Questa dichiarazione sul Paralimpico Petrillo è pronunciata dall’avvocato spagnolo Irene Aguiar.
Nei giorni scorsi abbiamo parlato del fatto che “Il CIO farà gareggiare il trans Valentina Petrillo contro le donne nell’Atletica Leggera alle Paralimpiadi di Parigi 2024”. L’articolo ha suscitato non poche polemiche perché, come sempre, l’opinione pubblica si è divisa in possibilisti e contrari.
Il “caso Petrillo” sta facendo discutere mezzo mondo dal momento che Fabrizio “Valentina” Petrillo “sarà la prima atleta apertamente transessuale della storia a partecipare alle Paralimpiadi” come ha scritto Marco Marangoni dell’“Agenzia Giornalistica Italiana”.
Ciò che fa discutere e lascia realmente perplessi è il fatto che Fabrizio Petrillo è nato 50anni fa a Napoli e nel suo passato ha vinto undici titoli nazionali e ha giocato nella Nazionale Italiana di Calcio a 5 per ciechi.
Chiunque si troverà a gareggiare contro di lui, che ora veste i panni di Valentina, partirà da una condizione senza dubbio svantaggiata. Ecco perché – come riporta “FanPage” – “Diverse associazioni femminili, consorzi e ONG nazionali e internazionali si sono rivolte al Comitato Paralimpico Spagnolo per contestare il posto di Petrillo, sostenendo che aveva gareggiato con un vantaggio in una categoria che non corrispondeva alla sua, e per rivendicare quel posto per l’atleta spagnolo Berges”.
Purtroppo ci risiamo. Il mondo LGBT continua ad insinuarsi in tutti gli ambienti della società pretendendo che tutti si pieghino ai loro capricci e alle loro rimostranze, molto spesso ingiuste.
Il Presidente del Comitato Paralimpico Internazionale (IPC), Andrew Parsons, ha dichiarato: “Penso che la scienza dovrebbe darci la risposta perché vogliamo anche essere giusti con gli altri atleti nel campo di gioco”.
Parole importanti e interessanti che si associano al fatto che “per il momento, le regole della World Para Athletics consentono a Petrillo di competere, quindi sarà benvenuta come qualsiasi altro atleta”.
La maggior parte dei nostri lettori – molti dei quali elettori del Generale di Divisione Roberto Vannacci, Europarlamentare indipendente della “Lega” – hanno espresso un concetto ampiamente condiviso: “Tutte le atlete donne “vere” devono fermarsi e non gareggiare”.
Filippo, uno dei nostri più affezionati lettori, ha scritto: “Basta non partecipare, altrimenti si fa da spalla a questa buffonata”, Giorgio gli ha fatto eco: “Fatelo gareggiare da solo, così saranno contenti”.
Gli italiani sono stufi della dittatura ideologica ordita dalla Lobby LGBT che su tutto deve cercare di porre una sorta di firma per imporre – ad ogni costo – il tema omosessualista anche a chi non ne è interessato.
Marco Beltrami, giornalista di “FanPage”, riporta le parole che Fabrizio “Valentina” Petrillo avrebbe pronunciato alla “BBC”: “Aspettavo questo giorno da tre anni e in questi ultimi tre anni ho fatto tutto il possibile per guadagnarmelo. Merito questa selezione e voglio ringraziare la Federazione Italiana Paralimpica e il Comitato Paralimpico Italiano per aver sempre creduto in me, soprattutto come persona a come atleta. Il valore storico di essere la prima donna transgender a gareggiare alle Paralimpiadi è un importante simbolo di inclusione”.
Ancora una volta è uscita fuori la “parolina magica”: inclusione.
Nuovamente torniamo a parlare del fatto che non si deve parlare di sport, regolamenti, disciplina, abilità ginnica, … il tema è sempre lo stesso: inclusione di chi, pur essendo uomo, si veste da donna e pretende che il mondo intero collimi col suo desiderio.
Ci sono però autorevoli persone, come l’avvocato Irene Aguiar, specializzato in Diritto Sportivo internazionale alla BILD, che dicono: “La nostra atleta spagnola Melani Berges ha perso la possibilità di qualificarsi per le Paralimpiadi. Il motivo è la partecipazione dell’uomo Fabrizio “Valentina” Petrillo, che è arrivato in finale al suo posto. Questo è ingiusto”.
“Civico 20 News”, come sempre, non intende esprimere giudizi o parteggiare per questa o quella fazione. Si cerca di portare sul tavolo delle informazioni ciò che accade, per permettere ai nostri lettori di farsi un’idea ed avere elementi di riflessione.
Sicuramente torneremo sul tema.
Tema complesso e delicato.. sarà sempre più normale incontrare transgender nello sport.. sicuramente le regole sportive non cambieranno finché non cambieranno le leggi e le mentalità per l ingresso e le qualificazioni per questo tipo di eventi..non si va a discriminare nessuno ma semplicemente regolare e aggiornare questo settore con ancora regole antiche e storiche
E ci risiamo! Gli organizzatori delle gare hanno paura degli attacchi dei giornalisti e di conseguenza di perdere i redditizi incarichi e quindi non osano più fare nemmeno le cose più logiche normali e scontate, cioè di far gareggiare gli uomini e le donne separatamente. Tra un po’ ci obbligheranno a credere che Gesù Cristo è morto di freddo….. ma a questo forse ci penserà il Vaticano
Margherita, hai una capacità di analisi e sintesi ammirevole. Purtroppo siamo in mano alle Lobby e con uno come don Rodrigo non potremo che peggiorare.