Suore che celebrano matrimoni al posto dei sacerdoti in Perù. Non fantasia ma testimonianza di Madre Teresa di Calcutta.
Il Sinodo sulla Sinodalità, voluto da Jorge Mario Bergoglio, ha lasciato intendere che si sarebbe fatta qualche modifica per portare le donne all’altare.
Questo non è avvenuto e non stupisce dal momento che, come scriveva Papa Giovanni Paolo II nel 1994, nella Lettera Apostolica “Ordinatio Sacerdotalis – Sull’Ordinazione Sacerdotale da riservarsi solo agli uomini”: “L’ordinazione sacerdotale, mediante la quale si trasmette l’ufficio che Cristo ha affidato ai suoi Apostoli di insegnare, santificare e governare i fedeli, è stata nella Chiesa cattolica sin dall’inizio sempre esclusivamente riservata agli uomini. Tale tradizione è stata fedelmente mantenuta anche dalle Chiese Orientali”.
Non c’è storia. Il sacerdozio cattolico è prerogativa maschile, al netto delle teorie fantasiose e bizzarre del mondo femminista.
Eppure, Madre Teresa di Calcutta, la piccola Missionaria della Carità che ha cambiato il concetto di abnegazione e servizio ai poveri, intervistata da Edward Le Joly, ha detto: “L’America latina offre tante occasioni per svolgere attività religiose. Là ci chiedono soprattutto di aiutarli in questo campo. La gente manca di sacerdoti e di suore. Le mie suore devono compiere tutto quel che normalmente compiono i sacerdoti, a eccezione della celebrazione della messa e dell’ascolto delle confessioni”.
Fin qui qualcosa di strano e di contrastante la Sana Dottrina Cattolica c’è ma, il bello deve ancora venire.
Nel proseguo dell’intervista, infatti, Madre Teresa aggiunge che le Missionarie della Carità “in pratica lavorano come diaconesse” e, come se non bastasse, aggiunge: “Prenda il caso dei matrimoni: esse compiono tutto il lavoro di preparazione e poi li celebrano. In una località ne hanno celebrati trenta contemporaneamente. In un altro villaggio hanno regolarizzato le unioni di tre generazioni che convivevano: nonni, genitori e figli”.
Nel leggere queste parole si resta basiti, per non dire scandalizzati. Come si può parlare di “regolarizzare le unioni” quando le cosiddette “regolarizzatrici” non avevano alcun titolo per regolarizzare alcunché?
A dirlo non è il vaticanista di “Civico 20 News” ma Papa Paolo VI che, il 30 novembre 1975, rivolgendosi all’Arcivescovo di Canterbury, Primate della Chiesa Anglicana, scrisse: “Non è ammissibile ordinare donne al sacerdozio, per ragioni veramente fondamentali. Queste ragioni comprendono: l’esempio, registrato nelle Sacre Scritture, di Cristo che scelse i suoi Apostoli soltanto tra gli uomini; la pratica costante della Chiesa, che ha imitato Cristo nello scegliere soltanto degli uomini; e il suo vivente magistero, che ha coerentemente stabilito che l’esclusione delle donne dal sacerdozio è in armonia con il piano di Dio per la sua Chiesa”.
Le Missionarie della Carità, fondate da Madre Teresa, dunque, nel “celebrare i matrimoni” in America latina hanno violato e calpestato il Magistero della Chiesa Cattolica Romana, che mai ha accettato ed autorizzato tale pratica.
Non è questione di poco conto perché, anche Papa Giovanni Paolo II ha scritto, nella citata “Ordinatio Sacerdotalis”, che “la Chiesa non ha in alcun modo la facoltà di conferire alle donne l’ordinazione sacerdotale e che questa sentenza deve essere tenuta in modo definitivo da tutti i fedeli della Chiesa”.
Parole che non lasciano spazio a dubbi, fraintendimenti o interpretazioni ambigue.
La non possibilità di “conferire alle donne l’ordinazione sacerdotale” non è soggetta a cambiamenti di cultura, nazione o all’adeguamento dei tempi presenti. Papa Giovanni Paolo II, oggi santo, ha detto chiaramente che “questa sentenza deve essere tenuta in modo definitivo da tutti i fedeli della Chiesa”, Jorge Mario Bergoglio compreso.
Perché siamo a parlare di questo tema?
Il Sinodo sulla Sinodalità ha aperto la discussione su questo tema ma – contro le consuetudini in vigore nella Chiesa Cattolica – non ne è seguita una Esortazione Apostolica Post-Sinodale ove si è scritto “nero su bianco” che tale pratica anti-evangelica non verrà autorizzata né attuata.
Il rischio, però, c’è.
C’è perché i vescovi progressisti della Conferenza Episcopale di Germania hanno più volte detto che “le donne possono essere ordinate prete” perché “Gesù non l’ha mai vietato” e “i suoi Apostoli erano tutti uomini, ma le figure più importanti nei Vangeli sono le donne”.
Giovanni Paolo II non era assolutamente d’accordo con questa visione progressista, modernista e anti-evangelica.
Infatti, a conclusione della sua “Ordinatio Sacerdotalis”, ha scritto che nella “Dichiarazione Inter Insigniores, ‘la Santa Madre Chiesa auspica che le donne cristiane prendano pienamente coscienza della grandezza della loro missione: il loro ruolo sarà oggigiorno determinante sia per il rinnovamento e l’umanizzazione della socità, sia per la riscoperta, tra i credenti, del vero volto della Chiesa’”, citando la Congregazione per la Dottrina della Fede, espressasi nel 1977.
Bisogna fare molta attenzione a difendere il patrimonio bimillenario della Chiesa Cattolica Romana che, con tutta evidenza, Jorge Mario Bergoglio sta smantellando un pezzo alla volta.
Tanti italiani stanno esprimendo preoccupazione nei confronti della piega che ha intrapreso la Chiesa Cattolica dal 2013 e sicuramente, di un passo così, tante altre eresie e amenità verranno poste in essere.
Che sofferenza! Stanno travolgendo una tradizione millenaria! Hanno a capo un usurpatore che disprezza e distrugge. I più ingenui dicono che lui non vuole ma non è vero! Fa fare il lavoro sporco dai suoi scagnozzi cardinali e vescovi per continuare nelle occasioni ufficiali ad apparire “ il misericordioso “ Possibile che la gente non capisca? No, non capisce ! Tanta superficialità, troppo condizionamento politico di sinistra che fa apparire giusto distruggere i fondamenti della Chiesa; e gli ingenui dicono bene di tutto e non si accorgono di partecipare all’affossamento di un’Opera Divina che nessuno dovrebbe osare mai toccare
Lo smantellamento della Chiesa voluta da Gesù Cristo è lo scopo principale dei nemici del Cristianesimo.
Le parole di Paolo VI e Giovanni Paolo II smentiscono, in modo chiaro, chi, come la Fraternità Sacerdotale San Pio X, li ha entrambi accusati di Modernismo.