Il nuovo libro di Andrea Biscàro e Livio Cepollina
Era il mese di giugno del 1969…
No, non è un lieto ricordo di una tarda primavera di oltre cinquant’anni fa. È invece l’inizio di una brutta, bruttissima storia.
Nella nostra Torino elegante, signorile, con le sue linee barocche e liberty, col suo tocco razionalista a tratteggiare una città perbene e perbenista, affascinante, misteriosa e tenebrosa, non dobbiamo dimenticarci della Torino parallela, coesistente con quella presentabile. È una Torino che sa far quadrato con inquietante garbo e, peggio ancora, ha saputo blindare un fattaccio ultra-cinquantennale.
In questa Torino Altra e Alta, un giornalista e uno scrittore di saggistica, superando varie ritrosie, anche editoriali, hanno deciso di incamminarsi in autonomia lungo il percorso di una nuova ed indigesta avventura tutta subalpina. Non esiste l’amor. Martine Beauregard cantava è il titolo del nuovo libro dei torinesi Andrea Biscàro e Livio Cepollina.
A cinquantacinque anni di distanza dalla morte della prostituta parigina Martine Beauregard, i due scrittori riprendono in mano l’intera vicenda. E lo fanno con un occhio di riguardo per la vittima, malgrado la durezza del loro scritto.
«Il corpo di una giovane donna uccisa dopo essere stata barbaramente seviziata è stato rinvenuto questa mattina in un fossato ai bordi della strada che costeggia l’ippodromo di Vinovo» (Stampa Sera del 18 giugno 1969): con queste scarne informazioni si apre uno dei casi più inquietanti della cronaca nera subalpina. Martine Beauregard è una prostituta francese di venticinque anni, che vive a Torino con la sua famiglia. È conosciuta negli ambienti altolocati del piacere notturno come la Parigina. Le indagini languono per mesi, quando si autoincrimina un rampollo della Torino bene per poi ritrattare. Il caso è costellato da personaggi ambigui, suicidi, lettere anonime, testimonianze fuorvianti. È una storia che non trova, e molto probabilmente non troverà mai, una conclusione.
Il primo libro sul caso è stato quello del giornalista Claudio Giacchino, L’ultima notte con Martine, del 2002. Un piccolo capolavoro subalpino, soprattutto per l’importante opera di contestualizzazione storica, sociale e di costume degli ambienti della Questura torinese e delle redazioni di giornale.
Non esiste l’amor. Martine Beauregard cantava ha un taglio completamente differente rispetto al libro di Giacchino. Il lavoro di Biscàro e Cepollina si focalizza sul caso, lo ricostruisce e lo analizza con la maggior precisione possibile, presentando al Lettore i recenti sviluppi dell’inchiesta, del 2017, senza escludere le odierne voci di sottofondo. Perché Torino non si è dimenticata di Martine. Preferisce non parlarne, ma certi incontri degli autori, descritti nel libro, sono indubbiamente interessanti. C’è un aspetto ulteriore del loro lavoro che va sottolineato: il ricordo della persona di Martine, i suoi sogni, le sue aspirazioni, il suo diario. Tutto ciò che di umano resta di lei, prima che venisse scaricata in un fosso assieme alla verità.
Segnaliamo i due scritti che aprono e chiudono questo bel libro, al contempo duro e rispettoso: la breve e sensibile Prefazione, firmata dalla dottoressa Chantal Milani, noto Antropologo e Odontologo Forense. La Postfazione è invece del professor Milo Julini, con tutto il suo bagaglio di esperienza nel ricostruire i casi di omicidio subalpini del XIX e XX secolo.
Non esiste l’amor. Martine Beauregard cantava,
di Livio Cepollina e Andrea Biscàro
Coordinatrice editoriali: Loredana Cella
142 pagine, 14,00 Euro
Il libro è ordinabile esclusivamente su Amazon.
Il Booktrailer:
https://www.youtube.com/watch?v=FOy5nntNzzg&t=7s
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