Il silenzio calato sul nuovo ospedale di Cuneo spaventa i contribuenti cuneesi. Non è che toccherà spendere più dei previsti 410 milioni di euro?
Il 16 febbraio 2023 dall’Assessorato Regionale alla Sanità, allora retto da Luigi Genesio Icardi, uomo di fiducia del Senatore Giorgio Maria Bergesio, “Lega”, usciva un comunicato stampa dal titolo: “Entro il 2028 il nuovo ospedale di Cuneo”.
Ad oggi, 25 luglio 2024, a Cuneo ci sono ancora sia l’Ospedale “Santa Croce” sull’altipiano che l’Ospedale “Andrea Carle” di Confreria.
I lavori del nuovo ospedale non si sa che fine abbiano fatto ma, soprattutto, nell’edizione di Giovedì 18 luglio scorso, “La Guida – Settimanale Cattolico Cuneese”, in un particolareggiato articolo di Massimiliano Cavallo, titolava: “Ospedale, un silenzio allarmante”.
Nulla di più vero dal momento che – come ben scrive Cavallo – “Nuovo ospedale, da tema caldo della campagna elettorale al silenzio totale. Tutto è fermo nelle stanze della Regione”.
Questo da un lato sottolinea come non fosse poi così urgente la realizzazione di un nuovo nosocomio e, dall’altro, l’irrilevanza politica che ha il Sindaco di Cuneo, Patrizia Manassero, “Partito Democratico”, alla quale dalla Regione Piemonte non comunicano nulla.
Il sospetto che hanno i cittadini e, a dire il vero, moltissimi dipendenti dell’Azienda Ospedaliera “Santa Croce e Carle” è che non vi siano le risorse necessarie per realizzare il nuovo nosocomio e che – la storia insegna – diventi come il “Michele Ferrero” di Verduno: una cattedrale nel deserto.
Massimiliano Cavallo, fine osservatore delle dinamiche cuneesi, nel cappello introduttivo al suo interessante articolo, scrive: “Il progetto del nuovo ospedale di Cuneo è fermo a dove era giunto mesi fa. Tutto quello che l’Azienda Ospedaliera doveva fare lo ha fatto, dopo la consegna da parte della Inc Spa della famiglia Dogliani del nuovo piano economico finanziario del progetto”.
Gli inghippi sembrano essere ubicati nelle stanze dell’Assessorato Regionale alla Sanità, ora retto dall’Assessore Federico Riboldi a cui il Governatore, Alberto Cirio, ha dato le deleghe su Sanità, Livelli essenziali di assistenza, Prevenzione e sicurezza sanitaria, Edilizia sanitaria.
Nel citato comunicato del 16 febbraio 2023, Regione Piemonte assicurava: “I lavori saranno iniziati a dicembre 2024. Il canone di investimenti è fissato a 22.7 milioni di euro per anno, quello dei servizi è pari a 23 milioni di euro per anno. Dopo 20 anni diventerà di proprietà pubblica”.
Sin dall’inizio della fase progettuale i Cuneesi hanno storto il naso sul cosiddetto Partenariato Pubblico-Privato (PPP) perché, si sa, nessuno fa niente per niente. Se i privati mettono le mani sulla sanità poi, difficilmente, le tolgono quando la struttura inizia a macinare utili.
Dalla Regione, però, hanno sempre tenuto a precisare come “il nuovo ospedale di Cuneo sarà ultimato entro la fine del 2028, dopo quattro anni di lavori e una spesa stimata in 410 milioni di euro, di cui 148.8 di finanziamento pubblico. La formula scelta per la costruzione è il partenariato pubblico-privato”.
410.000.000 di euro sono una cifra astronomica. I cittadini cuneesi, in diverse riunioni pubbliche, hanno espresso la loro contrarietà a questo progetto che, peraltro, viene realizzato in un’area della città periferica, fuori mano, scomoda ai più.
Ciò nonostante il “forzista” Alberto Cirio ha sempre ribattuto: “La nostra volontà è condividere in modo trasparente il percorso scelto e di decidere, garantendo non solo le risorse ma anche un cronoprogramma chiaro e preciso dei tempi per realizzarlo”.
In città le perplessità sono molte visto che, sempre il Governatore Cirio, garantiva la riapertura definitiva del Colle di Tenda già per dicembre 2023 ma, con tutta evidenza, a luglio 2024 si è ancora ben distanti dall’inaugurazione.
Questa volta si vuole provare a dar fiducia ad Alberto Cirio nella speranza che non deluda nuovamente quanti gliela stanno accordando.
Lui, parlando dei suoi predecessori, Sergio Chiamparino e Mercedes Bresso, entrambi del PD, ha detto: “Per troppo tempo in passato si è discusso, senza mai prendere le decisioni necessarie. Noi ci assumiamo la responsabilità di farlo e ci mettiamo la faccia, perché la qualità dell’offerta sanitaria è una priorità assoluta”.
La speranza è che Regione Piemonte investa in modo sostanziale – e non solo ideale – su medici competenti, in gamba, dotati di grande acume scientifico e diagnostico perché – al di la della bellezza delle strutture – ciò che conta è la qualità terapeutica e dell’assistenza.
La speranza è che i costi non superino i 410 milioni di euro perché – e lo scrive “La Guida” – il sospetto è che i conti non tornino più.
Se così fosse sarebbe opportuno che la nuova Giunta Regionale del Piemonte convocasse un tavolo istituzionale quanto prima per dialogare con i contribuenti sul da farsi.
Non si parla di noccioline ma di soldi che i cittadini devono, forzosamente, sborsare. La decisione, su questi postulati, non può esser presa nelle “stanze dei bottoni” ma di concerto con la cittadinanza.
Ci ripromettiamo di tornare sul tema.
Speriamo che questo ospedale venga costruito come si deve; sarebbe meglio in una zona più centrale, ma con un servizio di navette h24 sarebbe accettabile. La cosa che conta di più è che vi lavori personale medico di alto livello, ne abbiamo abbastanza di reparti che non offrono terapie e chirurgia preparate.