Le cose si muovono e ce ne parla in modo approfondito il Professor Dario Pasero, illustre esperto di lingua e cultura piemontese.
La buona abitudine delle antologie per così dire “geografiche”, relative cioè non ad una lingua nella sua totalità ma ad un’area geografica delimitata e definita, è ben presente nella cultura italiana e specificamente in quella del Piemonte. Basterebbe pensare alle antologie edite dalla Ca de Studi Piemontèis e riguardanti le province di Alessandria e Vercelli o a quella – curata da Tiziano Passera – relativa alla poesia in piemontese dell’area canavesana o ancora a quella monferrina (Spìrit munfrin; Casale Monf.to 2003).
Nel mese di marzo di quest’anno il benemerito editore Pedrini di Pont St. Martin ha fatto uscire una bella antologia Le vie dei Poeti-Passeggiate in Canavese di poeta in poeta a cura dello studioso calusiese (nonché valente regista ed attore) Davide Motto. Antologia che si propone non solo di presentarci una silloge la più aggiornata possibile dell’attività poetica in Canavese (sia in piemontese che in italiano), ma anche collocarla in modo topografico, seguendo cioè itinerari che percorrono tutto lou dous pais de Canaves, da Chivasso a Ceresole, località che (citando il titolo di una canzone popolare) rappresentano i limiti estremi nord-sud ed ovest-est della diocesi di Ivrea e del Canavese tout-court, ma anche da Cuorgnè a Villareggia e da Carema a Caluso, senza dimenticare le Vaude ed il ciriacese.
Si parte dunque da Ivrea, capitale riconosciuta della sub-regione, e ad essa si ritorna seguendo un percorso che va da est (le sponde del lago di Viverone) a nord (la Serra e la valle della Dora) per poi volgere ad ovest verso l’Alto Canavese (sino a Cuorgnè ed alle vallate più occidentali), scendendo infine, attraverso le Vaude, ai limiti sub-urbani del nord-ovest torinese (Volpiano, Ciriè) per tornare – si diceva – ad Ivrea attraverso Caluso e Strambino. Seguendo quello che è un modello illustre e ben noto a larga parte dei canavesani, cioè l’opera di Antonino Bertolotti Passeggiate nel Canavese (Ivrea; tip. Curbis, 1874), testo più volte citato direttamente nelle pagine dell’antologia, il nostro Autore di ogni località fa precedere alcune notizie storico-artistiche e geografico-antropologiche, per poi inserire di ogni autore (ivi nato o anche solo operante) alcune liriche particolarmente significative.
Un’altra volontà dell’Autore è di fornire ai suoi lettori non un’antologia “di merito”, contenente cioè solo gli scrittori ritenuti più importanti e/o famosi, ma una sorta di antologia “repertoriale”, in cui trovino spazio dunque voci anche molto diverse tra loro: dal poeta universalmente noto (Guido Gozzano o Nino Costa, per il piemontese) all’onesto versificatore di paese, al “dilettante” (nel valore positivo del termine) più o meno valido, che fissa sulla carta pensieri e riflessioni senza grosse pretese né aspettative. A questo proposito possiamo segnalare – a merito dell’Autore – che egli non si limita comunque a proporre i vari poeti corredandoli di qualche lacerto di giudizi critici altrui, ma ci dà anche sue (direi quasi sempre azzeccate) interpretazioni e personali impressioni. Questa scelta “catalogica” ci permette così di venire a conoscenza anche di nomi poco (o per nulla) noti, ma che non per questo demeritano nella repubblica delle lettere (ed il lettore più avveduto saprà ben farsi una sorta di “classifica” di merito sua personale…).
Ancora poche riflessioni per ciò che riguarda le poesie in piemontese. L’Autore ci premette di non aver voluto consapevolmente toccare le varie grafie scelte dai singoli poeti rivedendole secondo le regole della grafia normalizzata: scelta plausibile, ma – almeno da parte nostra – non condivisibile, dato che essa nel lettore medio, e in genere poco provveduto, genera in primis una notevole confusione, e poi – cosa ben più grave – tende a confermare la (falsa) convinzione che il piemontese si possa scrivere senza regole ben precise e fissate, “ciascuno a suo modo” insomma (per non dire capriccio…). Lodevole poi lo sforzo di definire il piemontese quasi sempre come “lingua”, anche se il termine “dialetto” fa ancora capolino per indicare non tanto le varianti locali del piemontese (cosa che avrebbe una sua ragione logica) quanto proprio la nostra lingua regionale. Insomma la buona volontà c’è: bisogna forse ancora chiarirsi meglio le idee relative al piemontese ed alla sua letteratura, ma il nostro Autore è persona intelligente e “docile”, nel suo più profondo valore etimologico, per cui siamo certi che si muoverà con sempre maggior sicurezza anche su questa strada.
Uno dei più antichi editori italiani (Carabba di Lanciano, in provincia dell’Aquila), nella sua collana “Divagazioni”, curata dal nostro conterraneo Giovanni Tesio, se non il più grande certo uno dei maggiori conoscitori delle letterature dialettali della penisola, ha fatto uscire un bel volume, di non moltissime pagine ma ricchissimo nei contenuti, che ci offre una scelta antologica dei migliori poeti contemporanei in piemontese. Questo libro segue un altro, a lui simile, dedicato ai poeti siciliani: un bel segno che ci fa capire che qualcuno, nel panorama editoriale italiano, crede ancora all’attuale sviluppo delle diverse letterature regionali d’Italia.
L’opera è curata da due validi poeti e studiosi della nostra lingua e letteratura, cioè Remigio Bertolino e Nicola Duberti e comprende le voci di 20 autori, tutti viventi, della scena poetica piemontese di oggi. Due note introduttive, in italiano visto che il libro non è solo destinato al mercato editoriale piemontese, ma a quello nazionale, presentano l’opera: una Nota critica di Remigio Bertolino ed una Nota linguistica di Nicola Duberti, che sono presenti nel volume (e ci mancherebbe…) anche come ottimi poeti.
In questa antologia gli autori presentati (i migliori della scena piemontese di oggi) sono – come già detto – un totale di 20, partendo dal meno giovane (Elisa Revelli Tomatis) per arrivare al meno anziano (Nicola Duberti), in rappresentanza di quasi tutte le varianti locali della nostra lingua (mancano solamente il biellese ed il valsesiano), con una rappresentanza più ampia della Provincia Granda (Mondovì-Langhe e Saluzzo-Cuneo), per passare alla koinè regionale (poco mi piace – anche se sarebbe ragionevole – chiamarla “torinese”) e giungere al vercellese, al novarese ed all’alessandrino.
Aggiungiamo, per concludere, che questi due volumi (il secondo più del primo solamente perché dedicato esclusivamente al piemontese) danno inizio ad una striscia di alcuni testi dedicati alla nostra letteratura: un segno che l’interesse per le nostre lettere è ancora vivo, certamente; per quanto si possa anche vedere il rovescio della medaglia e pensare che talora un interesse forte arrivi proprio quando certe esperienze vengano “storicizzate” o peggio “museificate” (come asseriva Clivio), cosa che è poi l’anticamera della fine… Noi vogliamo tuttavia pensare con ottimismo alla nostra cultura e ricordiamo quindi che ancora nel 2024 dovrà uscire un’altra opera importante: quella, a cura della Ca dë Studi Piemontèis di Torino, che completerà l’iniziativa, avviata all’inizio di questo secolo grazie al lavoro di Clivio e di altri studiosi, dedicata alla nostra letteratura dalle origini (sec. XIII) a tutto l’Ottocento; tale opera verrà appunto completata col volume (o i volumi…) contenente i poeti del Novecento e dei primi vent’anni del Duemila, nel quale si troverà una scelta degli autori più importanti che abbiano illustrato la nostra letteratura contemporanea.
Non mancheremo di renderne conto non appena tale opera vedrà la luce.
Motto, Le vie dei Poeti-Passeggiate in Canavese di poeta in poeta; Pont St. Martin (Ed. Pedrini) 2024; pp, 266; euro 18,00
Nonostante il crepuscolo-Voci contemporanee della poesia in Piemontese (a cura di R. Bertolino e N. Duberti); Lanciano (Carabba), 2023; pp. 186; euro 16,50
Dario Pasero è nato a Torino nel 1952. Laureato in Filologia Classica presso la Facoltà di Lettere dell’Università di Torino, fino al 2015 è stato docente di ruolo di Italiano e Latino al Liceo Classico “C. Botta” di Ivrea. Collabora con la Regione Piemonte per i corsi di lingua e letteratura piemontese.
Dai primi anni Ottanta del secolo scorso ha iniziato la sua attività di scrittore (sia in prosa che in poesia) in lingua piemontese: sue composizioni sono state pubblicate su varie riviste specializzate in Piemonte e altrove.