
Lettera aperta al Ministro Schillaci
Riceviamo dalla nostra affezionatissima lettrice sanremese una interessante serie di pensieri e considerazioni che proponiamo all’attenzione di Voi, altrettanto affezionati lettori, per una rilessione comune su un argomento assai delicato che appartiene in maniera determinante al nostro generale quotidiano.
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Buongiorno Ministro Schillaci,
sono una pensionata della Regione Piemonte (la mia preferita) di 82 anni. Nel 2023 ho dovuto pagare una cartella esattoriale di euro 193,04, pur avendo l’esenzione dal ticket per patologia, perché nel 2014 avevo superato i limiti di reddito. Mi sono permessa di scrivere alla mia ASL che a noi cittadini italiani, per avere diritto alle cure, viene richiesto di non superare il limite di reddito previsto dalla legge, mentre “i cittadini stranieri, che non hanno mai lavorato e pagato tasse in Italia, cioè i clandestini senza documenti, ricevono tutto gratis et amore Dei”. Il funzionario dell’ASL, dopo aver letto la mia email, mi ha telefonato informandomi di essere laureata in legge e, avendo dato 26 esami, ha affermato, con vibrato risentimento nei miei confronti, che : ” i cittadini stranieri, hanno diritto all’assistenza sanitaria in virtù degli art. 32 e 3 della Costituzione.” (sic!) Ho detto al funzionario dell’ASL che avrei scritto al Ministro Schillaci ed ora lo faccio.
Signor Ministro, mi permetta di fare alcune considerazioni sul Servizio Sanitario Nazionale:
1) Trovo tremendamente ingiusto che ci siano cittadini italiani che hanno lavorato e pagato le tasse per una vita, e ora vengono privati delle prestazioni assistenziali minime, che invece sono erogate gratuitamente ai clandestini, che non dovrebbero neppure essere qui. Questa repubblica è una matrigna, perché le persone anziane, per avere diritto alle cure non devono superare un reddito familiare corrispondente a 36151,98 euro annue lorde. Questo limite è rimasto invariato da tanti anni ed è troppo basso anche per una persona sola, figuriamoci se ci sono due redditi in famiglia. Secondo i dati diffusi dall’Istat sono sempre di più le persone che rinunciano a curarsi perché le liste di attesa sono troppo lunghe, e non hanno i soldi per fare le cure a pagamento. Lo conferma anche l’Indice di vicinanza della salute, elaborato dalla Fondazione per la Ricerca Economica e Sociale ETS, che evidenzia un progressivo allontanamento dei cittadini dalla sanità: rispetto al valore base di 100 registrato nel 2010, oggi siamo scesi a 84, con un calo di due punti solo nell’ultimo anno.
2) La riforma del titolo V della Costituzione che delega a Regioni e Province autonome la gestione dei servizi sanitari, ha generato 21 sistemi sanitari differenti. Salvo qualche apprezzabile eccezione, le Regioni hanno scarsa capacità di organizzare i servizi sanitari e ciò comporta grande disparità di trattamento tra i cittadini. Il Servizio Sanitario Nazionale non era nato con l’intento di dare le stesse prestazioni a tutti i cittadini? Inoltre a me sembra che in questo modo venga violato l’art.3 della Costituzione. Poi, con questo sistema sanitario, c’è la compensazione finanziaria della mobilità sanitaria intraregionale e della mobilità sanitaria extraregionale. Dopo un intervento chirurgico urgente, eseguito alle Molinette dal prof. Mario Morino e dalla sua equipe (a cui va tutta la mia gratitudine) ho dovuto fare la chemioterapia alle Molinette in day hospital.
Prima delle dimissioni il personale sanitario mi consegnava il numero di pastiglie necessarie per continuare la cura a casa. Le cure le facevo a Torino, ma essendo residente a Beinasco, dipendevo dall’ASL di Rivoli. Alle Molinette, mi hanno spiegato che, per ragioni contabili, non potevano più fornirmi le medicine da usare a casa: dovevo ritirarle presso la farmacia interna dell’Ospedale di Rivoli. Per fortuna, in quel periodo avevo la macchina, altrimenti non so come avrei potuto raggiungere l’Ospedale di Rivoli, visto che da casa mia non c’erano mezzi pubblici. Nella farmacia dell’Ospedale mi hanno consegnato le scatole intere delle due medicine. Io non dovevo pendere tutte le pastiglie contenute nelle scatole, ma le farmaciste mi hanno gentilmente spiegato che non si poteva fare diversamente: dovevo ritirare le confezioni intere e gettare via le pastiglie in esubero. Ho chiesto il prezzo: una scatola costava più di 600 euro e l’altra più di 900.
Era l’anno 2012. La compensazione finanziaria per la mobilità sanitaria extraregionale comporta una contabilizzazione complessa con un controllo minuzioso da parte della regione che deve pagare e si ha principalmente dalle Regioni del sud verso quelle del nord Italia. Questa migrazione rappresenta un problema anche per i malati del nord che devono fare lunghe attese prima di accedere all’ospedale. Ho dovuto attendere due anni per un intervento all’anca sinistra. Nell’ attesa ho penato parecchio perché avevo male, ho dovuto prendere delle medicine e l’anca è peggiorata. Il dott. Canata, che mi ha operato al Koelliker, mi ha spiegato che, in ragione delle cattive condizioni della mia anca, l’intervento è stato più lungo e difficoltoso. Se avessi avuto una assicurazione sanitaria, avrei potuto chiedere il ricovero in regime di solvenza e non avrei dovuto attendere.
3) I parlamentari e i loro familiari hanno la sanita privata, che non è neppure prevista dall’art.69 della Costituzione. Si tratta di un privilegio che si sono attribuiti da soli, senza modificare l’art. 69 della Costituzione. Sono convinta che se i politici, anziché avere una sanità privata, avessero la sanità pubblica, come noi comuni mortali, si adopererebbero al massimo per farla funzionare bene. Se tra i morti della Terra dei Fuochi, ci fossero stati dei politici, non ci sarebbe stato bisogno della Corte Europea per far arrestare i mafiosi che inquinano il terreno.
4) Signor Ministro, quando la salute era affidata alle Casse Mutue non c’erano scandali: intanto perché c’erano meno soldi da gestire, e poi, secondo me, quando c’erano le Mutue, se c’era un dipendente disonesto, i colleghi facevano la spia e riferivano ai superiori che, generalmente, erano persone corrette. Gli abusi di potere, gli interessi privati, i guadagni indebiti, le frodi, le corruzioni e gli sprechi sono arrivati con il Servizio Sanitario Nazionale, cioè da quando i politici hanno cominciato a occuparsi di salute. Quando noi diciamo “soldi dello Stato” diciamo una cosa non esatta, perché non esiste un signore di nome “stato” che ha risorse infinite, ma esistono i soldi dei contribuenti che pagano le tasse per avere servizi. Se il denaro viene speso male ciò comporta effetti negativi non solo nelle finanze pubbliche, ma anche nella salute della popolazione e i più colpiti sono i poveri.
5) La nostra Costituzione ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali. Invece il Governo ha speso non so bene quanti soldi per inviare armi all’Ucraina, che sarebbe stato meglio spendere per la salute degli italiani.
Ministro Schillaci, Lei possiede le qualità che ci vogliono per apportare al Ministero della Salute le riforme necessarie per farlo funzionare meglio, e permettere ad un maggior numero di italiani di avere, in tempi brevi, le terapie necessarie. Io sono solo una pensionata 82enne e le mie osservazioni valgono quello che valgono, ma penso che:
1) In Italia non servono 20 Assessori alla Sanità, basta il Ministro della Salute Orazio Schillaci;
2) le ASL anziché dipendere dalle 20 Regioni, dovrebbero dipendere dal Ministero della Salute;
3) se una ASL non funziona si licenziano i dirigenti e si sostituiscono con altri capaci di farla funzionare, la priorità è la salute, non la poltrona del dirigente;
4) ci sarebbe un enorme risparmio se fossero eliminati i 20 assessorati regionali e se tutti i prodotti per le ASL fossero comprati da un unico ufficio acquisti;
5) non è neppure immaginabile pensare che in alcune Regioni sia possibile accedere alla procedura medicalizzata di aiuto al suicidio e in altre Regioni no, l’Italia è una e indivisibile, in queto caso l’autonomia locale, secondo me, non c’entra.
Con deferenza e simpatia
Giuliana Tofani Rossi
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Condivido ogni parola scritta, un’analisi, purtroppo per noi Italiani, precisa. Aggiungo: si parla tanto di prevenzione e poi? Le liste di attesa sono infinite, però, se vai “a pagamento”, improvvisamente il posto è libero.
Non parliamo dell’assistenza che offrono i “pronto soccorso”: se sei fortunato, dopo le dimissioni con perforazione dell’intestino, devi sperare che al secondo ed inevitabile accesso sia cambiato il medico di turno ed il nuovo sistema più scrupoloso.
Signora Giuliana le faccioni miei complimenti.
Complimenti hai centrato in pieno i problemi come sempre, che se solo si volesse con facilita’ e buona volonta’ si potrebbero risolvere nel giro di un mese, grazie tante. Vittorio Savio
La signora la leggo molto preparata e molto in gamba!!perfetta analisi di una situazione sanitaria molto scadente. Mio padre lasciato morire per un appendice perforata e neanche visitato in pronto soccorso. io personalmente dovrei fare una colonscopia per problemi di polipectomia e non ci sono appuntamenti…non dico altro.
Signora Sandra mi dispiace tantissimo per suo padre, queste sono le notizie che si si vorrebbe mai leggere, fanno tanto male. Non si trascuri per la colonscopia, si prenoti.