strappare le anime coscienti alle grinfie del Maligno.
Ecco perché vogliamo dar voce ad Andrea Cionci per dire che “il papa tedesco non ha mai voluto abdicare, ha semplicemente dichiarato un’altra cosa e per un drammatico motivo emergenziale. C’è infatti un solo caso in cui il papa può perdere il ministerium trattenendo il munus, ed è quello della “Sede totalmente impedita”, quando il papa, come illustra il can. 412, è prigioniero, confinato, esiliato, non libero di comunicare nemmeno per lettera”.
Chi conosce il dottor Cionci sa bene che sulla “Magna Quaestio” egli ha portato avanti quattro anni di inchiesta scrivendo 900 articoli, 800 podcast, un bestseller – “Codice Ratzinger” – venduto in 20.000 copie).
In Vaticano non potranno più dire di non sapere e, anche se dovessero fare “gli gnorri”, andrebbero contro l’Articolo 3 della Costituzione Apostolica “Universi Dominici Gregis” che cita: “Il Collegio Cardinalizio non possa in alcun modo disporre circa i diritti della Sede Apostolica e della Chiesa Romana, ed ancor meno lasciar cadere, direttamente o indirettamente, alcunché di essi, sia pure al fine di comporre dissidi o di perseguire azioni perpetrate contro i medesimi diritti dopo la morte o la valida rinuncia del Pontefice”.
Su queste solide e granitiche basi, Andrea Cionci si è rivolto al Tribunale penale della Città del Vaticano per avere giustizia.
Come andranno le cose? I togati vaticani avranno il coraggio di riconoscere la verità e di metterla per iscritto in una sentenza?
Ci riserviamo di tornare sul tema.
Siamo in tanti ad augurarci, come cattolici fedeli, che si faccia chiarezza. Per chi ha autentiche convinzioni di fede è indispensabile eliminare la coltre di omertà che copre la situazione. E ci vergogniamo tanto per l’omertà che si è sviluppata in Vaticano da parte dei vescovi e cardinali affinché nessuno di essi rischi di perdere la porpora con le annesse prebende. L’impressione che circola è che interessino solo i benefici materiali e che di Nostro Signore non importi più nulla a nessuno
I problemi causati dal colpo di stato del 2013 da parte dei massoni ecclesiastici ai danni di Benedetto XVI, della Chiesa e della gente sono sia “spirituali” che politici.
Negata ogni onestá, si é aperta la strada a qualsiasi tipo di sopraffazione, avviandosi verso il prevalere del male in tutte le sue forme.
segnalo al collega che questo articolo è stato molto apprezzato da un carissimo amico, un linguista cristiano &
profondamente intellettuale che gestisce un florido giornale cartaceo di provincia edito a Magliano Alfieri. Si è complimentato per la libertà di stampa di Civico 20 che affronta soggetti non sempre comodi. È una segnalazione che mi ha fatto piacere ricevere, che condivido e che mi sono sentito in dovere di inoltrare anche all’autore