Presentata al Polo del Novecento la nuova edizione della rassegna cinematografica dedicata al mondo del lavoro
Mercoledì 11 settembre si è tenuta la conferenza stampa del Job Film Days al Polo del Novecento a Torino.
Annalisa Lantermo, presidente dell’associazione Job Film Days ETS e direttrice del festival, ha presentato il programma, preceduta dal saluto di numerose istituzioni e associazioni che collaborano con il festival, compresa la vicesindaca del comune di Torino Michela Favaro.
In particolare, si è parlato dell’importanza riguardante la sicurezza sul lavoro e del fatto che nel 2023 ogni giorno sono morte circa tre persone durante il proprio turno lavorativo e che dall’inizio del 2024 a oggi c’è stato un aumento di circa il 20% di morti.
Durante l’incontro sono stati mostrati due trailer: il primo riguardo il concorso dei lungometraggi premio Lavoro 2024 JFD – Inail Piemonte, mentre il secondo sui cortometraggi premio Job for the future JFD – Camera di Commercio di Torino che saranno proiettati al Cinema Massimo dal 1° al 6 ottobre durate il festival. All’interno della giuria ci saranno Antonietta De Lillo come presidente del concorso per i lungometraggi, mentre Rossella Schillaci sarà incaricata nello stesso ruolo per i cortometraggi.
Antonietta De Lillo, ha da poco diretto e recitato nel film L’occhio della gallina, un autoritratto sotto le spoglie di un documentario. Precedentemente ha vinto vari premi tra cui David di Donatello, Nastri d’Argento, Ciak d’Oro e premio Fedic.
I film di Rossella Schillaci, sono stati premiati in vari festival tra i più importanti Rai film festival, Mostra del cinema di Venezia e Torino Film Festival. Il film Les enfants en prison che è stato coprodotto dalla Francia, trasmesso dalla loro tv e ha vinto l’Etoile de la Scam, ovvero il premio che viene consegnato ai migliori film documentari trasmessi nel loro paese.
I film che partecipano arrivano sia dall’Europa sia dall’America, affrontano temi molto vari, ma hanno una cosa in comune, ovvero che ogni film parla di lavoratori.
Per gli Stati Uniti gareggiano i lungometraggi King Coal di Elaine McMillion Sheldon in cui sentiamo la voce della regista che racconta la vita dei minatori e il mediometraggio Viable di Ben Feldman che ci mostra due venticinquenni che fanno un esperimento lungo 30 giorni per capire se il social Tik Tok è un buon investimento e se riusciranno a pagare l’affitto della villa che hanno affittato con solo il ricavato del mese.
L’Argentina assieme al Portogallo e al Venezuela partecipano con il lungometraggio Riders. El repartidor está en camino di Martín Rejtman, che racconta della vita dei rider che non si fermano mai in Argentina durante la pandemia e di due fratelli appena arrivati nel paese.
La Serbia con la Slovenia collaborano nel lungometraggio Bottlemen di Nemanja Vojinović, vincitore per miglior documentario al festival di Sarajevo che segue una comunità che cerca bottiglie di plastica tra le montagne di spazzatura per riciclarle.
La Spagna porta il lungometraggio Aamelat. Jornaleras de la guerra di Eva Parey che mostra un gruppo di donne che dopo essere scappate dalla Siria riesce a trovare rifugio in Libano. I due cortometraggi sono Contadores di Irati Gorostidi Agirretxe, in cui seguiamo un movimento operaio nel 1978, e La noche dentro di Antonio Cuesta, in cui una giovane infermiera si risveglia dopo essere stata aggredita e viene accusata di aver ucciso un bambino con un farmaco.
Per la Germania partecipa il cortometraggio Cryptid di Amina Krami in cui la responsabile di una crypto-startup in cerca di finanziamenti si rivolge a un fondo pseudo-spirituale.
Per l’Estonia il cortometraggio Essential worker di Areeba Naveed, in cui una migrante messicana racconta alla madre al telefono del suo lavoro, ma la realtà è un po’ differente.
Per la Grecia partecipano i cortometraggi Aerolin di Alexis Koukias-Pantellis, in cui seguiamo le vicende di un’attrice che soffre di asma all’interno della sua delirante routine in cui deve riuscire a trovare del tempo per il suo ragazzo, e Via delle Rose 36 prodotto assieme all’Italia di Kristian Xipolias, in cui una donna quando riceve una notifica che promuove un corso motivazionale decide di licenziarsi e ricominciare la sua vita da capo assieme a quella della figlia.
Per l’Italia oltre al film in collaborazione con la Grecia ci sono i cortometraggi La vita magra di Francesca Giuffrida, in cui una madre trentenne a Torino vende cure dimagranti porta a porta dando alla figlia il brutto vizio di mentire, e Reem Al Shammary – The Bedouin Boxeur di Mattia Ramberti, in cui una ragazza cresciuta in una comunità beduina dopo essersi trasferita ad Amman con la famiglia decide di iniziare a praticare la boxe in vista delle Olimpiadi di Tokyo.
Infine la Francia porta i due lungometraggi A shepherd. Un pasteur di Louis Hanquet che ha vinto il premio Genziana d’oro come miglior film al festival di Trento 2024, in cui un ragazzo accudisce il suo gregge nelle Alpi francesi, e Château rouge di Hélène Milano che è stato presentato al festival di Cannes 2024, che si svolge in un liceo frequentato da ragazzi irrequieti e mostra le loro problematiche quotidiane.
I quattro cortometraggi sono Alarms di Nicolas Panay, dove possiamo seguire il supervisore di un cantiere, La troisième dimension de l’impact di Valentin Devriès, che racconta di un seminario organizzato da un’azienda per i suoi dipendenti, Les meteos d’Antoine di Julet Follet, in cui un giovane agricoltore insieme a un suo amico risolleva l’azienda agricola dei genitori e in collaborazione con la Svezia The Ballad di Christofer Nilsson, in cui un fattorino stanco del comportamento dei clienti ricchi decide di ribellarsi.
Il 2 ottobre alle 21 al Cinema Massimo sarà proiettato il documentario del 2008 Morire di lavoro del regista Daniele Segre, purtroppo mancato il 4 febbraio scorso.
Il 27 settembre al Polo del Novecento si terrà l’inaugurazione della mostra di Raffaele Montepaone Intimate worldskills; lo stesso Montepaone ha dichiarato che il suo intento è quello di cercare di trasmettere le emozioni dei ragazzi attraverso le foto in bianco e nero per non distrarre con i colori l’osservatore.
Durante il festival all’interno del Cinema Massimo sarà possibile ammirare 15 lavori di Mara Cerri, compresi 13 disegni realizzati per la storica Rivista del Cinematografo.
Tra le iniziative c’è la proiezione delle prime due puntate di Otto ore non sono un giorno, film di Rainer Werner Fassbinder realizzato tra il 1972-1973 per la televisione che inizialmente doveva avere otto puntate, ma di cui ne sono state realizzate solo cinque.
Il programma con tutti gli appuntamenti è disponibile sul sito: https://www.jobfilmdays.org/
Ilaria Tasso
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