
Una ipotesi alternativa alla visione del credente, dell’agnostico e dell’ateo
Ci sono discussioni che possono avvenire in circostanze decisamente particolari. Mi riferisco al momento dei funerali del defunto, quanto il rito può terminare nella cremazione, nel loculo o nell’inumazione.
E’ in questa “particolare circostanza” che, idealmente inseriamo il dibattito di sempre, tra due persone di convinzioni opposte: dopo la morte c’è una nuova vita o si ritorna alla materia elementare con la quale i viventi sono costituiti?
Come prevedibile il dibattito, portato avanti nel modo più civile e rispettoso possibile, non poteva che arenarsi sulle rispettive posizioni di partenza.
Per le conoscenza percepibili esclusivamente dalla ragione e dalla scienza, la vita terminerebbe con la morte fisica della persona. Non è così per la maggior parte delle fedi, in cui le diverse teologie postulano l’esistenza di una nuova vita nell’aldilà.
Pertanto sarebbe assurdo e irriguardoso da parte nostra prendere posizione su quale convinzione sia la verità ultima in merito a questa “vexata quaestio”.
In sintesi e con grande semplificazione potremmo dire che l’umanità si potrebbe classificare in tre categorie: quella dei Credenti (delle varie fedi), degli Agnostici e degli Atei.
Il Credente, lo conferma la parola, crede fermamente nell’esistenza del Trascendente (Dio) e in tutto quello che ne consegue.
L’ Agnostico è colui che si astiene dal manifestare una propria idea sulla questione divina e su quello che la relativa teologia comporta. Nello stesso tempo, può anche avere una fede, ma non possiede una risposta esaustiva in merito e che sente negata agli umani.
L’ Ateo nega a priori l’esistenza di Dio.
Al riguardo è interessante prendere in considerazione un “articolo” di una collaboratrice di Quora (piattaforma-forum del 1 febbraio 2025) – Alice – Viaggiare con lentezza – che pubblichiamo integralmente e che suggerisce una ipotesi alternativa, suggestiva, di natura fisica, che si colloca nel concetto della “materia-energia”, entità eterna e indistruttibile, anche se portatrice del principio termodinamico dell’Entropia, che sembra contraddire l’ipotesi stessa.
Se il 1° Principio della Termodinamica si riferisce alla “conservazione dell’energia” (calore = energia meccanica – 1 Caloria = 4,186 Joule), il 2° Principio evidenzia l’impossibilità del passaggio spontaneo del calore da un corpo freddo a un corpo caldo, che implica (distinzione tra le trasformazioni reversibili e quelle irreversibili) il principio dell’Entropia.
Rudolf Clausius nel 1865 asseriva che il Calore tendeva ad indebolire il legame tra le particelle (atomi, molecole), aumentandone le distanze medie. Pertanto introducendo questa nuova grandezza fisica (Entropia), veniva espresso il grado di dispersione delle molecole e conseguentemente l’effetto del Calore come tendenza ad aumentare il disordine.
L. Boltzmann in seguito (1900) perfezionerà, in modo matematicamente esaustivo, il concetto di Entropia (S = K ln W) , dove K è la costante di Boltzmann, W = molteplicità dei microstati.
Per evidente necessità di semplificazione didattico-intuitiva, si può definire l’Entropia come la grandezza fisica che (in termodinamica, nella meccanica statistica, ecc.) evidenzia e misura il disordine e l’indifferenziazione di un sistema.
In merito, ad ulteriore esempio esplicativo, è utile ricordare il disordine causato dall’espansione continua e infinita dell’Universo, che porterebbe al vuoto assoluto e alla morte termica dello stesso.
Infatti le galassie, allontanandosi una dall’altra, alla velocità di 30.000 Km al secondo, configurerebbero la disgregazione irreversibile della cosmologia attuale. In sintesi un Universo sempre più “vuoto” di materia-energia per un tempo infinito. Un’ipotesi terrificante e difficile da immaginare che prospetta l’avvicinarsi al nulla.
In questa circostanza estrema la materia (equivalente all’energia) esisterebbe ancora? Conseguentemente l’ ipotesi alternativa, proposta nell’articolo allegato e basata sul concetto “materia-energia”, sarebbe ancora sostenibile?
Domanda complessa che disorienta, che annichilisce e la cui risposta è ancora un argomento aperto da parte dei Fisici Teorici e dei Matematici.
Tuttavia, come già anticipato, lasciamo al lettore, decidere serenamente in quale categoria filosofica riconoscersi.
Buona Lettura. (m. b.)
Fa’ che sia un fisico a parlare al tuo funerale.
Non conosco l’autore del testo che sto per condividere, ma devo dire che mi piace molto. Il messaggio è che, anche dopo la morte, l’energia di una persona non scompare ma rimane nell’universo, seguendo la legge della conservazione dell’energia Il testo suggerisce di avere un fisico al funerale che possa spiegare questo concetto ai presenti, offrendo una prospettiva scientifica e consolante sulla morte e sull’eternità dell’energia di una persona. – Cosa ne pensate?
Fa’ che sia un fisico a parlare al tuo funerale. Fa’ che un fisico parli alla tua famiglia in lutto della conservazione dell’energia, così che capiscano che la tua energia non è morta. Fa’ che il fisico rammenti a tua madre, distogliendola dai singhiozzi, la prima legge della termodinamica:
nessuna energia è creata nell’universo e nessuna è distrutta.
Fa’ che tua madre sappia che tutta la tua energia, ogni vibrazione, ogni unità di misura di calore, ogni onda di ogni particella che era il suo amato bambino rimane con lei in questo mondo. Fa’ che il fisico dica a tuo padre, mentre piange, che di tutta l’energia del cosmo, tu ne hai data tanta quanta ne hai ricevuta.
E a un certo punto, il fisico scenderà dal pulpito e andrà dal tuo amato, che ha il cuore in pezzi, lì in prima fila, e gli dirà che tutti i fotoni che abbiano mai rimbalzato sul tuo volto, tutte le particelle i cui percorsi siano stati interrotti dal tuo sorriso, dal tocco dei tuoi capelli, centinaia di trilioni di particelle, sono corsi via da te come figli, le loro strade cambiate per sempre da te.
E alla tua vedova, tremante nell’amorevole abbraccio della vostra famiglia, possa il fisico far capire che tutti i fotoni che sono rimbalzati via da te sono stati raccolti nei recettori di particelle che sono i suoi occhi, che quei fotoni hanno creato in lei costellazioni di neuroni elettromagneticamente carichi la cui energia vivrà per sempre.
E il fisico ricorderà agli astanti quanta di tutta la nostra energia è rilasciata sotto forma di calore. Potrebbero esserci alcuni che si fanno aria con un foglio, mentre lo dice. Egli dirà loro che il calore che è fluito attraverso di te in vita è ancora qui, è ancora parte di tutto ciò che siamo, anche mentre noi, addolorati, continuiamo nel calore delle nostre vite.
E fa’ che il fisico spieghi a coloro che ti hanno amato che non hanno bisogno di avere fede; anzi, proprio non dovrebbero avere fede. Fa’ che sappiano che possono misurare, che gli scienziati hanno già misurato con precisione la conservazione dell’energia e che il loro riscontro è accurato, verificabile e consistente attraverso lo spazio e il tempo.
Spera che la tua famiglia comprenda queste prove e si accontenti del fatto che la scienza è salda, e che trovi conforto nel sapere che la tua energia è ancora tutt’attorno.
Secondo la legge della conservazione dell’energia, neanche una piccola parte di te se n’è andata.
Sei solo meno ordinato.
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Commento 1.
A TE CHE PIANGI CHI TI ERA CARO
Se mi ami non piangere! Se conoscessi il mistero immenso del cielo dove ora vivo; se potessi vedere e sentire quello che io sento e vedo in questi orizzonti senza fine e in questa luce che tutto investe e penetra, non piangeresti se mi ami!
Sono ormai assorbita dall’incanto di Dio, dalle sue espressioni di sconfinata bellezza. Le cose di un tempo sono così piccole e meschine al confronto! Mi è rimasto l’affetto per te, una tenerezza che non hai mai conosciuto! Ci siamo amati e conosciuti nel tempo:’ ma tutto allora era così fugace e limitato!
Io vivo nella serena e gioiosa attesa del tuo arrivo fra noi: tu pensami così; nelle tue battaglie pensa a questa meravigliosa casa, dove non esiste la morte, e dove ci disseteremo insieme, nel trasporto più puro e più intenso, alla fonte inestinguibile della gioia e dell’amore!
Non piangere più se veramente mi ami!
(G. Perico S. J.)
Commento 2.
“La morte non è nulla.
Sono soltanto passato nella stanza accanto.
Io sono io, voi siete voi.
Ciò che eravamo pii uni per pii altri, lo starno sempre.
Datemi il nome che mi avete sempre dato,
parlatemi come l’avetefatto sempre:
non usate un tono diverso,
non prendete un ‘aria solenne o triste.
Continuate a ridere di ciò che rifaceva ridere insieme.
Pregate.
Sorridete.
Pensate a me.
Pregate per me.
Il mio nome pronunciatelo come sempre,
senza alcuna enfasi, senza traccia d’ombra.
La vita significa tutto ciò che ha sempre significato.
L ’ quella che é stata sempre.
Il filo non è tagliato.
Perché dovrei essere fuori dalla vostra vita, solo perché sono fuori dal
vostro sguardo?
Io vi aspetto, non sono lontano, sono solo dadaltro lato della strada.
Vedete, tutto è bene. ”
; Henry Scott Hodandj
Il tema della “dipartita” è molto variegato e discusso da che mondo e mondo. Avendo perso mia madre da bambino, rimasi impressionato dalla scritta sovrastante l’ingresso secondario in un cimitero di provincia “vita mutatur, non tollitur”. Una decina d’anni dopo ebbi un incidente in bici, finendo svenuto sull’asfalto. Mentre attivavano i soccorsi la mia anima fece un viaggio in un posto bellissimo, per l’atmosfera di pace che vi regnava; dove però mi comunicarono che non era ancora la mia ora, e mi svegliai (con rimpianto) sulla terra, con il classico secchio d’acqua in faccia. Da allora la questione mi intriga molto. Mi sono imbattuto nel libro “Messages from Michael”, trascrizione di migliaia di ore di sedute spiritiche tenutesi in California 50 anni fa. Sono italiano e cattolico; Studio la questione partendo dalla mia cultura e religione; però ho imparato che l’argomento è universale; a cominciare dalla Bibbia (Isaia, 55 10-11) per proseguire con l’ode “Danza degli spiriti sulle acque” di Goethe, a Madame Blavatsky, per citarne alcuni.