
Le nuove strutture sociosanitarie poliambulatoriali finanziate dal PNRR, gestite dalle Asl
Lunedì 7 aprile 2025, giornata del diritto alla salute. Aggiornamento sulla funzionalità della sanità privata.
La carenza di medici di famiglia è un problema crescente, che potrebbe portare alla riduzione del numero di professionisti disponibili nei prossimi anni. Per questo, il governo e le Regioni stanno lavorando a una trasformazione del servizio assistenza che prevede l’assunzione di nuovi medici nelle Case di Comunità.
Le Case della Comunità sono strutture sociosanitarie che offrono servizi di assistenza sanitaria, sociale e sociosanitaria. Sono già presenti in molte Regioni italiane, e dovrebbero arrivare a 1400 distretti entro la metà del prossimo anno. Sono ambulatori finanziati dal PNRR, previsti anche per piccoli centri urbani dove offrono servizi di base.
Le Case della Comunità (CdC) sono programmate per servire bacini di utenza di varie dimensioni, a seconda del tipo di CdC e della zona geografica di competenza.
Le Hub previste ogni 40.000-50.000 abitanti, queste strutture hanno una dotazione articolata di servizi e personale.
Le Spoke sono più diffuse e più snelle, ma la loro presenza dipende dalle disponibilità regionali.
Distribuzione per zone geografiche
Nelle aree metropolitane, si prevede una CdC Spoke ogni 30/35.000 abitanti.
Nelle aree urbane e sub-urbane, si prevede una CdC Spoke ogni 20/25.000 abitanti.
Nelle aree interne e rurali, si prevede una CdC Spoke ogni 10/15.000 abitanti.
Dunque le CdC sono gestite da équipe multidisciplinari di professionisti sanitari e socio-sanitari. In ogni CdC è presente un “infermiere di comunità” ogni 2000/2500 abitanti.
La CdC Hub assicura la presenza medica h 24, 7 giorni su 7, anche attraverso il servizio di continuità assistenziale.
La Casa della Comunità, quindi, è un nuovo modello organizzativo per l’assistenza di prossimità per la popolazione di riferimento, luogo fisico e di facile individuazione al quale i cittadini possono accedere per bisogni di assistenza sanitaria, sociosanitaria e sociale.
La CdC non prevede l’eliminazione del medico curante, ma ne favorisce la presenza. Non è previsto che gli studi dei medici di famiglia vengano sostituiti in toto, ma che le due strutture collaborino per offrire servizi sanitari sul territorio. Attualmente, i medici di famiglia operano come liberi professionisti convenzionati con il SSN. La nuova riforma, invece, punta a farli diventare dipendenti del Servizio Sanitario Nazionale, proprio come i medici ospedalieri.
Le Case di Comunità oltre a offrire servizi di poliambulatorio, sono previste dalla legge di potenziamento per la presa in carico di pazienti affetti da patologie croniche, offrono anche servizi domiciliari e non solo. Possono essere considerate dei maxi ambulatori che integrano servizi sanitari e sociali.
Riassumendo quanto a oggi è dato sapere, le Case della Comunità coprono diverse aree di supporto sanitario, tra cui:
Area prelievi e vaccinazioni
Cure primarie
Ambulatori specialistici
Area di prevenzione e promozione della salute
Attività consultoriali
Area servizi sociali del Comune
Punto unico di accesso
Servizi amministrativi
Sistema integrato di prenotazione
Nelle Case della Comunità lavorano:
Medici di medicina generale
Pediatri di libera scelta
Medici specialisti
Infermieri
Ostetriche
Psicologi
Assistenti sociali
Fisioterapisti
Altri professionisti sanitari, sociali, amministrativi
Le Case della Comunità così organizzate e funzionanti dunque:
Garantiscono assistenza sanitaria primaria, prevenzione e promozione della salute
Promuovono un modello di intervento sanitario e socio sanitario integrato e multidisciplinare
Riducono il ricorso improprio al Pronto Soccorso
Offrono ai cittadini un’assistenza di base complementare a quella che già ricevono dai propri medici e pediatri
Sono strutture di prossimità per la presa in carico del cittadino, facilmente individuabili e raggiungibili.
Buone notizie dunque, peraltro poco diffuse, anche se hanno iniziato a essere realizzate già da qualche anno in alcuni comuni virtuosi. Non mancano comunque le voci discordanti e poco convinte di alcuni professionisti che mettono in guardia sulla reale operatività di progetti che per ora sono solo abbozzati e in divenire.
© 2025 CIVICO20NEWS – riproduzione riservata
Scarica in PDF
Ottima soluzione…se va in porto!!!!