
Dopo le Case di Comunità, una alternativa alle RSA. La situazione in Piemonte tra realtà e adattamento
Gli Ospedali di Comunità (OdC), sono strutture sanitarie organizzate per ricoprire una valida alternativa alle residenze per anziani e disabili (RSA), per quei pazienti che necessitano di brevi ricoveri, ma non solo.
L’Ospedale di Comunità è una struttura della rete assistenziale territoriale e costituisce anche un’alternativa all’Assistenza Domiciliare Integrata (ADI) nei casi in cui questa non sia possibile o per mancanza di un supporto familiare, oppure perché risulta necessaria un’assistenza infermieristica continuativa.
La differenza principale fra gli Ospedali di Comunità e le RSA sta in una diversa composizione del personale assistenziale: le RSA erogano una minore assistenza infermieristica e una maggiore assistenza degli OSS, mentre nelle OdC è prevista una maggiore presenza di personale infermieristico adatto per la cura delle patologie presenti (inclusa la fisioterapia?)
A febbraio 2025, in Italia erano attivati e in parte conclusi i cantieri per 278 dei 307 Ospedali di Comunità previsti dal PNRR. Per quanto riguarda il Piemonte, come illustrato dal presidente della Regione Alberto Cirio e l’assessore alla Sanità Federico Riboldi durante una conferenza stampa di ottobre 2024 tenutasi nel Grattacielo della Regione, il piano per la riconversione della sanità, sempre attraverso i fondi del PNRR, prevedeva la costruzione di 11 nuovi ospedali, 4 rigenerazioni e ampliamenti, 91 case della comunità e 30 ospedali di comunità, oltre a 43 centrali operative.
Al momento attuale, stando a comunicati ufficiali ne deriva che gli obiettivi siano stati raggiunti quasi al 100%, in quanto risulterebbero attive 91 case di comunità (di cui 18 nell’Asl città di Torino e 30 tra Asl To3, AslTo4 e AslTo5), 29 ospedali di comunità (6 nell’Asl città di Torino e 9 tra Asl To3, AslTo4 e AslTo5) e 43 centrali operative territoriali (9 nell’Asl città di Torino e 14 tra Asl To3, AslTo4 e AslTo5), il tutto attivato impiegando 214 milioni di euro stanziati dal PNRR.
Un quadro piuttosto ottimista, almeno per un paio di settori, poiché da parte di pazienti e operatori, il dichiarato e sensibile salto di qualità nella gestione di spazi e di risorse dedicate soprattutto a OdC e CdC, toccato dal basso non risulta ancora né così evidente, né altrettanto corrispondente a quelle sensibili migliorie delle prestazioni siglate sulla carta.
L’argomento, già affrontato da Civico20News il 10 aprile nell’articolo dedicato alle CdC, link: https://civico20-news.it/sanita/le-case-di-comunita-una-svolta-nellassistenza-sanitaria-al-cittadino/10/04/2025/ alla luce dei dati suscita più di una perplessità.
L’intenzione del redattore è quindi scaturita spontanea: una verifica da portare avanti in uno dei distretti in cui l’autore ha maggiore conoscenza, allo scopo di esaminare e accertare la bontà di cambiamenti poco percepiti e altrettanto, poco divulgati, rispetto alla loro enorme importanza, in quanto, all’apparenza risultano operazioni di adattamento dedicate a servizi già esistenti. Si tenderà ad approfondire anche sulle assunzioni.
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Molto chiaro e spero che quanto sia stato fatto venga veramente attuato