… questi sconosciuti! …
Vorrei riproporre un tema da me trattato ormai ben oltre un anno fa sulle pagine di questa stessa testata, poiché potrebbe essere ormai maturo il tempo per un’ulteriore disamina di questo soggetto.
Riprendiamo pertanto il discorso dal punto iniziale, riproponendo quasi integralmente i testi già proposti al tempo, al fine di rinverdire i concetti basilari, per poi sviscerarne ulteriormente i presupposti.
Lo stimolo primario di questa ricerca proviene dal chiedersi: «È ciò che osservo, che vivo, che sento, che conosco, esattamente così come l’osservo, lo vivo, lo sento o lo conosco? O è diverso?».
Interrogandosi su domande di questo tipo si può arrivare a sondare cose prima insospettate. Anche in relazione al nostro quotidiano vivere comune, solo per citare un aspetto. Ad esempio: “Ce lo si sarebbe mai immaginato, in tempi non sospetti, che in un’umanità da molti ritenuta evoluta fosse possibile osservare una tale sequenza di avvenimenti così irrazionali, emotivamente molto coinvolgenti, come abbiamo osservato nell’ultimo quadriennio, dove profonde paure incontrollate han fatto da contorno a forti limitazioni delle libertà personali, accolte, peraltro, con sollievo dai più, anche se disposte in palese spregio alle leggi vigenti? Dove un aumentato tasso d’intolleranza gli uni per gli altri, non importa con quale fazione s’identificassero, ha caratterizzato il dibattito pubblico e privato? Dove un totale annichilimento del libero arbitrio personale, esercitato principalmente attraverso disposizioni arbitrarie e coercitive, non del tutto superate, unite alla larga divulgazione di notizie ed informazioni profondamente tendenziose, se non addirittura in molti casi false, come sta ormai emergendo da ogni lato, ha appiattito ogni contraddittorio? Dove i diritti basilari di ogni essere umano sono stati sistematicamente calpestati?”
Ora, è andata veramente così, vale a dire ci siamo trovati di fronte ad avvenimenti e relative reazioni comportamentali realmente non immaginabili prima o quanto sopra accennato altro non è stato che la conseguenza logica di una situazione di fatto da lungo tempo esistente, di cui non ci si dava magari contezza, emersa alla ribalta della vita in tutta la sua nudezza e crudezza?
Spieghiamoci meglio. Abbiamo, ad esempio, scritto: “[…] Dove i diritti basilari di ogni essere umano sono stati sistematicamente calpestati?”.
Quali sono i diritti basilari di ogni essere umano? Sono quelli che vengono conferiti ad ogni persona vivente, per il solo fatto di essere un essere umano. Vengono definiti “Diritti Umani” in quanto non sono una concessione che può venir fatta o revocata a piacimento da una qualche autorità, ma spettano per legge naturale a qualsiasi essere umano vivente, per il semplice fatto di essere tale.
La questione che si pone a questo riguardo è: «Ma se una gran parte di umanità di fatto rinuncia a se stessa, abdicando alla sua prerogativa di essere umano, vivente e senziente, come sembrerebbe essersi reso palese negli avvenimenti che ci hanno coinvolto nella nostra recente storia e la cui evoluzione è tutt’oggi di grande attualità, per affidarsi al puro istinto di sopravvivenza ed agire solo più in coerenza con esso, peculiarità, questa, della natura biologica degli esseri animali, fruisce ancora di quei diritti riservati agli esseri umani viventi per legge naturale, di cui si diceva poc’anzi?».
Com’è facilmente intuibile, il tentare di redimere questo aspetto ci porterebbe troppo lontano dal nostro punto nodale ossia se ciò che osserviamo/viviamo è realmente ciò che appare o è altra cosa; tralasciando inoltre il fatto che, quasi certamente, un eventuale dibattito di questo genere verrebbe strumentalizzato a fini personalistici.
Viviamo ormai il tempo storico della percezione personale ed individuale degli avvenimenti, dove il fattore determinante di analisi e comprensione degli stessi è l’esperienza personale, essendo palesemente venuta a meno la neutralità e la credibilità degli organi d’informazione e di controinformazione, con i loro sedicenti esperti in materia.
Essendo, tuttavia, la questione posta poco sopra cruciale per la nostra indagine e determinando di non affidarci alle opinioni di terzi, invito, chi fosse interessato a seguire il filo di questo discorso, di prendere personalmente visione della “Dichiarazione Universale dei Diritti Umani”, proclamata ed approvata a Parigi il 10 dicembre 1948 e ratificata da diversi paesi del pianeta, tra cui l’Italia (lg. 881 del 1977). (https://www.senato.it/application/xmanager/projects/leg18/file/DICHIARAZIONE_diritti_umani_4lingue.pdf)
Una volta presa conoscenza di tale documento (30 articoli di facile e veloce lettura) e valutata, sulla base della propria personale esperienza e sensibilità, se l’applicazione di tali inalienabili principi sia effettivamente riscontrabile nell’attuale impostazione del nostro convivere quotidiano, ci addentreremo ulteriormente nel tema, alla ricerca di qualche elemento aggiuntivo che ci aiuti a meglio comprendere se la nostra attuale vita socio-politico-economica sia basata veramente sui fondamenti di cui siamo convinti ovvero se i suoi presupposti siano di differente natura.
luca rosso