A Torino verrà impiegato l’Esercito per arginare il fenomeno dello spaccio di droga.
“Civico 20 News” da ormai molto tempo, con cadenza periodica, pone l’accento sulla scarsa sicurezza che ammorba la Città di Torino.
Ogni volta che si è trattato il tema ci si è sentiti dire che si esagera e che Torino non è né una città pericolosa né una città degradata.
Fosse così, però, il Governo Italiano, su segnalazione della Prefettura e della Questura di Torino, non avrebbe deciso di aumentare la presenza dell’Esercito Italiano – impiegato nell’Operazione “Strade Sicure” – per dare la caccia agli spacciatori di sostanze stupefacenti.
Se quella di “Civico 20 News” fosse solo “propaganda per colpire il buon governo del Sindaco Lo Russo” allora il Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, non avrebbe sentito il bisogno di aumentare il presidio militare nel capoluogo sabaudo.
Ed invece, come chiunque può evincere, il 14 marzo scorso in una nutrita riunione tenutasi presso la Prefettura di Torino – a cui hanno preso parte rappresentanti di Forze Armate, Forze dell’Ordine, Procura della Repubblica e Città di Torino – è stato deciso che verranno impiegati ulteriori militari “per pattugliare le zone più calde della città anche nelle ore serali e di notte”.
A differenza di ciò che il “Partito Democratico” va a sbandierare in tutti i salotti televisivi, l’Italia non è più una Nazione sicura.
Oltretutto – è bene sottolinearlo – i più grossi problemi legati alla sicurezza urbana, allo spaccio di sostanze stupefacenti e all’ubriachezza molesta è sempre più presente in quelle città amministrate da sindaci appartenenti al PD.
Il Sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, PD, più volte incalzato dall’opposizione consiliare sul tema ha sempre glissato minimizzando.
Lo stesso suo modus operandi lo ha usato il Sindaco di Settimo Torinese, Elena Piastra, PD, quando ad interpellarla sul tema è stato il Consigliere Antonio Borrini, in corsa per la poltrona di primo cittadino con “Difendi Settimo”.
Pari lassismo lo si vede con il Sindaco di Cuneo, Patrizia Manassero, PD, che – nonostante tutto ciò che succede in città – continua a parlare di integrazione, educativa di strada, volontariato, e amenità varie.
Per fortuna al Viminale siedono persone competenti che non si fanno “prendere per il naso” dal buonismo di certe fazioni politiche ma guardano ai dati senza girarci troppo attorno.
Gioele Urso di “Torino Today” ha evidenziato come “Da gennaio 2024 Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza hanno registrato 186 arresti, 136 denunce, con un totale di 22 minorenni coinvolti, mentre sono stati sequestrati oltre 80 chilogrammi di cannabinoidi, quasi 20 di eroina, oltre 10 di cocaina e in misura minore altre sostanze”.
Evidentemente Stefano Lo Russo non ritiene che questo crei insicurezza e degrado dal momento che – da quando siede a Palazzo di Città – minimizza il problema.
Chiunque frequenti un minimo il capoluogo sabaudo sa che vi sono zone della città che sono pericolose, sudicie e infrequentabili.
Non è raro trovare ubriaconi molesti in Via Sacchi, tossici che si fumano il crack nelle bottigliette in Corso Giulio Cesare o nel pieno dello splendido quartiere di Borgo Dora, per non parlare poi di Porta Palazzo che ormai sembra più Tunisi che Torino.
I Cittadini sono esasperati e fanno continue chiamate alle Forze dell’Ordine, nella speranza di veder cambiare qualcosa.
Nelle ultime settimane abbiamo assistito a diversi collegamenti con le trasmissioni televisive “Fuori dal Coro” e “Dritto e Rovescio” in onda il mercoledì e il giovedì, in prima serata su Rete4.
Forse anche grazie a questo clamore mediatico il Questore di Torino, DGPS Vincenzo Ciarambino, e il Prefetto di Torino, Donato Giovanni Cafagna, hanno deciso che si comincerà con il prolungare la vigilanza armata dell’Esercito a Barriera di Milano nelle ore serali e notturne e, lo stesso, si farà nelle aree limitrofe alla Stazione Ferroviaria di “Porta Nuova”.
Tutto questo avviene a poco meno di due mesi dalle Elezioni Regionali del Piemonte.
I Cittadini di Torino avranno la possibilità di valutare se votare “Partito Democratico” per la guida della Regione Piemonte, come fecero per la Città di Torino, o se cambiare partito e, dunque, andazzo.
Noi, come sempre, seguiremo l’evoluzione della vicenda e vi terremo informati.