Ultima Regina di Bulgaria, è sepolta ad Assisi
Giovanna Elisabetta Atonia Romana Maria di Savoia, quartogenita del penultimo Re d’Italia Vittorio Emanuele III e della Serva di Dio Elena di Savoia, nasce a Roma il 13 novembre 1907, andrà in sposa a Boris III di Sassonia –Coburgo-Gotha, ultimo Re di Bulgaria.
Coltiva un grande amore per i libri e per la cultura, concepiti come rifugio e strumento della sua formazione umana e cristiana, in vista di un futuro da Regina.
L’educazione ricevuta dalla madre la porta a non separare mai la formazione intellettuale dalla carità, intesa come sentimento di amore e condivisione verso il prossimo.
Nel settembre 1923 è colpita, con la sorella Mafalda, da una grave forma di tifo; le due principesse sono assistite da due suore clarisse e questo contatto conquista alla spiritualità francescana l’anima di Giovanna. Quando i medici la dichiarano in fin di vita, lei fa un voto per la sua guarigione al Patrono d’Italia: per questo motiva si sposa ad Assisi e lì vorrà essere sepolta. L’anno successivo si reca ad Assisi, insieme a Mafalda, in un pellegrinaggio di ringraziamento per la loro guarigione.
Il 25 ottobre 1930 Giovanna e Boris di Bulgaria si uniscono in matrimonio ad Assisi, per sciogliere il vota da lei fatto.
Negli anni a venire, un grande e forte legame d’amicizia unisce Monsignor Angelo Roncalli, futuro Papa Giovanni XXIII, a Giovanna e Boris III. Il prelato, dal 1925 al 1934, è chiamato a ricoprire la carica di visitatore prima e poi di delegato apostolico in Bulgaria, una Nazione a forte maggioranza ortodossa, con una piccola minoranza cattolica. All’appuntamento di congedo da monsignor Roncalli Giovanna profetizza: “Mio marito e io verremo a renderle omaggio in Vaticano quando lei sarà Papa”.
Ventiquattro anni dopo, il 28 ottobre 1958 la fumata bianca consacra l’elezione di Angelo Giuseppe Roncalli. Il successivo 8 novembre Giovanni XXIII riceve in udienza l’ex Regina Giovanna, in un incontro ricco di ricordi, cordialità e commozione: “Santità”, afferma lei, “ecco avverato il mio augurio del 3 gennaio 1935! Come allora assieme a mio marito avevo promesso, eccomi a lei, purtroppo senza il mio Boris, ma con tutti i voti miei e dei miei figli Maria Luisa e Simeone”.
Il tratto dolce del carattere di Giovanna non può far dimenticare la grande forza che l’ha accompagnata nei momenti tragici della vita. Questo elemento della sua personalità emerge in maniera più chiara nel periodo più duro della sua esistenza, dalla morte del marito all’esilio.
Il 28 agosto 1943 Boris III muore in modo misterioso, forse avvelenato, dopo cinque giorni di agonia. Lunedì 23 il Re lascia la famiglia nella residenza montana di Tzarska Bristritza per recarsi a Sofia; saluta la moglie, parla teneramente con i figli, Maria Luisa e Simeone. Giunto nella capitale, verso le 10,30, il Re si mette al lavoro con il capo della cancelleria Groueff ed altri funzionari; alle sette della stessa sera inizia a sentirsi male, si ritira in camera, vomita ed è preso da delirio. Viene avvertito il Principe Cirillo, fratello del Re, che chiama i medici di Corte e il martedì sera si reca dalla sorella, Principessa Eudossia, per avvisarla della malattia di Re Boris e pregarla di andare in preghiera al monastero di Rila (il più importante e popolare luogo di culto di tutta la Bulgaria, intitolato al protettore del Paese, san Giovanni di Rila).
Giovanna non riceve notizie del marito, fino a mercoledì sera, quando le viene detto che il Re è troppo impegnato per rispondere e non si è sentito bene. L’indomani le viene detto che lo Zar (appellativo del Re di Bulgaria) è malato, ma la sua presenza a palazzo non è necessaria. Nel pomeriggio, inattesi, giungono a Tzarska Bristritza uno dei medici di corte e l’ispettore di palazzo, a riferire che il sovrano è peggiorato. Alle 21 Giovanna riceve una telefonata dallo stesso medico che la prega di raggiungere Sofia, perché le condizioni del Re sono gravi; arriva nella capitale alle 22,30 circa: dopo aver ascoltato la diagnosi dei medici, che lascia poco spazio alla speranza, si reca al capezzale del marito. Da quel momento, divide il suo tempo tra la veglia a Boris e una veglia di preghiera fra la Chiesa cattolica e quella ortodossa, per due giorni e tre notti. Infine, alle 16,22 di sabato 28 agosto 1943, la vita di Re Boris si spegne.
Il ruolo dei Reali di Bulgaria nell’Olocausto
Nella storia dell’olocausto ebraico spiccano, per eroismo e testimonianza cristiana, in Bulgaria, le figure di Giovanna e Boris III di Bulgaria, evidenziato dalle motivazioni del conferimento a quest’ultimo, da parte della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti, del titolo di “salvatore degli ebrei bulgari”, conferimento avvenuto il 12 maggio 1994 nelle mani del figlio Simeone, che è stato anche Primo Ministro di Bulgaria. Ad ulteriore testimonianza della gratitudine dell’ebraismo mondiale verso la Casa Reale di Bulgaria, il 23 maggio 1994 la Fondazione nazionale ebraica ha conferito a Boris III, sempre a mani del figlio Simeone, la Legion d’Onore.
Il modo con cui la Regina Giovanna considerava quanto compiuto a favore degli ebrei bulgari è testimoniato dal fatto che non ne farà mai accenno, neppure nelle sue memorie, nemmeno per rispondere alle menzogne della propaganda comunista nei confronti della dinastia.
L’amore che la Regina Giovanna e Re Boris nutrono per il popolo non ha nulla di indistinto e collettivo, ma è vicinanza anche fisica con le persone; non era raro che la coppia reale si recasse a desinare in case di contadini, dando a queste famiglie l’orgoglio di essere commensale dei propri Sovrani.
La fuga dalla Bulgaria, l’inimicizia italiana, l’esilio in Portogallo
In seguito, Giovanna vive anni difficili, nei quali conosce a fondo le asprezze e le atrocità del nazismo e del comunismo. Sarà costretta a lasciare la Bulgaria dopo il referendum in cui si afferma la repubblica sulla monarchia (1).
Il neonato regime comunista bulgaro, sottoposto all’egemonia sovietica, non la agevola in nulla, neppure quando chiede che le sia data la possibilità di portare con sé i suoi ricordi, specialmente la sua biblioteca: le viene risposto che è troppo pesante. Giovanna conobbe anche il rifiuto del governo italiano ad accoglierla nella sua Patria di origine. Con la sua umiltà, raggiunge in Egitto i genitori in esilio, poi troverà rifugio in Spagna.
Dopo il matrimonio del figlio Simeone, lascia la Spagna per andare in Portogallo, dove viveva in esilio l’ex Re Umberto II. La sua casa è vicina a Villa Italia, dove Umberto vivrà 37 anni di esilio prima di morire.
Gli ultimi anni di Giovanna di Savoia
Nel 1993, in occasione dei cinquant’anni della morte di Re Boris, l’ex Regina Giovanna, all’età di ottantasei anni, compie la sua prima visita ufficiale in Bulgaria.
La sua vita si conclude il 26 febbraio 2000, a Estoril. Per sua espressa volontà, verrà sepolta nella cappella funeraria dei Frati Minori Conventuali di San Francesco, sul lato destro della cinta muraria dell’entrata, di recente restaurata.
Note
1.Il referendum bulgaro sulla scelta fra monarchia e repubblica si svolge l’8 settembre 1946, anche allo scopo di convocare una Grande Assemblea Nazionale e redigere una nuova Costituzione. Il risultato darà il 95,6% dei voti a favore della repubblica, con un’affluenza alle urne pari al 91,7% degli aventi diritto.