Poche parole dedicate alla nostra città, nel suo Viaggio in Italia, ripubblicato da Pintore Editore
Da qualche anno è frequente ascoltare la lingua francese per le strade di Torino: il sabato pullman di turisti si fermano a Porta Palazzo per acquisti alimentari o di altro genere e non soltanto nei fine settimana il centro cittadino è visitato da gruppi provenienti d’oltr’Alpe. Questo interesse per la nostra città e per la nostra regione è stato in gran parte risvegliato dalle Olimpiadi invernali del 2006, dalle quali è partito un forte rinnovamento del territorio, oggi aperto alla cultura e al turismo molto più di quanto non lo fosse in passato, ai tempi della città industriale.
La situazione era molto diversa nell’Ottocento: nella stagione del Grand Tour, che aveva di solito l’Italia come meta, scrittori e intellettuali d’ogni parte d’Europa sono transitati per Torino: salvo eccezioni, non ne sono emersi giudizi lusinghieri. La domanda immediata è: cosa scriverebbe oggi, i molti che hanno alloggiato all’Hotel Europa in piazza Castello…?
Il 16 febbraio scorso abbiamo già citato il caso di Stendhal, il “milanese” che non amò Torino: https://www.civico20news.it/sito/articolo.php?id=50271
Oggi ci occupiamo di François Auguste René de Chateaubriand (1), che scrive una lettera da Torino il 17 giugno 1803. Si tratta della “Prima lettera a M. Joubert” (2), col quale intrattiene uno scambio epistolare durante questo suo viaggio in Italia, che inizia proprio da Torino. Joubert fu grande amico di Chateaubriand, che di lui scrive: «Uomo la cui morte ha lasciato nella mia esistenza uno di quei vuoti che gli anni causano, ma che poi non colmano».
A riprendere in mano le carte del viaggiatore francese è stata Ada Corneri, nel volume Viaggio in Italia, pubblicato nel 2010 dall’editore torinese Pintore ed uscito ora in ristampa.
Nella lettera sopra citata, Chateaubriand, che scrive a posteriori le sue impressioni di viaggio, narra la permanenza a Lione e il passaggio da Chambéry (pagg. 15 – 18, Ada Corneri, Viaggio in Italia).
Nelle pagine del suo “Diario”, che si alterna nel volume alle lettere, Chateaubriand descrive e analizza in modo più approfondito luoghi e spostamenti. Quando supera il confine con l’Italia, fin da subito il suo animo non è ben disposto verso il paesaggio che scopre (pag. 26, op. cit.). E, poco oltre, leggiamo: «Il monte Cenisio dal versante francese non presenta nulla di notevole. Il lago del colle mi è parso solo un piccolo stagno. All’inizio della discesa verso Novalesa fui male impressionato; mi aspettavo, non so perché, di trovarmi di fronte le pianure dell’Italia; non vidi che una gola nera e profonda, che un caos di torrenti e precipizi.»
E Torino? La capitale del Regno di Sardegna è menzionata nella seconda lettera a M. Joubert, scritta da Milano il 21 giugno 1803, che Chateaubriand raggiunge dopo aver lasciato Torino.
«Avrete visto, dal mio breve diario datato da Torino, che a prima vista non ero stato molto colpito. L’effetto dei dintorni di Torino è bello, ma si sente ancora troppo l’influenza della Gallia: ci si può credere in Normandia, con le montagne vicine. Torino è una città nuova, pulita, dalla pianta regolare, abbellita da bei palazzi, ma dall’aspetto un po’ triste.» (pag. 28, op. cit.).
I torinesi amano la loro città, non la confonderebbero e nemmeno scambierebbero mai per la costa della Normandia, dove è avvenuto lo sbarco degli Alleati 80 anni fa, che hanno scelto quella landa francese e non una Torino assediata dalle bombe e dagli attacchi aerei. Scherzi a parte e lasciando stare la fantastoria, Chateaubriand è anche famoso per le sue Memorie dall’oltretomba, una originale e immaginifica opera autobiografica: iniziata nel 1809, dopo il ritorno dal viaggio in Oriente, e completata nel 1833, è un’appassionata rievocazione della sua vita nel quadro di una travagliata epoca storica. Questo testo verrà pubblicato postumo.
Il libro Viaggio in Italia, tradotto e curato da Ada Corneri, si legge con piacere, le pagine scorrono sulle trame del viaggio italiano di Chateaubriand, che toccherà la Villa Adriana di Tivoli, Roma e lo Stato Pontificio, Napoli e Pompei. Una riscoperta del gran viaggio italiano, nel clima romantico ottocentesco, dopo le ventate della Rivoluzione francese.
La stessa autrice si è cimentata in altre riletture e riscritture del letterato francese, dal taglio diverso, e questa è un’altra storia, magari per una futura lettura e recensione. I suoi testi hanno fatto riscoprire a molti la vera natura ed essenza di Chateaubriand, andando ben oltre la superficie: a lei il merito dello studio e approfondimento che porge tanto lavoro ai lettori, a Pintore il merito di aver pubblicato queste opere di valore storico e letterario.
Note
1.François Auguste René de Chateaubriand (Saint-Malo, 4 settembre 1768 – Parigi, 4 luglio 1848) è stato uno scrittore, politico e diplomatico. È considerato il fondatore del Romanticismo letterario francese.
2.Joseph Joubert (1752 – 1824) è stato un moralista e saggista francese. Chateaubriand, su richiesta della vedova, curerà la raccolta dei Pensées, pubblicati postumi nel 1838.
Chateaubriand
Viaggio in Italia
A cura di Ada Corneri
Pintore
15,00
ISBN 978-88-87804607
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