Un progetto per indagare il rapporto tra l’autore di “Addio alle armi” e il capoluogo subalpino, da lui visitato in almeno quattro occasioni
A Torino, sabato 27 luglio, al Museo Ferroviario di Torino Porta Nuova, Francesco Nugnes e Angelo Toppino, in dialogo con il giornalista Marco Margrita, hanno presentato “Quando Hemingway passeggiava in piazza Castello”, progetto nato dal loro lavoro di ricerca, che diventerà anche un libro, per indagare il rapporto tra lo scrittore Ernest Hemingway e il capoluogo subalpino, visitato in almeno quattro occasioni dall’autore di Addio alle armi e di altri classici della narrativa.
La ricerca di Nugnes e Toppino si proponeva di ripercorrere i passaggi nella Città di Torino e nel Piemonte dello scrittore americano Premio Nobel. Le informazioni ritrovate ed elaborate sono emerse da biografie, articoli di giornali locali, siti specializzati e lettere ritrovate, pubblicate e conservate presso archivi nazionali e internazionali. Questo per mettere in luce un rapporto precedentemente mai analizzato: così questo libro ha l’intento di ripercorrere i passaggi dello scrittore americano e Premio Nobel Ernest Hemingway nella Città di Torino e nel Piemonte, con scopo divulgativo su temi finora accennati in modo superficiale e non strutturati in un’unica pubblicazione.
Vi sono stati anche i contributi del Centro Studi Biellesi, della dottoressa Martina Mastandrea, di Costadoro, A.T.T.S., Museo Ferroviario di Porta Nuova, di testimonianze, ricordi e pubblicazioni del professor Giovanni Cecchin, massimo studioso italiano dello scrittore americano.
Punto focale della permanenza torinese di Hemingway è la storia d’amore con la crocerossina Bianca Bellia, al tempo della Prima Guerra Mondiale. Lo ha così raccontato lo stesso autore: «qui (a Torino) una volta c’è mancato poco che mi sposassi con un’infermiera della Croce Rossa, ero ricoverato all’ospedale militare per la gamba, era bella e nel periodo in cui rimasi all’ospedale, nell’estate e nell’autunno 1918 la nostra fu una magnifica storia d’amore. […] Catherine Barkley di Addio alle armi era la ragazza di Torino ed era anche altre donne» (Hotchner, A.E., Papà Hemingway, 1966).
È stato proprio il professor Giovanni Cecchin a identificare la fidanzata torinese in Bianca Bellia. Lei aveva soltanto 17 anni, alla richiesta di matrimonio si spaventò e lui non glielo perdonò.
Angelo Toppino ha condotto accurate ricerche sulle attività della famiglia Bellia, titolare dall’Ottocento di una impresa di costruzioni, e non solo. Ha catalogato le opere realizzate in Torino e in Piemonte, ma anche le sovvenzioni per i bisognosi e i finanziamenti per le Esposizioni Nazionali di Torino.
Particolare attenzione è stata rivolta a Bianca Bellia, evidenziando il suo impegno per la Croce Rossa Italiana, l’amicizia con Sofia Novellis di Coarazze, crocerossina e dama dell’UNITAL.SI pluridecorata che ha operato a Moncalieri e Torino durante le due Guerre Mondiali, e l’impegno per i viaggi a Lourdes degli ammalati.
Altro aspetto del progetto presentato sarà un’esperienza, una passeggiata nel tempo e nella storia di Torino con gli stessi occhi dello scrittore americano. Emergono così luoghi ormai scomparsi, come l’Ippodromo di Mirafiori, chiese e palazzi, ma anche negozi ancora esistenti, in modo da pervenire a una mappatura di luoghi che Hemingway vide sicuramente con i suoi occhi nei suoi passaggi a Torino, in particolare nel 1918 e nel 1922.
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