Ennesimo disservizio sulla linea idrica pubblica a Cuneo. Comune di Cuneo e ACDA fanno infuriare i cittadini contribuenti.
Questa mattina alle 8:30 diversi comuni della Provincia Granda, precisamente Cuneo, Castelletto Stura, Boves e Borgo San Dalmazzo, hanno appreso mediante social – in barba a chi non ha una connessione o è troppo anziano per saper usare un pc o uno smartphone – di non poter usare l’acqua in quanto non potabile.
Sul sito web di Azienda Cuneese dell’Acqua S.p.A. (ACDA), alle ore 08:30, veniva scritto: “A causa delle precipitazioni di ieri sera non è stato possibile contenere i livelli di torbidità delle sorgenti del Bandito con le manovre in rete previste per questi casi. Questo ha causato lo sporcamento dei principali serbatoi della rete di Cuneo e Intercomunale. Acda sta provvedendo ora alla pulizia dei serbatoi ma l’attività si protrarrà per tutta la giornata. Si è richiesta pertanto a titolo cautelativo di emettere un’ordinanza di non potabilità per i Comuni di Borgo San Dalmazzo, Boves, Castelletto Stura e Cuneo. Per gli altri comuni connessi alla rete intercomunale si stanno attivando i pozzi per evitare lo sporcamento dell’acqua. Acda sta comunque monitorando tutta la rete. Seguiranno aggiornamenti”.
Ovviamente alle ore 17:35 di aggiornamenti non se ne sono visti e l’acqua continua ad uscire dai rubinetti con un colore simile a quello della diarrea. Quando si chiama il numero verde di ACDA l’unica risposta che si ottiene è: “i nostri tecnici stanno lavorando ma con quello che è piovuto non si poteva fare altrimenti”.
Noi di “Civico 20 News” abbiamo sentito diversi nostri lettori che sono letteralmente imbestialiti. Ai supermercati sembra di essere tornati ai livelli del Covid-19 quando le persone facevano incetta di ballotti d’acqua per paura di stare senza.
Abbiamo calcolato che, in media, questa inefficienza del gestore delle Sorgenti di Bandito costerà ad ogni famiglia una media di 5 euro al giorno che – naturalmente – ACDA non scalerà dalle bollette dell’acqua!
Ciò che lascia perplessi è il fatto che dinanzi alla richiesta di portare, a loro spese, l’acqua ai cittadini con autobotti o ballotti da sei bottiglie, ci si sente rispondere: “Abbiamo 48ore di tempo per riportare a potabilità l’acqua e non siamo tenuti a distribuire l’acqua”.
Non sono tenuti. Come non è tenuto il Comune di Cuneo dal quale, nonostante rese note le difficoltà di alcuni cittadini ad approvvigionarsi l’acqua, non è stata prospettata alcuna proposta di aiuto.
Quando ci sono “Illuminata”, “Straconi”, “Fausto Coppi”, “Scrittorincittà”, però, il Comune riesce a trovare miriadi di volontari, a coinvolgere persino l’Esercito Italiano, per fare bella figura e per chiudere i varchi di accesso a Piazza Galimberti.
Quando manca l’acqua – specie in agosto con temperature non proprio polari – e ai cittadini vien detto di non usarla né per lavare le stoviglie, né per cucinare né per l’igiene personale, bisognerebbe che un sindaco responsabile attivasse il Settore Protezione Civile e Difesa del Suolo per aiutare i cittadini disabili, anziani, immunodepressi o, comunque, in situazione di difficoltà.
A Cuneo invece nulla. Dal Municipio ci si è sentiti rispondere: “Scriva una mail al Protocollo cosicché si possano avvisare il Sindaco e gli organi preposti”.
La cosa grave è che la stessa, identica, situazione si era già verificata lunedì 19 febbraio 2024 quando – a seguito del danneggiamento subito alla condotta di adduzione principale durante i lavori per la posa della fibra ottica per Tim a Borgo San Dalmazzo – la città di Cuneo era stata senza acqua per ben due giorni.
E’ incredibile che a sei mesi esatti, il 19 agosto 2024, ACDA e Comune di Cuneo abbiano dimostrato una nuova e impareggiabile noncuranza del cittadino contribuente.
Il dilettantismo del Sindaco di Cuneo, Patrizia Manassero, “Partito Democratico”, è ben chiaro ai più, ma ci si aspettava che il Presidente del Consiglio di Amministrazione di Azienda Cuneese dell’Acqua S.p.A., Livio Quaranta, fosse più attento ai bisogni degli utenti che fruiscono dell’acqua pubblica.
A Cuneo, tra l’altro, l’acqua costa tantissimo al metro cubo ed infatti i cittadini, specie nelle assemblee condominiali, brontolano per l’esosa voce che l’acqua rappresenta nel bilancio dei fabbricati.
Dinanzi ad un tale dispendio di risorse economiche ci si aspetterebbe innanzitutto che le Sorgenti di Bandito siano maggiormente controllate ma, soprattutto, che se per “una bomba d’acqua” si intorbidiscono, diventando color diarrea, l’Azienda Cuneese dell’Acqua, assieme ai comuni coinvolti, si prodigasse per la distribuzione di acqua potabile alla cittadinanza.
In fondo – e va detto – i soldi per pagare i pregiati membri del Consiglio di Amministrazione di ACDA e gli Assessori della Giunta del Comune di Cuneo ci sono. In Italia – e siamo in molti a pensarlo – politici ed amministratori andrebbero pagati a risultato e non ad emolumento fisso.
Statene certi – ed è il caso di dirlo – molti di questi non si guadagnerebbero l’acqua che bevono.
Gli italiani non possono più permettersi degli amministratori che attuano politiche dilettantistiche! Con quello che costa la vita chi governa deve essere pronto su tutti i campi a sostenere i cittadini
preciso e diretto come sempre. È un concetto da applicare al programma dell’autonomia differenziata. Chi si fa eleggere per occuparsi del territorio, ne è responsabile. Il problema è che gestire un territorio pretende competenze e l’ambito della cosa pubblica ne vuole molte. Abito a Chieri, pietoso velo sui radical chic del Pd, eppure… Sono lì.