Gli adulti non capiscono ciò che i bambini insegnano in modo troppo semplice.
Il bello dei bambini è che fanno cose fantastiche e poi interagiscono con esse in una dimensione in cui non esiste distinzione tra reale, immaginario, provato o impossibile.
Parlano con un amico invisibile che vedono solo loro e vedono ancora cose che noi adulti non riusciamo neppure più a immaginare possibili.
Non si curano di essere presi per pazzi se affermano cose che sono vere solo per loro.
Nessuno poi si rende conto se, dopo un certo tempo, le cose che hanno detto, non importa come, si realizzano.
Così mi son chiesto: se fossi ancora un bambino (ma disponendo delle informazioni di cui dispongo fino ad ora, senza escludere quelle ritenute troppo infantili) come penserei di potermi spostare per grandi distanze nello spazio senza bisogno di mezzi esterni?
Ed ecco la semplice risposta.
Ammesso che …
il nostro essere sia un agglomerato di molteplici parti, e che esse siano tenute insieme in una certa relazione dalla forza di coesione della materia intorno ad un punto centrale, convenzionalmente chiamato baricentro,
allora, …
potendo diminuire proporzionalmente la forza di coesione tra le parti, esse possono allontanarsi le une dalle altre mantenendo inalterate le relazioni reciproche e quindi le proprie caratteristiche, di fatto espandendosi nello spazio,
identificato
un altro baricentro interno allo spazio espanso intorno al quale aggregare nuovamente le parti nella medesima relazione iniziale, trasferendovele,
ritroveremo
in tale nuovo luogo esattamente lo stesso essere iniziale.
Provare per credere: ecco come fare!
Prendete un palloncino gonfiabile e gonfiatelo fino a farlo diventare circa 10 centimetri di diametro.
Tenetelo nella coppa della vostra mano sinistra.
Ora continuate a gonfiarlo fino alla sua massima possibilità, senza farlo scoppiare.
Poi prendetelo nella coppa della vostra mano destra e quindi lasciate la presa della mano sinistra.
Sgonfiatelo fino alla dimensione iniziale.
Come potete osservare il palloncino, inizialmente posizionato nella vostra mano sinistra si trova ora in quella destra, esattamente nelle stesse dimensioni iniziali, cioè……
Si potrebbe obiettare che per eseguire l’esperimento si è dovuta soffiare altra aria all’interno del palloncino e quindi non è detto che, dopo averlo parzialmente sgonfiato, dentro di esso sia rimasta esattamente la stessa aria iniziale.
Questa modalità serve solo per facilitare la comprensione del principio su cui si basa l’idea!
Perché l’esperimento sia corretto, e quindi l’aria interna rimanga la stessa, occorre procedere senza insufflarne altra, ma riducendo la pressione di quella esterna, in modo che la pressione esercitata dall’aria interna possa espandere il palloncino.
È quello che avviene normalmente quando un palloncino gonfiato con un gas più leggero dell’aria viene lasciato libero di salire in cielo. Man mano che sale, a causa della crescente differenza tra pressione interna, che cresce, ed esterna, che diminuisce, il palloncino si gonfia fino ad esplodere.
Ma se invece, avendolo trattenuto con un lungo filo, prima di lasciarlo esplodere, lo riportassimo a terra in un qualsiasi punto in cui vi sia un rapporto tra pressione esterna ed interna uguale a quello di partenza, lo ritroveremmo esattamente nelle condizioni iniziali.
Per analogia potremo dire che se cambia la “pressione” a cui la coscienza di un essere umano è sottoposta dai preconcetti, abitudini e aspettative, essa può espandersi all’infinito e riconcentrarsi in un qualsiasi altro luogo o situazione ogni qualvolta sia necessario, anche solo per poter “osservare le cose da un altro punto di vista”.
Oppure si potrà permettere che la coscienza possa semplicemente espandersi fino al punto in cui, “quando il palloncino scoppia”, essa possa ritornare al Tutto, ovvero l’aria interna torni nuovamente ad integrarsi in quella circostante. In questa condizione la coscienza individuale sarà permeata nella coscienza del Tutto e l’osservazione potrà avvenire contemporaneamente da ogni punto di vista, ovvero integralmente, senza distinzioni.
Questo esperimento, sebbene alla portata di qualsiasi essere umano, non interessa nessuno, tranne qualche insignificante “eretico”, che difficilmente ne posterà l’esperienza su qualche social.
Tuttavia “chi cerca trova, ma chi prova crede”.
Schema e testo
Pietro Cartella
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