sicuri di sapere abbastanza per evitarne le conseguenze?
Ogni individuo si sviluppa a partire da un programma di vita e dispone di una certa quantità di energia per eseguirlo.
Donne e uomini non sono le due facce di una stessa medaglia, ma due medaglie distinte aventi ciascuna due facce: una femminile e una maschile o, se preferite, una negativa e una positiva, nel senso di due poli opposti necessari a far nascere un campo di tensione che permetta un processo osservabile, infine, nelle nostre azioni.
Le differenze tra donne e uomini sono tali che, a ben vedere, si può parlare di specie completamente diverse, che parlano linguaggi diversi, e molte volte incomprensibili tra loro, costrette a cercarsi e collaborare per qualche strana ragione.
Inutile parlare degli sforzi fatti per riuscire a comprendersi, e dei tentativi strutturati dalle religioni, filosofie, società per dare loro la possibilità di collaborare in sintonia. Ne sono nati esperimenti di tutti i generi, ma ognuno di noi può osservare nella propria esperienza di vita quale ne sia il risultato.
Bene che vada tali esseri possono tentare compromessi che non soddisfano nessuno e, nella maggior parte dei casi, di fatto, essi vivono separati e incompresi.
Cominciamo quindi la nostra esplorazione delle caratteristiche che determinano tali differenze e andiamo alla ricerca della ragione di tutto ciò.
Se riusciremo nel nostro intento, il risultato sarà l’eliminazione di alcuni preconcetti al riguardo, la riduzione delle aspettative che ne derivano, e la possibilità di una cooperazione tra i due sulla base della comprensione dei propri ruoli e responsabilità.
Come funzionano oggi la donna e l’uomo?
- il principio di sopravvivenza genera il desiderio di autoconservazione o sopravvivenza, che nella donna si traduce in desiderio di sicurezza;
- tramite il suo mentale irradiante, gli impulsi di questo desiderio
- giungono al mentale negativo ricettivo dell’uomo;
- l’uomo, che ha perso o non possiede ancora la vera intelligenza, non comprende in quale modo reagire a tale richiesta, quindi
- nel suo astrale positivo irradiante nasce l’ansia; questa condizione viene trasmessa all’astrale negativo ricettivo della donna che, sentendo questa insicurezza, reagisce chiedendo più sicurezza, mettendo nuovamente in moto il circolo chiuso in una spirale sempre più veloce;
infine
l’uomo, che viene sempre più pressato da questo meccanismo, incolpa la donna di essere incomprensibile, di non riuscire a farsi capire, e la lascia (tornando dalla mamma, o adottando comportamenti femminili quale tentativo di riequilibrio, o cercando una nuova compagna, o maturando sensi di colpa o depressione, o reagendo in maniera aggressiva nei confronti della donna o verso se stesso);
la donna, schiacciata anch’ella dallo stesso meccanismo, incolpa l’uomo di essere incapace di capirla e di soddisfare i suoi desideri, e lo lascia (costringendosi ad assumere anche le funzioni maschili, o adottando comportamenti e aspetto maschili, o maturando sensi di colpa o depressione, o diventando aggressiva verso se stessa o verso i figli per vendetta verso l’uomo).
L’uomo azzera la sua capacità di pensare, torna bambino, torna dalla mamma.
La donna diventa donna in carriera, non vuole più svolgere il suo ruolo.
Occorre ricordare che questi processi avvengono quasi esclusivamente a livello inconscio per poi manifestarsi in modo visibile e, quindi, non vi è quasi mai intenzione cosciente né colpa.
Però l’attenzione ci può aiutare a non continuare a esserne schiavi evitando che il meccanismo continui a riprodursi automaticamente. (succede spesso che chi cerca di uscire da una certa situazione si infili immediatamente in un’altra simile).
In ogni caso la causa principale è l’ignoranza; ignoranza del proprio fine e del proprio funzionamento in relazione al raggiungimento di tale fine; subito dopo, la mancanza di aspetto femminile in entrambi.
Infatti: l’aspetto negativo, femminile, ricettivo, smorzante, realizzativo, metterebbe l’uomo in condizioni di lasciar organizzare intelligentemente i propri pensieri predisponendoli alla collaborazione realizzativa con la donna, e la donna, di non reagire automaticamente e impulsivamente, lasciando maturare nella testa pensieri coerenti, in una predisposizione a proiettarsi chiaramente nell’uomo.
Concludendo:
se l’uomo e la donna, conoscendo tali meccanismi, accettano di collaborare intelligentemente e con perseveranza, si creano i presupposti di una comprensione che fa evitare tensioni inutili e raggiungere il minimo biologico collaborativo, lasciando all’interno del proprio sistema individuale, tutto lo spazio e le risorse necessari per il raggiungimento del proprio fine o di qualcosa d’altro. (altro che non viene indagato in questa sede).
La base per la realizzazione di tale tentativo è posta nella capacità di ogni singolo rappresentante del genere umano di poter funzionare correttamente senza aiuti esterni, e poi collaborare con tutti.
Tutto chiaro?
Certamente no!
Infatti la classificazione uomo – donna comprende anche tutte le espressioni miste dell’uno o dell’altro in un caleidoscopio di possibilità praticamente infinito.
È quanto indagheremo nei prossimi articoli.
schema e testo
pietro cartella
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