Accettandola completamente comunque si presenti – parte quinta di cinque
Al termine di questo lungo scambio sull’argomento tentiamo ora di farne un sunto pratico
Prima sintesi:
in riferimento alle cose che ci accadono, malattie presunte o evidenti comprese, occorre occuparsi correttamente di ciò che ci accade, ovvero…non intervenire – direttamente o indirettamente – su ciò che possiamo osservare di buono o cattivo in ciò che ci sta accadendo, lasciando che a intervenire o a suggerirci come comportarci sia un qualcosa che non dobbiamo mettere in discussione, sottoporre ad esame, ma … semplicemente sperimentare, osservandone le implicazioni e conseguenze senza trarne conclusioni!
Consapevoli del peso di questa affermazione, che non ha nulla a che vedere con una accettazione passiva, ma che, anzi, implica una attenzione cosciente allo svolgersi dei fatti, invitiamo coloro che leggono a non usare direttamente questa suggestione senza prima avere preso atto responsabile degli elevati rischi connessi.
Tuttavia, riteniamo che, viste le deviazioni sempre più evidenti dal nòcciolo della questione che le varie suddivisioni e specializzazioni dei fatti, dei contenuti e degli addetti ai lavori operati in seno allo sviluppo evolutivo della tecnica, delle aspettative circa la qualità della vita e del pensiero razionale, non libero ed intelligente, ma generato e condizionato da
fattori il più delle volte completamente sconosciuti anche agli stessi specialisti, hanno fin qui operato, sia necessario che “ognuno torni a prendersi la propria parte di responsabilità” che troppe volte è stata delegata per ignoranza o comodità.
Seconda sintesi:
quello che si cerca di descrivere è “un metodo non ripetibile in modo standard” in quanto nessuno può sapere come applicarlo fino a quando sia necessario farlo, perché al variare delle esigenze del sistema che deve essere riequilibrato non è detto che la stessa azione produca il medesimo effetto e neppure che sintomi simili in soggetti differenti provengano da cause analoghe.
Nessuno può stabilire a priori come intervenire su qualcosa che deve ancora avvenire anche se “apparentemente simile” a quanto avvenuto in precedenti simili circostanze. Parrebbe una modalità completamente casuale e antiscientifica, ma, se si ha la pazienza di osservare più in profondità, si lega alla funzionalità di base del sistema operativo dell’essere vivente che “non è stato ancora diversificato dalle proprie esperienze e convinzioni”. Un po’ come un reset sul punto zero del sistema, come un ritorno a cellule non differenziate per un ricalcolo e/o upgrade del sistema che permetta di riaffidare i compiti ad ogni singola cellula o organo in base ad una ridefinizione aggiornata dell’intero sistema anziché intervenire con “pezze” da applicare qua e là facendo finire, prima o poi, in crash il sistema.
Terza sintesi:
Perché questo “metodo” potrebbe o dovrebbe funzionare ed essere accettato?
Una volta innescata la “partecipazione cosciente” ci si può aiutare con qualsiasi forma di medicina in quanto si sviluppa la fiducia che sia l’intero nostro sistema a scegliere “se e cosa utilizzare di tale aiuto” poiché, anche quando esso sia non perfettamente funzionante o danneggiato, tuttavia risponde sempre e solo ad un ordine primario: sopravvivere ad ogni costo e nonostante tutto fino a che non venga annichilito per evidenti ragioni di non più utile accanimento terapeutico nei confronti di un sistema ormai completamente inutilizzabile ai fini per cui è stato concepito.
Non si può continuare a far pagare a tutti il prezzo della nostra stupidità o irresponsabilità personale, e quindi tocca a ognuno di noi prendersi il carico di rimettere in equilibrio e ristabilire le priorità tra pensieri, desideri ed energia evitando che si concentrino su un solo aspetto, il più delle volte deleterio, facendolo diventare dominante nel sistema.
Quarta sintesi:
La differenza sostanziale di quanto proposto con un effetto “placebo classico” che, il più delle volte, funziona ingannando i meccanismi di risposta del sistema, è dovuta al fatto di “essere coscienti”. La responsabilità che ne consegue attiva i presupposti affinché ogni nuova situazione che si viene a creare sia più reale, pratica, applicabile in ogni singolo individuo;
più individui diventano coscienti più l’intera collettività diventa meno dominabile da fattori non pertinenti;
più la coscienza individuale si prende carico delle proprie possibilità e responsabilità meno si delega alle strutture esterne moltiplicando costi e abbassando il rendimento.
…e per finire
Esiste una sola Verità, la cui esistenza non ha bisogno di nessuna prova, poiché essa stessa è una prova sufficiente per coloro che sono capaci di percepirla.
Per evitare il facile e pericoloso rischio di presunzione e fatale delirio di onnipotenza, nell’esplorazione di questo argomento, ricordiamo a tutti che ogni volta che se ne mette a fuoco una sola parte “essa non è più tutta la verità, niente altro che la verità”!
La verità è Tutto! ….e questi sono solo spunti per iniziare una ricerca!
Fine della quinta ed ultima parte
Schemi e testo
Pietro Cartella
Se l’argomento è di interesse, ogni commento è gradito, e altrettanto la sua condivisione