Pare fosse acerrimo nemico dalla frange più estremiste dei riformisti
Davide Rizzio (1533-1566) da Pancalieri fu assassinato in Scozia: le motivazioni del crimine non sono troppo chiare e Rizzio (che nelle fonti appare anche come Riccio), potrebbe essere stato ucciso per le sue molto (troppo) strette relazioni con Maria Stuarda; ma all’origine poteva esserci anche il suo ventilato ruolo di spia al soldo del papa; inoltre, pare fosse acerrimo nemico dalla frange più estremiste dei riformisti.
Figlio d’arte, il padre era musicista e appartenente alla famiglia dei conti Riccio di San Paolo, seguì le orme paterne intraprendendo la carriere musicale, prima presso i duchi di Savoia e poi a Nizza. Sulla sua data di nascita non vi è accordo nelle fonti (1533/1525/1540), in realtà tale incertezza è determinata anche dalle scarse notizie reperibili su Davide, che non consentono una ricostruzione dettaglia della biografia: è stata ventilata la possibilità che derivasse da un ramo dei Ricci del Monferrato, mentre nel romanzo Il cicisbeo, di Luigi Gramegna, incontriamo il barone Paolo Rizzio di Solbrito, nipote del nostro.
Contesto tra biografie che pongono su lati opposti le sue origini, Davide è in genere descritto come un uomo molto ambizioso, che ottenne di farsi inserire in un gruppo di personalità al seguito dell’ambasciatore sabaudo, invitato a visitare il regno di Scozia. Giunto a Edimburgo provò a farsi assumere nel corpo di musici della corte, ma la sua richiesta non venne accolta, malgrado fosse un ottimo musicista.
Uscito dalla porta riuscì a rientrare dalla finestra, avvalendosi dell’amicizia di uno dei musici personali di Maria Stuarda: ebbe così l’occasione di aggirare gli ostacoli e venne introdotto a corte, da cui non ne uscì più, da vivo.
Rizzio, nel 1564, passò da musicista di corte a segretario privato della regina: la sua carriera aveva fatto un balzo in avanti straordinario, spiazzando un po’ tutti. Sembra che entrò al servizio della sovrana quando il precedente segretario, Augustine Raullet, verso la fine del 1564, venne sollevato dall’incarico poiché sospettato di essere un corrotto.
Va detto che Davide era un uomo dotato di notevole cultura (conosceva tre lingue più il latino), abile nel comporre versi e musica, ottimo musicista e cantante: l’elevata posizione raggiunta gli procurò non poche noie, determinate soprattutto dall’invidia di molti membri dell’entourage di Maria Stuarda, che certo ebbero molte riserve su quell’italiano, cattolico, forse un agente di Pio IV e, si mormorava, amante della regina. Questa voce fu quella che preoccupò soprattutto Lord Darnley, marito di Maria.
È indubbio che un italiano al servizio di una regina allineata alla causa cattolica della Controriforma, costituiva un indizio inquietante per quanti sorreggevano la spinta protestante che giungeva da più parti.
Facciamo un passo indietro per un breve inciso storico. Il 29 luglio 1565, Maria Stuarda, che ambiva a succedere a Elisabetta I, aveva sposato il giovane Henry Stuart (lui ne aveva venti, lei tre in più): il matrimonio di fatto rendeva cattolico il re di Scozia, che però non venne appoggiato né da Elisabetta, né dai lord protestanti e soprattutto da Giacomo Stuart, conte di Molay, fratellastro di Maria. I dissidenti furono però allontanati con la forza e esiliati.
Stante questa particolare condizione generale, Rizzio si trovò però pizzicato in mezzo a un meccanismo che certamente era troppo grande, nel quale sarebbe ben presto stato fagocitato.
E così fu stipulato un accordo formale, definito “azione cavalleresca” tra i nobili e Lord Darnley: i primi avrebbero cercato di strappare il potere dalle mani di Maria, mentre il secondo li avrebbe difesi e non solo, appena rientrato in possesso del potere regale, Darnley avrebbe richiamato in patria i lord esiliati. Vi era solo una clausola sulla quale il marito della Stuarda non transigeva: Rizzio doveva essere sgozzato in presenza della regina.
Paradossalmente, Lord Darnley, benché cattolico, si alleò con i nobili protestanti mosso dalla gelosia e forse in misura superiore dal senso di frustrazione determinato dal potere della moglie, potere da cui lui era stato esautorato. La vulgata circolante intorno alla figura di Rizzio ne fornisce una descrizione fisica molto lontana da quella spesso ricorrente: infatti sembra che il musicista piemontese fosse “brutto e gobbo (…) di bassa statura, fronte bassa, naso prominente, occhi spiritati”… Insomma non era quello che si dice un bel tipo, in che non avrebbe dovuto destare gelosia nel marito della regina.
Nei giorni precedenti l’omicidio, Darnley dimostrò un atteggiamento insolitamente conciliante, sia con la moglie che con Rizzio, un modo ambiguo per non destare sospetti prima di portare a compimento il complotto.
Si racconta che il musicista piemontese fu messo in allarme da alcune “soffiate”, ma non vi diede peso e quindi non cercò di attuare nessuna procedura di difesa. Giunse così il 9 marzo 1566. In una saletta del castello di Holyrood, intorno alla diciannove, Rizzio suonava e cantava per la regina e alcuni ospiti: un’audizione amichevole, in attesa che fosse servita la cena.
Nessuno sospettava che fuori, un folto gruppo di armati aveva circondato la reggia. Due nobili, Lord Patrick Ruthven e Gorge Douglas guidavano la rivolta; quando Darnely entrò nella saletta, la musica cessò e tutti si alzarono in segno di rispetto: ma l’ingresso del regale coniuge era anche il segnale per i congiurati. Lord Ruthven entrò con i complici inveendo contro Rizzio, che immediatamente comprese l’intento degli intrusi. La regina chiese spiegazioni e Ruthven le disse di domandare a suo marito, il quale rispose: “Non so nulla di questa faccenda!”, non trovando il coraggio per schierarsi con gli uomini che aveva indotto all’omicidio.
Maria Stuarda tentò una mediazione, affermando che se il musicista si fosse effettivamente macchiato di qualche colpa avrebbe provveduto personalmente alla sua punizione. Ma era troppo tardi. Uno dei cospiratori portò la pistola alla tempia della sovrana, la quale avrebbe invocato pietà per il bambino che portava in grembo (figlio di Davide o di Henry ?). Il primo a colpire fu Ruthven, che con il pugnale prelevato dal fianco di Darnely, centrò il petto di Rizzio: un fiotto del suo sangue colpì il vestito di Maria. Poi uno dei congiurati avvolse un nodo scorsoio intorno al collo della vittima, che fu trascinata fuori dalla saletta e colpito con altre cinquantasei coltellate; quindi il suo cadavere venne gettato dalla finestra.
A quel punto Lord Darnely accusò la regina di infedeltà e soprattutto di avergli negato la corona matrimoniale risentendo dell’influenza di Rizzio. In seguito Lord Henry, che si era rivelato incapace di svolgere il suo ruolo non solo come regnate, ma anche come mandante degli assassini di Rizzio, indicò alla moglie i nome dei cospiratori; ciò naturalmente non salvò il loro già precario matrimonio e in breve Maria lo esautorò da ogni carica regale e coniugale.
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