
Da “Arcigay giovani” un attacco irricevibile nei confronti della Polizia di Stato.
Dopo gli scontri di Pisa, dei quali vi abbiamo ampiamente parlato, anche il mondo LGBT italiano ha “ben” pensato di attaccare l’operato del Governo.
Sui social di “Arcigay” si legge: “Il dissenso è sempre più spesso criminalizzato e messo a tacere“.
Gli attivisti LGBT, da sempre abituati al vittimismo, hanno asserito: “A Pisa le Forze dell’Ordine hanno caricato studenti inermi in un corteo pro Palestina“.
Affermazione discutibile se si considera che dal 7 ottobre 2023 ad oggi ci sono state ben più di 1.000 manifestazioni pro Palestina.

Eppure i giovani LGBT insistono: “L’episodio si aggiunge alla catena di scontri con la Polizia. Sangue e teste aperte sono stati i comuni denominatori“.
Sarebbe interessante che “Arcigay” motivasse, sentenze passate in giudicato alla mano, quanto asserito.
A chiunque partecipi, come cronista, a manifestazioni pubbliche risulta assolutamente fantasiosa questa narrazione.
La retorica secondo cui le Forze dell’Ordine aggredirebbero i manifestanti senza motivo è stucchevole ed irricevibile.
Ciò nonostante il mondo LGBT chiosa: “Da quando Giorgia Meloni è al potere si contano più manganellate che riforme“.
È davvero triste leggere certe affermazioni quando l’Italia è uno dei Paesi in cui si manifesta di più. Ci sono manifestazioni di tutti colori e di tutti gli schieramenti.
Al mondo LGBT verrebbe da chiedere se altrove vengono consentiti tutti i Pride che vengono svolti in Italia.
Il Comune di Cuneo, tanto per citarne uno, non solo permette il Pride ma lo patrocina – urtando buona parte dei residenti – e chiude le strade principali per consentirne lo svolgimento.
In un Paese in cui vi sarebbero “più manganellate che riforme” tutto ciò non avverrebbe.
L’odio che si sta istigando verso le Forze dell’Ordine ha dell’incredibile ed è inaccettabile in un Paese democratico ed evoluto.
Che a proferire simili parole, poi, siano quelli che si dicono “discriminati” lascia perplessi.
Ciò che, invece, passa sotto traccia e sotto silenzio è il fatto che – come scrive la giornalista Maria Sorbi – i figli dei poliziotti “sono a casa da giorni, bersaglio di cori e insulti”.
I compagni di classe dei figli dei Servitori dello Stato usano metodi da bulli per intimorire e intimidire chi ha la sola “colpa” di essere figlio di un poliziotto.
“I figli dei poliziotti di Firenze e Pisa sono diventati il bersaglio dei compagni, bullizzati. Tanto che molti di loro da giorni non vanno a scuola. Si sentono sotto attacco, offesi, derisi” si legge su “Il Giornale” del 1 marzo scorso.

Ovviamente Elly Schlein, “Partito Democratico”, Riccardo Magi, “+Europa”, Giuseppe Conte, “Movimento 5 Stelle”, e Emanuele Fiano, “Partito Democratico”, non alzano il polverone mediatico su questo aspetto.
Quando a perpetrare le violenze sono i facinorosi di Sinistra bisogna tacere perché è solo la violenza che arriva da Destra quella da condannare.
La storia si ripete sempre. Era così già negli anni ’80 del secolo scorso.
Quando un gruppo di neofascisti – a torto – usava la violenza tutti i giornali si indignavano e ne davano notizia.
Quando le violenze provenivano dalle fabbriche, dai porti, o dalla classe operaia, strumentalizzata da “Potere Operaio”, “Brigate Rosse”, e affini, si correva al giustificazionismo.
Oggi accade pressappoco lo stesso.
Proprio per questo è importante dare voce al Segretario Generale del Coordinamento per l’Indipendenza Sindacale delle Forze di Polizia (Coisp), Domenico Pianese, che ha detto: “Noi siamo abituati a tutto: agli insulti, ai cori, alle derisioni ma quando a un agente viene detto che è un manganellatore allora sì, quella è davvero un’enorme offesa. I colleghi di Firenze e Pisa sono stati criminalizzati in un modo vergognoso”.
“Civico 20 News” non ha dubbi: o si sta con lo Stato o si sta con anarchici, facinorosi e sovversivi.
Non ci sono molte scelte e una sola è quella giusta.
Certamente torneremo sul tema.