
A Torino i fedeli iniziano a capire di che pasta ideologica è fatto Bergoglio.
Il 2025 è “Anno Santo”, ossia anno giubilare.
In un anno così importante per i Cattolici di tutto il mondo, il Vaticano dovrebbe occuparsi maggiormente delle questioni sociali ed intervenire con voce tonante rispetto alle pessime politiche su lavoro, economia, edilizia popolare, ecc…
Jorge Mario Bergoglio, invece, continua a lanciare messaggi distonici e a mettere in difficoltà il clero con delle affermazioni che sanno più di propaganda che di evangelizzazione.
Bergoglio, evidentemente, non conosce una delle più belle encicliche della storia, scritta da Paolo VI, nel 1967, denominata “Popolorum progressio”, fondata su “Lo sviluppo dei popoli”.

Paolo VI, che prima di essere eletto Papa era stato Arcivescovo di Milano, con la “Popolorum progressio” ha voluto integrare, completare e ricordare l’Enciclica “Rerum Novarum”, scritta il 15 maggio 1891 da Leone XIII.
Quello che la Città del Vaticano ha dimenticato è che la Chiesa ha l’obbligo di intervenire sulle questioni sociali perché, come ha scritto Paolo VI, deve “assolvere un dovere proprio del suo ufficio proiettando la luce del Vangelo sulle questioni sociali del suo tempo”.
Come mai, a distanza di oltre cinquant’anni, la Chiesa Cattolica non ha preso una posizione, ad esempio, sul fatto che in Italia ci sono persone che guadagnano meno di 5 euro lordi l’ora, con CCNL firmati, peraltro, dalle maggiori Associazioni Sindacali?
Bergoglio, però, si è subito adoperato perché gli Stati Uniti d’America graziassero i detenuti nel “braccio della morte” che, comunque, sono colpevoli di gravi ed efferati reati.
Per i lavoratori, invece, parole vane e vacue, pronunciate di rado e senza reali e fattive conseguenze.
Evidentemente per Bergoglio e la Curia Romana non è prioritario stabilire il diritto di tutti i lavoratori al benessere. Con tutta evidenza a Bergoglio vanno bene le aziende che si fondano sul capitalismo e che non hanno alcun rispetto del personale dipendente.
Nella nostra Torino, ad esempio, tantissimi si domandano come mai Bergoglio mandi continuamente Cardinali a sostenere il guerrafondaio e filo-nazista Volodymyr Zelensky ma non si è mai preoccupato di inviare il suo Elemosiniere, Cardinale Konrad Krajewski, nella capitale sabauda per sostenere i tanti, troppi, dipendenti trattati malamente da “Stellantis”.
Bergoglio sa che l’ex Amministratore Delegato di “Stellantis”, Carlos Tavares, ha gestito in modo pessimo le politiche aziendali e, quando le acque si sono fatte torbide, se l’è data a gambe riaffidando la guida al Presidente John Elkann?

Il Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, Cardinale Matteo Maria Zuppi, sa che “nel polo di Torino sono state prodotte, nel 2024, 2250 unità, il 74% in meno rispetto all’anno prima”? A dirlo è Ferdinando Uliano, Segretario Generale FIM-CISL, intervistato da “Il Fatto Quotidiano”.
Perché il Presidente dei Vescovi italiani non si adopera per far sì che in tutte le diocesi vescovi, sacerdoti, diaconi, religiosi, religiose, … acquistino solo e soltanto autovetture prodotte in Italia da lavoratori italiani, in stabilimenti produttivi che operano nel nostro Paese?
Bello che il Vaticano si occupi dell’Ucraina che, peraltro, è governata da un uomo che ha annullato le elezioni e che continua a sostenere politiche belliche che stanno costando la vita a migliaia di persone.
Altrettanto bello sarebbe che, proprio sulla scia della “Popolorum progressio” e della “Rerum Novarum”, Jorge Mario Bergoglio intervenisse in modo concreto per aiutare le migliaia di persone che, a causa di un’annunciata crisi aziendale di “Stellantis”, debbono “tirare la cinghia” e, cosa peggiore, farla tirare ai loro figli.

Bergoglio dovrebbe rispondere alla signora Mery che, alla CGIL di Torino, ha detto: “Quando sento che l’Amministratore Delegato guadagna milioni di euro l’anno mi chiedo: chi paga il prezzo della crisi”?
La Chiesa non può ignorare queste persone, far finta che non esistono.
La Chiesa non può continuare a foraggiare le politiche migratorie di realtà come la “Comunità di Sant’Egidio” e ignorare gli italiani.
La Chiesa non può alzare le spalle e chiudere gli occhi su quanto accade a Torino, città dei Santi Sociali del Piemonte.
Cosa penserebbero san Leonardo Murialdo, san Giovanni Bosco, san Giuseppe Benedetto Cottolengo dell’iniquo ministero sociale del Cardinal Roberto Repole e dell’Inquilino di “Casa Santa Marta”?
Non lo sappiamo ma, di certo, sappiamo che Paolo VI ha sentenziato: “Lo sviluppo non si riduce alla semplice crescita economica. Per essere sviluppo autentico, dev’essere integrale, il che vuol dire volto alla promozione di ogni uomo e di tutto l’uomo”.
La chiesa sembra avere un patto con la politica.. nessuno deve sentenziare le scelte dell altro..Lo stato è il primo che si è messo fuori dopo che per decenni si è reso parte di tutte le crisi del mercato automobilistico italiano..La colpa è solo di chi ha voluto speculare sulla testa degli operai ..trovare il cattivo in una storia raccontata male è impossibile … Spero che si trovi al più presto una soluzione per non lasciare a casa nessuno perché sarebbe l ennesimo fallimento della specie umana..