
Un percorso di consapevolezza
Stiamo vivendo una realtà davvero destabilizzante perché tutti i valori che sembravano sacri vengono quotidianamente calpestati, messi a tacere, a volte irrisi: l’esatto contrario di quello che sarebbe logico e costruttivo viene messo in risalto senza che ci siano le doverose reazioni di chi subisce il tutto.
Non proprio tutti, però, sono disposti a continuare a essere travolti da acque maleodoranti e non pochi hanno iniziato a decodificare gli avvenimenti i base a criteri personali, secondo il proprio bagaglio esperienziale, partecipando a dibattiti e leggendo articoli di professionisti che non si sono piegati alla follia collettiva.
È logico che ci siano momenti nella vita di ognuno di noi in cui la confusione regna sovrana: un susseguirsi di attimi, ore, giorni, mesi e, perché no, di anni in cui la sensazione è quella di trovarsi in un labirinto da cui è difficile uscire.
È un labirinto che ha similitudine con la raffigurazione del nostro cervello in cui si affastellano soluzioni non necessariamente indirizzate alla risoluzione del problema: sarebbe bene fare proprio il concetto che, se ci troviamo in una simile situazione, è perché dobbiamo imparare qualcosa e che la durata della permanenza in quel luogo dipende dalla nostra capacità scendere in fondo al nostro cuore, dove risiede la Saggezza, quindi la soluzione più adatta a ridonarci l’equilibrio.
Labirinto “labor-intus” infatti indica un percorso di introspezione – da cui può scaturire la Conoscenza – iniziato da un fattore esterno, la realtà da cui si viene stimolati per progredire nella propria evoluzione.
Ognuno dovrà affrontare il proprio Minotauro che appare in mille forme dietro ogni ansa del circuito e, dalla luce posta su ognuna di queste immagini (che sono parte integrante del processo di crescita), potrà sciogliere il nodo che impedisce il fluire dell’energia vitale.
In questo processo evolutivo esiste solo una possibilità di riuscita: l’immersione totale nella forza della Verità, lontano dai compromessi, pronti ad affrontare le parti meno gradevoli del proprio essere, quello che in termini junghiani viene definito “Ombra”.
Tutti noi abbiamo nella nostra interiorità parti represse, non sempre distruttive; solo nell’integrazione di queste nostre istanze potremo raggiungere l’interezza e giungere al centro realizzandoci appieno, ma la strada è costellata proprio dalla presenza costante del Minotauro, mostro non a caso generato da un rapporto sessuale contro natura, perverso.
Allora, quali possono essere state e ancora sono le situazioni che implicano una non completa serenità nel viverci, una disarmonia profonda?
Un’offesa gratuita, il non raggiungimento di un obbiettivo, problematiche familiari fino ad arrivare alla perdita, la perdita di un amico, un compagno, un figlio: le ferite sono di varia natura perché per la maggior parte colpiscono la personalità, mentre quando entriamo nella sfera dell’anima, della nostra vera essenza, tutto cambia.
Il dolore è un’energia deflagrante e non segue protocolli stabiliti da leggi comuni.
La lacerazione può essere più o meno profonda e la guarigione ha ovviamente tempi diversi: ci sono casi in cui la ferita continua a sanguinare e come i due lembi della carne tendono a rimanere divisi, così l’impossibilità di “darsi pace” rimane una entità attiva dentro di noi, togliendoci la voglia di vivere.
“Andare in mille pezzi” significa essere ben lontano dal comporre una figura armoniosa, dai contorni definiti e compatti, contenitore per tutto quello che è inconscio e che deve essere tutelato, se vogliamo continuare il nostro viaggio umano.
Come ricomporre la nostra interezza dopo uno tsunami doloroso?
La risposta è giunta dal mio dentista, per quanto possa sembrare strano: mentre controllava scrupolosamente ogni dente mi raccontava di questo suo nuovo metodo di relax, necessario per chi ha a che fare con pazienti tutt’altro che pazienti.
La ciotola di ceramica che troneggiava su uno scaffale gli ricordava quanto fosse importante credere nella riparazione di qualsiasi frattura, attraverso l’arte millenaria del Kintsugi, forgiata nel Giappone del periodo Muromachi sotto lo shogunato di Ashikaga Yoshimasa in pieno 1400.
I frammenti di un oggetto vengono saldati con pennellate di lacca urushi, materiale tratto dalla resina di un particolare albero, stuccati e carteggiati prima di essere cosparsi di polvere d’oro.
Si tratta quindi di trovare la “lacca urushi” dentro di noi, quella stessa forza che ci fa progredire nel labirinto: non è difficile ricordarci situazioni della nostra infanzia, gioventù dove eravamo felici, situazioni in cui ci siamo sentiti vincitori e la nostra forza vitale ci spingeva a vedere il mondo attraverso lenti rosee… col senno di poi dobbiamo ammettere che si trattava di episodi in cui i valori più sacri del nostro essere erano stati esaltati.
Dove è finito l’entusiasmo, la gioia di vivere, la fiducia nel domani?
È il nostro legame con il Divino, con la spiritualità – non a caso simboleggiata dall’oro – che può ricollegarci al soffio vitale.
Perché niente e nessuno può portaci via quello che ci appartiene nel profondo, quello che sappiamo essere una emanazione dell’archetipo.
Per quanti frammenti possono comporre il nostro essere oggi, ogni sconfitta, ogni dolore, ogni annichilimento può essere integrato e impreziosirci in quanto a esperienza superata.
Mi auguro che quando i giovani di oggi avranno la mia età, ricordando questa nostra epoca attuale, potranno raccogliere in una coppa con poche striature dorate tutto il Sapere che, dopo tanto orrore, sarà loro concesso.
Civico20News
Chicca Morone
Editorialista
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Ecco “l’entusiasmo… la gioia di vivere…”
GRAZIE. Quanto hai scritto mi ha fatto bene al cuore. Anche io , come tutti, e te più di tutti ora, abbiamo le nostre fratture da risanare, ma non sempre si riesce a trovare quella “lacca” speciale: a volte ci si accontenta di avvicinare i pezzi bellamente e cospargere sopra le fratture un po’ di quella polvere d’oro che apparentemente ci illude che possa bastare.
Parole sante
Grazie Chicca le tue parole infondono coraggio e serenita’. Voglia di andare avanti!!! Grazie ancora
parole di bella sapienza che guarda lontano. È vero, il labirinto è dentro e fuori di noi, si dipana dalla mente già nel momento del primo risveglio. La consapevolezza è il nostro filo di Arianna. Grazie per aver innescato il pensiero!!
Il labirinto è un viaggio introspettivo, dove nulla è scontato e dove la meta è protetta dal Minotauro. Solo noi possediamo le chiavi di accesso, il nostro “filo d’Arianna”, solo noi possiamo trovare la via… Quelli che consideriamo ostacoli della vita sono le uniche grandi opportunità per vincere i mostri celati dentro di noi, Il cosiddetto “male” è opportunità di crescita, di lotta e di vittoria. Chiccca ha toccato i punti cruciali del Vero Cammino, senza paure o alcuna forma di umana ipocrisia.