La crescita dinamica attraverso la conoscenza di Sé
Vorrei riservare questo Editoriale ad un breve approfondimento sulle considerazioni di carattere etico che riguardano i concetti di Bene e di Male.
Un argomento sicuramente complesso e molto articolato che prevede punti di vista ricchi di contraddizioni e fonte di inevitabili discussioni.
Secondo una visione di tipo iniziatico il cosiddetto “male” rappresenterebbe il risultato di una scelta che conduce l’individuo ad un passo indietro nel processo evolutivo della propria crescita, nella dimensione etica.
Quindi un concetto visto come alternativa opportunistica che andrebbe a premiare, solo in apparenza, il soggetto che lo compie, offrendogli i vantaggi personali di una scelta basata sull’egoismo.
Secondo questa visione, l’alternativa al male, il cosiddetto Bene, corrisponderebbe al risultato di una scelta opposta di carattere evolutivo.
Per comprendere meglio questi presupposti dovremo introdurre il concetto di reincarnazione e ammettere che le numerose vite, e non l’unica vita come molti pensano, siano delle ricadute nella materia di una componente psichica o spirituale, che deve fare esperienza e imparare quanto ogni singola vita gli possa offrire.
In altre parole, secondo questa visione le vite sono delle opportunità per allargare il nostro bagaglio personale di conoscenze e di esperienze.
Ogni singola Entità individuale dovrà comprendere che la propria dimensione Etica è rappresentata da ciò che abbiamo capitalizzato ad ogni reincarnazione, ovvero ciò che abbiamo imparato e compreso del percorso che tende verso la Luce.
Ogni autentico Iniziato conosce il motto scritto sul Tempio di Delfi: “Conosci te stesso” , ovvero l’importanza della comprensione della propria realtà più profonda, ottenuta con la conoscenza di Sé.
Nella nostra dimensione terrestre, vincolati dalle categorie di Spazio-Tempo e Materia-Energia, ci troviamo necessariamente disorientati, preda di un dualismo che ci costringe ad indagare la Natura che ci ospita con il metodo cartesiano della analisi scientifica.
Ogni cosa viene osservata dopo essere stata minuziosamente smembrata, divisa nelle sue componenti che assurgono a livello di entità individuali, facendo rinunciare a quella visione del Tutto che rappresenta la concezione Olistica dell’Universo.
Molte espressioni iniziatiche, come la Divina Commedia o la sequenza degli Arcani Maggiori del Tarocco, descrivono un viaggio nella nostre Dimensione inconscia raccogliendo il valore di una simbologia mai dimenticata e mai compresa nella sua completezza.
Dante, autentico Iniziato operativo della Confraternita dei Fedeli d’Amore, attraverso il suo capolavoro letterario descrive come metafora l’autentico Viaggio del Maestro e dell’Allievo.
Egli entra in una selva oscura dove si perde e inizia un lungo viaggio nell’interiorità del proprio Sé, conoscendo quegli aspetti della propria essenza psichica che rappresentano i vizi e le umane debolezze.
Si tratta di un viaggio doloroso, di un percorso che rivela quanto non si vorrebbe conoscere o riconoscere. Attraverso la metafora e la presenza di numerosissimi personaggi, che utilizza come inconsapevoli attori della propria Commedia, Dante descrive ogni possibile nefandezza che l’uomo può compiere. Dante è testimone del male, lo osserva con interesse, chiede spiegazioni a Virgilio, il Maestro che lo accompagna nella dimensione ctonia, poiché desidera conoscere le cause di tanti delitti e punizioni, dando vita alla cosiddetta “pena del contrappasso”, interpretazione vicina alla struttura etica delle pene karmiche.
Giunto al centro della Terra interviene un autentico atto di magia. Dante seguendo il suo maestro Virgilio si arrampica sul pelo del vermo reo, ovvero di Lucifero, compie una rotazione (cambiamento di posizione) e si ritrova capovolto all’inizio di quel lungo e stretto passaggio creato dal fiume Cocito, la Natural Burella, il sentiero sotterraneo che lo condurrà fino alle pendici del Purgatorio.
Ad una analisi mirata a comprendere la visione etica e iniziatica di Dante, il Poeta inizia il proprio viaggio con lo spirito del “Conosci te stesso”, osserva attraverso uno specchio deformato il proprio elemento negativo, utilizzando figure storiche come attori e numerose comparse, e rappresenta con mirabile precisione quello che a livello simbolico verrà successivamente rappresentato nei dettagli da Basilio Valentino: il V.I.T.R.I.O.L.
L’acronimo, noto agli alchimisti, significa, Visita Interiora Terrae, rectificandoque invenies occultum lapidem, Ovvero Visita l’interno della Terra e compiendo un cambiamento troverai la Pietra occulta.
Dante attraverso la conoscenza della propria Ombra che indaga sulle possibili tipologie del male, decide di operare quel cambiamento di stato, rappresentato dal “Rectificando” del V.I.T.R.I.O.L. e riesce, capovolgendosi, ad imboccare la via della Reintegrazione.
Il seguito, il percorso che lo condurrà prima attraverso il Purgatorio fino al Paradiso, è noto.
L’ultimo verso del XXXIII del Paradiso esprime il senso autentico del valore assoluto e completo della Potenza divina, che rappresenta il vertice della dimensione etica: Amor che move il sole e l’altre stelle.
Ancora oggi in molte strutture iniziatiche, come la massoneria, il simbolo del V.I.T.R.I.O.L. viene inserito nei rituali d’Iniziazione, esortando il profano che “bussa alla porta del Tempio” a iniziare quel lento processo di revisione e conoscenza del male, al fine di superarlo esorcizzandolo.
Nelle prime opere di Carl Gustav Jung, l’Ombra coincide con il concetto di inconscio personale.
Scavare nell’inconscio significa proprio esercitare il lavoro indicato dal V.I.T.R.I.O.L., dove la scoperta dell’Occulum Lapidem la si potrà effettuare visitando la propria interiorità.
Solo conoscendo e sperimentando il male sarà possibile operare una scelta consapevole di carattere evolutivo. Per questo motivo sono necessarie molte vite per poter conoscere, sbagliare e correggere le proprie azioni, riducendo ad ogni comparsa sul Pianeta il numero e la gravità dei propri errori.
Questa interpretazione della realtà potrà essere più o meno convincente, potrà trovare consensi o essere rifiutata nel suo insieme. In questa visione il bene e il male sono solo le risposte evolutive o involutive che diamo ad una particolare situazione, tramite il nostro Libero Arbitrio.
Il filosofo greco Platone in La Repubblica, scritta approssimativamente tra il 390 e il 360 a.C. narra a conclusione del libro X il mito di Er, i cui contenuti sono ispirati in maniera rilevante dal mito orfico e pitagorico della reincarnazione delle anime.
Nel mito si narra di Er, un soldato valoroso morto in battaglia che risvegliandosi sulla pira che stava per essere accesa, raccontò di quanto avesse visto nell’aldilà.
La sua anima appena uscita dal corpo si era unita a molte altre e camminando era arrivata in un luogo divino dove i giudici delle anime sedevano tra quattro aperture, due per chi andava e veniva dal cielo e le altre due dalle profondità della terra.
Alcune Entità esaminavano le anime e ponevano sul petto dei giusti e sulle spalle dei malvagi un preciso responso, ordinando ai primi di salire al cielo e agli altri di andare sotto terra.
In questa visione Er comprese che chi aveva commesso il “male” veniva punito severamente, mentre le buone azioni venivano premiate.
Tutti i castighi inflitti erano temporanei, meno quelli riservati ai tiranni.
Dopo un tempo variabile le anime purificate dai peccati potevano scegliere liberamente quale sarebbe stato il loro progetto di vita, progetto sempre finalizzato alla crescita nella dimensione etica.
Dopo aver compiuto la propria scelta, ogni anima riceveva il Daimon, il genio tutelare ripreso anche da James Hillman, l’allievo di Jung, ne “Il Codice dell’Anima” che avrebbe sorvegliato che si compisse la vita prescelta, quindi bevuta l’acqua del fiume Lete, l’acqua che dà l’oblio, venivano proiettate nella nuova vita.
In questo particolare mito il cosiddetto “Libero Arbitrio” agisce scegliendo ancor prima della nascita gli ostacoli e le opportunità che la futura vita dovrà prevedere. Al termine del programma e della dichiarazione di intenti, l’anima sancise l’accettazione del proprio percorso sul trono di Ananke, la dea del destino, della necessità inalterabile e del fato.
Anche in questo caso il percorso di crescita e purificazione avviene attraverso la presa di coscienza del Male e l’accettazione di un percorso verso la Luce, rivolto al Bene.
Ombra e Luce si alternano e si integrano nella loro reciproca conoscenza e accettazione.
Un breve accenno al Sistema del Tarocco:
Le XXII Lame contengono una straordinaria simbologia che riprende i concetti gnostici di “Caduta adamitica e Reintegrazione”, Un percorso di grande valore iniziatico che racconta il viaggio di un’anima, il cosiddetto “Bagatto”, che scende nella dimensione terrena munito dei quattro strumenti, metafora dei quattro elementi alchemici, che l’anima utilizzerà, vita dopo vita, per compiere il viaggio nella conoscenza di Sé … fino al termine, indicato nella conquista de “Il Mondo”, simbolo del Ritorno al Padre, ovvero la Reintegrazione.
Affronteremo, in futuro i dettagli di questo Viaggio.
Secondo una nuova visione olistica le categorie di bene e male sono superate, il male rappresenterebbe solo l’esercizio di azioni contro iniziatiche, mirate al mantenimento di un basso livello di consapevolezza, mentre il Bene opererebbe in senso opposto. Senza il cosiddetto male tutto resterebbe fermo in un limbo privo di dinamismo e di evoluzione spirituale.
In conclusione Bene e Male sono, secondo questa visione, aspetti complementari e irriducibili, due facce della stessa medaglia che lavorano seguendo la legge imperscrutabile di Causa-effetto, identificando un percorso orientato sempre verso la Luce, nel quale la Dimensione Etica dell’Amore Universale rappresenta il Fine e il mezzo per completare un percorso… probabilmente senza fine.
Civico20News
Giancarlo Guerreri
Editorialista
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Ampio percorso degno della vasta cultura dell’autore, Ma avrei dato spazio proprio alla parte finale perché l’importante è proprio l’obiettivo del percorso verso il bene. Inoltre avrei parlato di del ruolo di Shiva nella sua funzione e di distruttore. Grazie comunque
Hai detto bene, Raffaella, è un discorso molto ampio che proverò a sviluppare in altre occasioni. Grazie.
Il male prevarica sempre sul bene?
Un buono che si reincarna, che sia umano o animale, restera’ sempre tale?
Al contrario il male non prevarica sul bene, offre la possibilità di operare scelte evolutive.
Le varie incarnazioni sono occasioni per evolvere imparando sempre nuove lezioni, quindi la crescita è orientata verso la Luce.
Personalmente ho un atteggiamento “scientifico” verso le vie iniziatiche.
La Divina Commedia lo adotta e così anche i Tarocchi. Un percorso, una serie di indagini, posizioni mentali, direzioni da seguire la giusta successione dei passaggi.
Ma a un certo punto partono i preconcetti, o almeno i presupposti, sostanzialmente i dogmi, in una strada che dovrebbe esserne priva. Le leggi di analogia, la reincarnazione (di cui esistono diverse interpretazioni su cosa lo faccia), il Daimon (anch’esso con aspetti diversi se ne parla Socrate, Hillman/Jung, l’occultismo, ecc), i giudici dell’operato in vita (Maat, ecc).
D’altronde i Simboli spesso collimano, per certi versi la Reintegrazione è il dominio finale degli Elementi che compaiono nel Matto, nel Diavolo, ecc ma forse il percorso dei Tarocchi è più orientato su altri obiettivi nell'”immediato”, tipo la fusione delle polarità .
Sull’inesistenza di un confine tra Bene e Male vorrei dire che sono d’accordo, ma anche la mia è una posizione intuitiva che non posso dimostrare.
Posso dire che sostanzialmente spesso è una questione di punti di vista, il vantaggio per un elemento della Natura comporta l’uccisione di un altro, che bisogna considerare il gioco complessivo, ecc ma volendo si può dimostrare anche l’opposto.
Diverso è il caso di fare del bene. Contrariamente a praticamente tutte le Scuole Esoteriche non credo possa avere davvero un effetto al di là della situazione circoscritta. Ma non mi importa, cerco di farlo lo stesso.