
L’Ospedale di Savigliano, ancora una volta, esempio di eccellenza e di ottima sanità pubblica.
La Sanità Pubblica è uno di quei temi che tiene gli italiani in uno stato d’ansia perenne. Tutti diamo per scontata la sanità gratuita e il sistema welfare che da decenni accompagna il nostro Paese ma possiamo davvero considerare la gratuità della cura come un atto dovuto?
Soprattutto bisogna dire che, sempre più spesso, la sanità pubblica ha al suo interno delle eccellenze incredibili che nulla hanno da invidiare alla sanità privata che, in molti casi, di blasonato ha solo il conto che presenta a fine prestazione.
Per non restare nel vago andiamo a parlare della Struttura Complessa di Medicina Interna dell’Ospedale “Santissima Annunziata” di Savigliano, diretta dalla dottoressa Elena Migliore, che, dal 5 all’8 marzo, ha preso parte al 23esimo Congresso Europeo di Medicina Interna (ECIM 2025), svoltosi nella splendida cornice di Firenze.

A rappresentare la Struttura del nosocomio saviglianese la dottoressa Tiziana Brambati che ha “presentato un caso di diabete insipido in una paziente in terapia cronica con litio, ricoverata a lungo a Mondovì e poi a Savigliano, con un quadro di encefalopatia grave che ha richiesto anche un periodo di Terapia Intensiva”, come ben ci spiega il Responsabile della Struttura Semplice di Comunicazione dell’ASL CN1, dottor Ilario Bruno.
Per chi non lo avesse mai sentito nominare, il diabete insipido è una “rara malattia metabolica che si caratterizza per uno squilibrio della quantità di acqua presente all’interno del corpo. Tale squilibrio, in particolare, porta ad un’eccessiva produzione di urine e alla necessità di assumere liquidi in continuazione”, come esplicitano dal “Policlinico Sant’Orsola” di Bologna.
Gli endocrinologi tengono a specificare come in condizioni normali “la ghiandola pituitaria invia l’ormone ADH ai reni per regolare la quantità di urina emessa”, mentre, in presenza di diabete insipido “la ghiandola pituitaria non produce sufficiente ADH e i reni producono molta urina”.
Al nosocomio di Savigliano, dunque, hanno messo in atto una serie di procedure volte a gestire la paziente in modo multidisciplinare. Ai medici della Struttura di Medicina Interna, infatti, si sono affiancati quelli dell’Endocrinologia, della Nefrologia e della Terapia Intensiva.
L’esito è stato veramente sorprendente. La paziente, nonostante il pesante quadro clinico, ha ottenuto “la dimissione a domicilio in buone condizioni generali”.
Il Direttore della Struttura di Medicina Interna, dottoressa Elena Migliore, ha così commentato: “Ritengo fondamentale, seppure in tempi così difficili, in cui il carico di lavoro ci sovrasta, mantenere l’interesse per gli approfondimenti, la formazione e la condivisione. Encomiabile il lavoro della dottoressa Brambati”.
La buona sanità pubblica esiste ed è cosa sempre più preziosa.
Al fiorire di cliniche private, poliambulatori in libera professione, centri medici a costi esorbitanti, la difesa, la tutela e la salvaguardia della sanità pubblica devono essere priorità della società tutta.
Mi fa molto piacere leggere queste belle e rassicuranti notizie. Anni fa eravamo abituati ad una buona sanità e ad una buona scuola. Ora il loro livello si è abbassato in generale in tutta Italia; ma sapere che non lontano da casa ci sono strutture ( anche il Carle di Cuneo) efficienti rasserena e rassicura non poco. Sulla scuola il discorso è diverso e non è il luogo, per ora