8 aprile 2024, Dino Ramella ha presentato “Amedeo duca d’Aosta, il principe aviatore”
Lunedì 8 aprile 2024 alle 17.30, in via Ottavio Revel 15 a Torino, il Centro Studi Piemontesi ha proposto la presentazione del libro Amedeo duca d’Aosta, il principe aviatore (Priuli & Verlucca Editore). Con l’Autore, Dino Ramella, è intervenuto Gustavo Mola di Nomaglio.
La breve ed intensa vita di Amedeo di Savoia-Aosta (Torino, 21 ottobre 1898 – Nairobi, 3 marzo 1942), il principe sabaudo con la passione per il volo, viene ripercorsa attraverso le pagine di un vero e proprio album illustrato, con immagini provenienti da collezioni e archivi privati e pubblici, molte delle quali inedite.
Figlio di Emanuele Filiberto, secondo duca d’Aosta, e da Elena di Borbone-Orléans, fin dall’inizio, la sua vicenda umana ha dell’incredibile: il “battesimo di fuoco” nella Grande Guerra e le missioni in Libia, i primi voli e poi la carriera aeronautica, il delicato compito di viceré d’Etiopia. Infine, la morte in prigionia nel corso dell’ultimo conflitto mondiale.
E quel dubbio che ancora aleggia, fra gli storici: per quale motivo portare le sue truppe all’ultima difesa e resistenza all’Amba Alagi?
Occorre dire che il colonialismo italiano è ancora oggi un tema sensibile e una pagina di cui si fa fatica a parlare: al riguardo è sufficiente citare le polemiche susseguenti alla recente mostra svoltasi proprio a Torino, a Palazzo Chiablese, dal 27 ottobre 2023 al 25 febbraio scorso, durante la quale le proteste degli eredi di Cesare De Vecchi di Val Cismon hanno portato alla rimozione di un pannello contenente significativi errori storiografici.
Il libro sul Duca d’Aosta si muove anche su questo terreno: raccoglie testimonianze, opinioni, giudizi e ricordi di quanti ebbero modo di conoscere e avvicinare il principe aviatore. Un personaggio rappresentativo, appartenente al patrimonio storico aeronautico nazionale, tra i precursori della pattuglia acrobatica nazionale.
I testi sono arricchiti dai contributi di memoria storica dei discendenti di coloro che composero l’entourage ducale e grazie ai quali oggi rivive la figura di Amedeo di Savoia-Aosta.
Si segnala che, nei locali di ingresso al Centro Studi Piemontesi, è stata allestita, entro vetrine, una piccola mostra tematica, con oggetti e libri a lui riferiti.
Dino Ramella aveva già pubblicato una biografia, di diverso taglio, sul Duca d’Aosta, per i tipi di Daniela Piazza: Il Duca D’Aosta e gli Italiani in Africa Orientale, in cui la figura di Amedeo viene rivisitata, a ottant’anni dalla nomina a Viceré d’Etiopia, nel suo periodo di governo in Africa Orientale Italiana. Un autentico spaccato di vita dell’Impero, rivissuto attraverso testimonianze dirette, stralci di lettere, opinioni e immagini fotografiche legate ai protagonisti che si stabilirono in Eritrea, Somalia e Etiopia durante gli anni dell’occupazione italiana e dei drammatici eventi che seguirono allo scoppio del secondo conflitto mondiale, dal 1937 al 1943.
Tre sono i luoghi torinesi che sono collegati alla vita di Amedeo: il Palazzo Dal Pozzo della Cisterna, la Tesoriera e il campo volo di Collegno, che meriterebbero di essere effigiati da un ricordo della sua presenza.
Occupiamoci, adesso, dell’autore di quest’opera di indagine e di ricostruzione storica.
Dino Ramella nasce nel 1961 a Grugliasco (TO). Ex-allievo lasalliano, si è laureato presso la facoltà torinese di Economia e Commercio.
A metà anni Novanta ha curato il testo Fratel Antonio Longo, mosaico di vita cristiana, una raccolta di testimonianze legate alla vita del religioso di origini bresciane. Studioso e appassionato storico di Casa Savoia, nell’ottobre 2008 ha pubblicato il suo primo volume Ritratti sabaudi vizi e virtù di Casa Savoia (Edizioni Ananke, Torino) con episodi, curiosità, aneddoti legati a re, regine, principi e principesse del casato e alle principali residenze da loro abitate. Nel settembre 2010 pubblica Amori e selvaggina, vita privata di Vittorio Emanuele II (Edizioni Ananke, Torino), libro uscito in occasione del 150° Anniversario dell’Unità d’Italia, con il racconto delle vicende venatorie e amorose del primo Re d’Italia.
Nel 2013 ha pubblicato Abbiamo un angelo in più (Arti Grafiche San Rocco, Grugliasco): la storia di un giovane vigile del fuoco, volontario e scout, morto dopo due anni di coma vegetativo in seguito a un incidente di servizio, che lega questa vicenda a quella di un suo stretto parente, partigiano cattolico ucciso da una colonna tedesca in ritirata.
Il Centro Studi Piemontesi ha sede in via Ottavio Revel 15, a Torino; è diretto con passione ed energia da Albina Malerba. Si occupa in modo “policulturale” della salvaguardia e valorizzazione del patrimonio storico, letterario, linguistico, artistico e culturale piemontese. Fondato nel 1969 da Renzo Gandolfo, custodisce nel suo archivio un vasto patrimonio documentario, formato dall’archivio istituzionale e da undici Fondi personali e familiari, con oltre 6.800 unità archivistiche, che coprono l’arco di tempo dal 1579 al 2022. I suoi “72 metri lineari” sono stati dichiarati “di notevole interesse storico” dalla Soprintendenza Archivistica del Piemonte e della Valle d’Aosta nel 2021.
La sua ricca biblioteca tematica è testimonianza di questa storia e di tanto impegno, che si rinnova tuttora, ogni giorno: essa annovera oggi oltre 20.000 volumi e circa 500 edizioni antiche, consultabili on line con il sistema SBN (Sistema Bibliotecario Nazionale). Uno stand del Centro Studi Piemontesi sarà presente durante le giornate di apertura del prossimo Salone del Libro di Torino, dal 9 al 13 maggio 2024. La sede sociale, l’archivio e la biblioteca sono aperti dal lunedì al giovedì (ore 9-12 e 15-18) e il venerdì mattina, dalle 9 alle 14.
Centro Studi Piemontesi
Via Ottavio Revel 15
10121 Torino
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