
Klemens von Metternich (circa 1835 - 1840) da Wikipedia
Il chiarimento storico resta ancora aperto
Da tempo su diverse riviste di storia è stato sollevato il quesito se la citazione ”l’Italia è una espressione geografica” del Cancelliere di Stato Klemens von Metternich (Coblenza, 15 maggio 1773 – Vienna, 11 giugno 1859) fosse stata interpretata, da parte dei patrioti italiani e da una certa storiografia risorgimentale, in modo deliberatamente non corretto e pertanto come “strumento” da utilizzare per evidenti finalità politiche.
Infatti i sostenitori di questa tesi asseriscono che Metternich non aveva mai affermato che l’Italia non fosse una nazione, anzi, ne aveva riconosciuto l’unità linguistica e storica. Il Cancelliere affermava che non era uno Stato, un’entità politica, cioè un’ovvietà per l’epoca a cui si faceva riferimento.
Inoltre evidenziava che non esistevano le premesse per questo obiettivo e che tuttavia non si doveva realizzare, essendo questo progetto politico-istituzionale decisamente destabilizzante e contro l’interesse dell’Impero Austro-Ungarico, del quale era Cancelliere di Stato.
Infatti i sostenitori di questa “interpretazione” fanno riferimento alle sue parole riportate nella famosa lettera del 1847 il cui testo originale è in francese e in cui si afferma che: “ … la parola «Italia» è un’espressione geografica, una qualificazione che riguarda la lingua, ma che non ha il valore politico che gli sforzi degli ideologi rivoluzionari tendono ad imprimerle…”.
Riportiamo la documentazione del volume “Memoires” a pag. 414 -415 (Tomo 7 – 1816 -18148) scritte dal figlio il principe Richard de Metternich, edito a Parigi nel 1883, “Metternich à Apponyi, à Paris (D. circulaire). Vienne, le 6 août 1847.
1610 (NdR 610 è il numero che connota la lettera che stiamo esaminando).
La position actuelle des États qui forment le centre de la péninsule Italienne fixe sans doute l’attention de la Cour de Paris. Ces États étant aujourd’hui agités par un esprit de subversion de subversion dont les conséquences ne sont que trop faciles à prévoir, la position géographique méme de notre Empire nous impose le devoir de fixer avec une attention redoublée nos regards sur la marche que suivront les événements dans ces contrées. L’Empereur tient à s’expliquer envers la Cour de Paris sur les sentiments qui l’animent dans cette complication, avec
* Adressée dans des termes identiques aux ambassadeurs et envoyés à Londres, à Saint-Pétersbourg et à Berlin. (Note de l’Éditeur.) la franchise qui lui est habituelle dans ses rapports avec le Gouvernement français, et il désire connaître la détermination de ce Gouvernement sur ce qui, aux yeux de Sa Majesté Impériale, a la valeur d’une base propre à influer sur tout un avenir.
L’Italie est une expression géographique. La péninsule Italienne est composée d’États souverains et indépendants les uns des autres. L’existence et la circonscription territoriale de ces États sont fondées sur des principes de droit public général et corroborées par les transactions politiques les moins sujettes à contestation. L’Empereur, pour sa part, est décidé à respecter ces transactions et à contribuer autant qu’il est en son pouvoir à leur inaltérable maintien.
La stessa versione viene ripresa, ma in lingua italiana, da Giuseppe La Farina nel libro “Storia d’Italia” – Volume Terzo – pag. 700 – Edito dalla Casa Editrice Italiana di M. Guigoni – Milano – 1863.
Abbiamo riportato anche la lettera successiva alla 610, perché fornisce ulteriori informazioni sul pensiero del Metternich su quanto stiamo analizzando.
Vienna , 2 agosto 1847 .
La posizione in cui trovansi gli Stati che formano la parte centrale della Penisola italiana , fissa senza dubbio l’attenzione della corte di Londra. Essendo oggi di questi Stati agitati da un moto di sovversione , le di cui conseguenze non sono che troppo facili a prevedersi , noi siamo costretti dalla stessa posizione geografica del nostro impero a tenere attentamente rivolti i nostri sguardi sulla via che seguiranno gli avvenimenti in quelle contrade.
L’imperatore ama spiegarsi sui sentimenti che l’animano in questa complicazione , con quella franchezza della quale è solito usare nelle sue relazioni col governo britannico, e desidera conoscere la determinazione di codesto governo su ciò che, agli occhi di S. M. I. può servire di base per influire soprattutto un avvenire.
L’Italia è un’espressione geografica. La penisola italiana è composta di Stati sovrani e mutualmente indipendenti. L’esistenza e la circoscrizione territoriale di quegli Stati sono fondati su principi di diritto pubblico generale, e corroborate dalle transazioni politiche meno soggette a contestazione. L’imperatore, da parte sua, è deciso a rispettare queste transazioni, ed a contribuire per quanto il consentono le sue facoltà, al loro inalterabile mantenimento.
Darete conoscenza, signor conte, del presente dispaccio al primo segretario di Stato, e lo pregherete di spiegarsi sul valore che agli occhi della corte di Londra hanno le guarentigie, sotto le quali, trovasi posto lo stato di possessione dei sovrani che regnano nella Penisola italiana. Nel compiere quest’ incarico procurerete di aggiungere che l’imperatore non saprebbe mettere in dubbio l’accordo che su tale questione dee regnare tra il suo pensiero e quello di S. M. Britannica.
Ricevete , ecc.
Firmato: METTERNICH .
611. Dallo stesso allo stesso.
Vienna,2 agosto 1847
Il precedente dispaccio è simultaneamente da noi diretto alle corti di Parigi, di Berlino e di San Pietroburgo. L’argomento a cui il medesimo si riferisce non tocca un interesse isolato del nostro impero; esso ha il valore d’ un’alta questione europea.
L’ Italia centrale è in preda ad un movimento rivoluzionario , alla direzione dei quali si trovano posti i capi delle sette, che, da anni , han minato gli Stati della Penisola. Sotto la bandiera di riforme amministrative , alla cui introduzione il nuovo sovrano di Roma s’è deciso per un indubitevole sentimento di benevolenza verso il suo popolo, i faziosi paralizzano l’azione legale del potere e cercano di consumare un’opera che, per rispondere alle loro viste sovversive , non potrebbe rimaner circoscritta, nè nei confini dello Stato della chiesa, nè in quelli di alcuno degli Stati, i quali, nel loro complesso, formano la Penisola italiana. Ciò a cui mirano le sette, si è la fusione di questi Stati in un solo corpo politico, o per lo meno in una confederazione di Stati posta sotto la condotta d’un supremo potere centrale. La monarchia italiana non entra ne’ loro piani; astrazion fatta dalle utopie d’un avvanzato radicalismo che le anima, una ragione pratica deve stornarli dall’ idea d’ un’ Italia monarchica; il re possibile per questa monarchia non esiste nè al di qua, nè al di là delle Alpi.
Analizzando i documenti sopra riportati si ipotizza che la frase fu riportata distorta in Italia come ”l’Italia non è altro che un’espressione geografica”, dandole un contenuto spregiativo forse per suscitare odio verso l’Austria. Spesso continua ad essere così riportata, anche da fonti tedesche, per esempio su giornali e riviste che amano sminuire l’Italia, optando per questa versione, ormai consolidata nel tempo.
In merito a questa “vicenda” riscontriamo una curiosità che sa di una rivincita postuma e beffarda. Come è noto, l’Italia ha acquistato il Palais Metternich a Vienna, la residenza nobiliare che fu del Metternich e della sua famiglia. Su questo edificio, sede dell’ambasciata d’Italia in Austria, sventola istituzionalmente il Tricolore italiano. Ironia o contrappasso del destino …
Tuttavia in merito a questa “vexata quaestio” è interessante riportare anche la versione riportata negli atti di un convegno della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo
“… Il 2 agosto 1847 lo statista austriaco Klemens Von Metternich scrisse, in una nota inviata al conte Dietrichstein, la famosa e controversa frase «L’Italia è un’espressione geografica».
Tale frase venne ripresa l’anno successivo dal quotidiano napoletano Il Nazionale, riportandola però in senso dispregiativo: “L’Italia non è che un’espressione geografica”; nel pieno dei Moti del ‘48, i liberali italiani si appropriarono polemicamente di quest’ultima interpretazione utilizzandola, in chiave patriottica per risvegliare il sentimento antiaustriaco negli italiani.
Gli storici sono abbastanza concordi nel riconoscere nell’affermazione di Metternich la constatazione di uno stato di fatto, piuttosto che una connotazione negativa: dal punto di vista politico, infatti, lo statista austriaco notava come l’Italia fosse “composta da Stati sovrani, reciprocamente indipendenti”….”.
Conseguentemente questa “problematica storica” resta ancora aperta e come per tutte gli eventi caratterizzati da permanente incertezza, richiederebbe di trovare da parte degli studiosi un definitivo chiarimento e una riconosciuta condivisione.
E’ quanto sollecitiamo agli storici, anche perché sarebbe di buon auspicio per la soluzione di situazioni analoghe che da troppo tempo sono ancora confinate nel dubbio interpretativo che, perdurando, inevitabilmente alimentano le speculazioni più fantasiose e controproducenti per la storia stessa. (m. b.)
© 2025 CIVICO20NEWS – riproduzione riservata
Scarica in PDF
Personalmente penso che la vexata quaestio dell’espressione geografica del Metternich non abbia spinto più di tanto gli storici a risolvere in quanto sono fermi alla definizione dello Stato di fatto …. Marginalmente linguistico per l’epoca dell’espressione, certamente Stato non di diritto in quanto impossibile pensare al concetto di nazione …. Ognuno aveva la propria nazione dai Savoia al Papa e ai Borboni al Sud con il dialetto come lingua per il popolo . A tal punto che 60 anni dopo del Metternich per l’unità di lingua venivano pubblicati dizionari dal dialetto all’italiano. La semplice espressione geografica metternichiana dovrebbe far pensare anche i Media attuali con sempre più espressioni dialettali , a scapito di Dante e del Manzoni …. Staremo mica tornando ai tempi di Metternich ?
E.C. Ostellino
Grazie interessantissimo. Segnalo il libro di Mascili Migliorini su Metternich