L’Utero in affitto non può mai essere accettato. A dirlo il documento “Dignitas infinita” del Dicastero per la Dottrina della Fede.
Dopo anni di doppiezze e ambiguità, Jorge Mario Bergoglio entra “a gamba tesa” sul tema dell’utero in affitto e lo fa promulgando “Dignitas infinita”, documento ufficiale del Dicastero per la Dottrina della Fede, retto dal Cardinale Prefetto Victor Manuel Fernandez.
Dalla Santa Sede fanno sapere che “La Chiesa prende posizione contro la pratica della maternità surrogata, attraverso la quale il bambino, immensamente degno, diventa un mero oggetto”.
L’uscita di questo documento arriva a due mesi esatti dalle Elezioni Europee dell’8 e 9 giugno prossimi, quasi a voler significare una presa di distanza del Vaticano da “Stati Uniti d’Europa” e “Partito Democratico”, grandi sostenitori dell’utero in affitto.
Bergoglio appare irrefrenabile nel dire che “La via della pace esige rispetto della vita, di ogni vita umana, a partire da quella del nascituro nel grembo della madre che non può essere soppressa, né diventare oggetto di mercimonio”.
Queste parole hanno stupito non poco la Comunità Cattolica più tradizionale, legata alla dottrina e al Magistero di Benedetto XVI. Da Bergoglio non ci si aspettava di certo una presa di posizione tanto netta.
Ma non basta perché, l’inquilino di Casa Santa Marta ha ritenuto necessario ribadire come sia “deprecabile la pratica della cosiddetta maternità surrogata, che lede gravemente la dignità della donna e del figlio. Essa è fondata sullo sfruttamento di una situazione di necessità materiale della madre”.
Sembra quasi volesse rivolgersi a quelle tante, troppe, coppie che sono andate all’estero, in Paesi dove regna la miseria, hanno affittato l’utero di una donna indigente, e sono tornate in Italia con un bambino frutto di una fredda quanto squallida compravendita.
Per Bergoglio – così come per il Magistero ufficiale della Chiesa Cattolica Romana – “un bambino è sempre un dono e mai l’oggetto di un contratto” e, per questo motivo, il Sovrano della Città del Vaticano ha detto: “Auspico un impegno della Comunità internazionale per proibire a livello universale tale pratica”.
Parole che pesano come macigni in quella “chiesa progressista” legata a soggetti quali il Cardinal Carlo Maria Martini, Padre Alberto Maggi, don Andrea Gallo, … che hanno sempre aperto alla Lobby LGBT, in modo del tutto non conforme agli insegnamenti di Santa Romana Chiesa.
Il Vaticano ha voluto spendere qualche parola anche sulla transizione di genere sottolineando come “rischia di minacciare la dignità unica che la persona ha ricevuto fin dal momento del concepimento”.
Dalla Santa Sede hanno precisato, però, che “questo non significa escludere la possibilità che una persona affetta da anomalie dei genitali già evidenti alla nascita o che si sviluppino successivamente, possa scegliere di ricevere assistenza medica allo scopo di risolvere tali anomalie”.
La Chiesa non preclude il ricorso alla chirurgia e all’endocrinologia per mettere in ordine ciò che per motivi sanitari era intrinsecamente disordinato; condanna però, con forza e fermezza, il ricorso alla transizione di genere per assecondare un vizio, una perversione o una moda.
Il dibattito si farà incandescente perché usciranno fuori i soliti laicisti a dire che l’Italia non è un Paese confessionale e, pertanto, il Vaticano non è titolato a parlare.
Ci piacerebbe sapere cosa pensano di “Dignitas infinita” persone come l’ex Governatore della Regione Puglia, Nichi Vendola, e il cantante Tiziano Ferro che, all’utero in affitto hanno fatto ricorso.
E certo che si scaldano il Bergoglio e Tucho a fare i “ ligi “ ai principi della tradizione e della cultura cristiana, ne hanno dette e fatte di tutti i colori ( vedi Amoris Laetitia e Fiducia Supplicans ), che ora devono farsi perdonare…… prima di appiopparci il nuovo colpo sinodale, cioè il sacerdozio alle donne!