Funzionario della Polizia Locale di Collegno, ricerca materiale documentale riguardante la vicenda che ha reso celebre questo Comune nel mondo
Ho conosciuto Roberto Dosio, funzionario della Polizia Locale del Comune di Collegno, in occasione della tavola rotonda “Dal caso dello sconosciuto di Collegno alla pseudo identità e analisi di percorsi valutativi” svoltasi il 23 giugno 2022, nell’ambito della Collegno fòl fest. Sono rimasto colpito dal suo grande interesse per il caso dello Smemorato di Collegno e da allora ci siamo sentiti più volte per analizzare vari aspetti della vicenda, anche in occasione di successivi incontri della fòl fest. Ho così potuto apprezzare il suo entusiasmo e il suo rigore nella personale ricerca di collezionista che desidero far conoscere ai Lettori di Civico 20 News (m.j.).
Quale è stato il suo percorso di avvicinamento al caso dello Smemorato di Collegno?
Dopo aver conseguito la laurea in Giurisprudenza ho frequentato il master in Criminologia Internazionale e Politica Criminale presso l’agenzia dell’Istituto interregionale delle Nazioni Unite per la ricerca sul crimine e la giustizia (UNICRI) alla sede dell’ONU di Torino
Mi sono poi iscritto alla Società Italiana di Criminologia.
Il mio interesse verso la criminologia è nato seguendo all’Università le lezioni di Medicina legale del professor Baima Bollone, grande conoscitore e studioso della figura di Cesare Lombroso, padre della criminologia in Italia. Tale materia mi hanno sempre affascinato e, in particolare, gli studi positivistici che hanno contribuito alla nascita della Polizia Scientifica in Italia grazie al contributo di Cesare Lombroso e, successivamente, all’impegno scientifico di Salvatore Ottolenghi. Sono anche un appassionato di storia, interessandomi soprattutto della storia locale del territorio perché credo che sia importante conoscere il passato dei luoghi in cui si abita per meglio comprendere il presente e avere una visione più dettagliata della comunità e della società in cui si vive.
Quale idea si è fatto sul caso dello Smemorato di Collegno?
La vicenda dello Smemorato di Collegno è una storia solo apparentemente semplice, ma esaminandola approfonditamente svela diversi piani che si intrecciano, mostrando un racconto ingarbugliato e affascinante e ancora oggi con questioni non ancora del tutto risolte.
Il fascino perenne del caso è testimoniato dal fatto che ha rappresentato la prima vicenda mediatica in cui confluirono temi di natura sentimentale, giudiziaria e gossip giornalistico che tennero, negli anni Venti e Trenta, incollati gli italiani alla lettura dei giornali, con forte partecipazione al dibattito che ne scaturì ad ogni livello sociale, fino a interessare esponenti politici e religiosi.
La vicenda rappresenta, inoltre, uno dei primissimi casi in cui aspetti di natura psicologica entrarono a far parte del dibattito giudiziario, in quanto lo sconosciuto di Collegno dal marzo del 1927 fino alla conclusione del processo, avvenuta a maggio del 1931, fu sottoposto a varie perizie di natura psichiatrica. Si tentava di determinare la sua personalità e trovare elementi fondamentali per riuscire a comprendere se il soggetto rinchiuso nel manicomio di Collegno fosse realmente il professore veronese Giulio Canella oppure il tipografo e truffatore torinese Mario Bruneri che abilmente tentava di mascherare la sua identità e assumere quella del professore al fine di sottrarsi all’arresto e alla giustizia.
Personalmente sono convinto che lo sconosciuto di Collegno fosse Mario Bruneri in quanto, applicando il metodo investigativo e scientifico, si giunse a una identificazione compiuta incontrovertibile di quest’ultimo soggetto.
Tuttavia, è pur vero che la storia mostra alcuni aspetti che sicuramente devono essere maggiormente studiati che potrebbero dare un quadro completo all’intera vicenda, mettendo in risalto alcuni ambiti mai indagati approfonditamente, tra cui per esempio il ruolo del regime fascista nella vicenda e il forte interesse di alcuni religiosi.
Com’è nata la passione di collezionista?
Nel mio tempo libero mi diletto a cercare e a collezionare testi scientifici di criminologia e di Polizia dei primi del Novecento per la mia passione in generale per la storia e in particolare per gli studi di criminologia tra il XIX e il XX secolo. Negli anni, mi sono focalizzato maggiormente sulla ricerca di materiale documentale riguardante la vicenda dello Smemorato di Collegno, non solo i testi scientifici redatti dagli specialisti successivamente alle perizie condotte, ma anche sentenze che si sono susseguite dal 1927 fino al 1931 e, in particolare, ad articoli di giornale e delle riviste dell’epoca che trattarono il tema.
Il clamore mediatico che ebbe la vicenda in quegli anni fu enorme e, se andiamo a esaminare e raccogliere tutto ciò che allora fu scritto, possiamo trovare articoli redatti a distanza di anni dalla conclusione della stessa fino ad arrivare agli anni 70. Ciò che avvenne in quel periodo incise profondamente sul costume e sul modo di pensare di un intero paese fino a creare un modo di dire: anche ai giorni nostri, in particolare per le persone adulte ed anziane, capita di apostrofare una persona che non ricorda una determinata cosa col termine di Smemorato di Collegno.
Ricordiamo che venne realizzato un film sul tema avente come protagonista Totò e anche sceneggiati televisivi della Rai negli anni 70 e negli anni 2000. La vicenda saltuariamente torna di attualità e sicuramente lo sarà di nuovo nel 2026, in quanto il 10 marzo di quell’anno saranno trascorsi esattamente cento anni dal ricovero dello Smemorato al regio manicomio di Collegno.
Come opera per la raccolta dei suoi pezzi da collezionismo?
Per la raccolta del materiale, frequento mercatini di antiquariato, ma soprattutto cerco di visionare costantemente quanto offre il mercato su Internet in particolar modo su piattaforme specializzate di compravendita di libri di antiquariato. Negli anni ho stretto anche alcuni rapporti di collaborazione con alcuni antiquari. Non di rado mi sono recato in alcune città del Nord Italia per visionare e acquistare il materiale.
È maggiormente curioso riuscire a comprendere da dove esso arrivi, scoprendo vere proprie chicche che aprono nuovi fronti da studiare ed esaminare. Ad esempio, quando raccolsi del materiale presso un negozio di antiquariato a Vigevano, i venditori mi riferirono di averlo acquisito per lo svuotamento di una villa in provincia di Varese: tale documentazione era appartenuta alla contessa Elena da Persico (Verona, 1869 – Affi, 1948), nota giornalista e scrittrice, promotrice di opere sociali a favore delle donne e fondatrice di un istituto secolare denominato Figlie della Regina degli Apostoli. Il suo processo di beatificazione è stato aperto nel 1969 e Papa Francesco nel 2014 l’ha dichiarata Venerabile.
Quali sono i pezzi ai quali è più affezionato?
I pezzi che negli anni ho raccolto e a cui sono più legato sono sicuramente la copia della Domenica del Corriere del 6 febbraio del 1927, dove è riprodotta la nota foto dello Smemorato di Collegno, pubblicata per identificarlo, le copie delle sentenze e delle comparse conclusionali sulle quali sono riportate gli appunti coevi degli avvocati della famiglia Bruneri e, in ultimo, la copia del testo del professor Alfredo Coppola dove sono riportati tutti gli atti e le perizie, raccolti per di dimostrare che lo Smemorato altri non era che Mario Bruneri. Questo testo venne scritto dall’illustre professore di psichiatria al fine di tacitare le voci successive alla sentenza del 1931 che mettevano in dubbio il lavoro scientifico di identificazione svolto dalla Polizia e dei periti della pubblica accusa.
Quali sono i suoi progetti per il futuro?
Il prestito di alcuni documenti e testi per la mostra “La verità nelle tracce. Oltre 120 anni di Polizia Scientifica”, in programma al Museo Nazionale Scienza e Tecnologia di Milano, dal 13 dicembre 2024 al 26 gennaio 2025, promossa dalla Polizia di Stato e organizzata dal Gabinetto Regionale Polizia Scientifica Lombardia, e poi l’andare alla ricerca di nuovo materiale per la mia personale raccolta.
In ultimo, partendo dei documenti già in mio possesso e di particolare interesse, vorrei analizzare, presso gli archivi del territorio, gli aspetti ancora non del tutto chiariti. Sicuramente questi non incidono sulla vicenda, ma potrebbero mettere in risalto alcune vicende trasversali che probabilmente interessarono il regime fascista e alcuni esponenti della Chiesa.
La vicenda dello Smemorato di Collegno, a mio avviso, fu un ottimo pretesto per distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica dalle vicende politiche dell’epoca, ma per alcuni protagonisti, anche il tentativo di ottenere visibilità se non guadagni di natura economica.