Un contributo di Roberto D’Amico
Si continua a parlare della Torino Magica, della Torino Nera… spesso molto a sproposito…
Uno degli elementi più famoso in questo senso è sicuramente il monumento eretto nel 1879 in Piazza Statuto per celebrare la realizzazione del traforo ferroviario del Frejus.
Ideato dal conte Marcello Panissera di Veglio, al tempo presidente dell’Accademia Albertina, il monumento è formato da un ammasso piramidale di enormi pietre grezze provenienti dallo scavo del traforo sulla cui sommità svetta un Genio Alato sul cui capo è posta una stella a cinque punte.
Identificato erroneamente con il Lucifero satanico, questa statua è in realtà il simbolo della Conoscenza. Il monumento era, infatti, secondo il pensiero positivista del tempo, un’allegoria del trionfo della ragione sulla forza bruta, raffigurata dalle figure marmoree dei Titani inserite tra i massi grezzi, apparentemente inutilmente protesi a raggiungere la sommità per sopraffare appunto la Conoscenza.
Il Genio con la stella sul capo è sì Lucifero, ma il Lucifer romano, il “Portatore di Luce” (da lux=luce, ferre=portare) e del suo corrispondente greco Phosphoros (da phos= luce, phero=portare), che indicava altresì la Stella del Mattino, cioè Venere, con cui veniva identificato. Ma era anche Tinia per gli Etruschi, Inanna per i Sumeri, Ishtar per i Babilonesi, Tioumoutiri per gli Egizi, Astarte per i Fenici.
È in questa veste che, nei secoli passati, i Geni con la stella sul capo erano interpretati da chi possedeva la Conoscenza! La Chiesa li ha trasformati nel simbolo di un Lucifero demoniaco, ma non era così per le menti illuminate di un tempo… e neanche per chi ancora oggi sa interpretare la Tradizione.
Come ebbe anche a scrivere Giosuè Carducci: “I competenti di scienze esoteriche sanno benissimo che la Stella di Venere, detta anche Stella di Lucifero, quando sorge al mattino, è, precisamente, la Stella delle Iniziazioni. È proprio quella che brilla sulla fronte degli Adepti, nell’ora della suprema Illuminazione, della liberazione indicibile.”
A Torino, il Genio alato di Piazza Statuto non è unico…
Un secondo Genio alato era, ad esempio, un tempo collocato sulla punta della Mole Antonelliana. Si trattava di un “angelo”, progettato dallo scultore Fumagalli, fatto di rame sbalzato e dorato. In una mano aveva una lancia, nell’altra un ramo di palma e sulla testa una grande stella a cinque punte sorretta da un’asta
Purtroppo, la punta venne distrutta da un fulmine durante un nubifragio nell’agosto del 1904 e rimangono solo pochi disegni per ricordarla.
La statua si salvò, ed è ancora esposta all’interno della Mole, ma venne poi rimpiazzata da una sola grande stella, che ne ricorda l’originale significato simbolico, che svetta ancora oggi.
Un terzo personaggio con una stella sul capo è Polluce, uno dei due Dioscuri le cui statue equestri ideate e volute dal celebre architetto di casa Savoia Pelagio Palagi per simboleggiare valori eroici e di virtù, furono collocate nel 1847 ai lati dell’accesso centrale della cancellata di Palazzo Reale. La stella sul capo non è, tuttavia, una caratteristica legata alle tipiche raffigurazioni di Castore e Polluce. Si dice, guarda caso, che anche in questo caso essa rappresenti la Conoscenza e l’Immortalità…
Un quarto genio alato con la stella sulla fronte si trova, infine, nel Tempio Crematorio del Cimitero Monumentale, la cui Sala del Commiato è dominata dalla figura di una grande piramide. Al centro di essa si apre una porta ai cui lati sono poste due statue: una donna che innalza un ramo d’ulivo ed un Genio alato che solleva una tenda quasi ad invitare il defunto ad entrare. Anche in questo caso l’angelo/genio è indubbiamente il nostro “Portatore di Luce” che col Fuoco rigenera, ecco perché è presente nel Tempio Crematorio.
D’ora in avanti, quando sentirete parlare dei Geni alati di Torino o vi capiterà di guardarli, cercate di vederli sotto questa nuova luce. Essi sono il simbolo del Principio Positivo, divulgatore della Sophia della tradizione gnostica e filosofica che nella storia ha trovato echi nel Rosacrucianesimo e nell’Illuminismo.
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Molto interessante…