Il Parà Roberto Vannacci “non depone le armi” e zittisce i giornalisti ideologici di “La7”.
Di solito in estate la dialettica politica si placa un poco ma quest’anno, nonostante le temperature proibitive, non ci sono rallentamenti in vista.
La Sinistra – composta da “Partito Democratico”, “+Europa”, “Alleanza Verdi Sinistra”, “Azione”, “Italia Viva” – continua a cercare ogni pretesto per attaccare il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, “Fratelli d’Italia”, e il suo Esecutivo.
La vittoria della Destra, tanto a Roma quanto a Bruxelles, non vien proprio digerita dalla Sinistra nostrana. Soprattutto, dalle parti del “Nazareno”, l’odio e il livore sono rivolti al Generale di Divisione Roberto Vannacci, già comandante della Brigata Paracadutisti “Folgore”, ed attuale Europarlamentare indipendente della “Lega”.
Il Generale Vannacci, nonostante tutto, tira dritto e non si fa intimorire dai vergognosi e pretestuosi attacchi della Sinistra italiana che – se avesse un briciolo di etica politica – farebbe autocritica rispetto alle candidature di Aboubakar Soumahoro, Mimmo Lucano e Ilaria Salis.
Roberto Vannacci, altissimo Ufficiale e uomo tutto d’un pezzo, dibattendo con gli ideologici giornalisti de “La7”, televisione di proprietà di Urbano Cairo, torna a parlare del termine “Camerata” che gli viene continuamente contestato in quanto “inneggiante al Fascismo”.
Durante un grottesco siparietto posto in essere dai cronisti di “La7” Vannacci ribatte: “Se io dico “Me ne frego” divento un fascista. Se io dico “Camerata” divento un fascista. Sbagliato perché non centra assolutamente nulla. Siete voi che fate degli accostamenti sbagliati. Ecco perché essere definito fascista è sbagliato”.
Roberto Vannacci non indietreggia di un centimetro ma, anzi, continua ad essere orgoglioso di utilizzare il termine “Camerata” che, secondo il Dizionario “Oxford Languages” significa “Compagno di studio, di lavoro, di giochi, di partito” oltreché – come chi ha fatto il servizio militare sa bene – “Commilitone”.
Gli ideologici di Sinistra, però, non ci stanno e continuano: “Non bisogna vergognarsi dei nostri nonni. I nostri nonni sono anche Fascisti”. E quindi? Se uno ha avuto un nonno che ha servito l’Italia tra le fila del Duce, ha avuto la tessera del Partito Nazionale Fascista, ha aderito alla Repubblica Sociale Italiana, lo deve depennare dall’albero genealogico?
Il livello del giornalismo di Sinistra è imbarazzante. Ma anche qui l’Onorevole Vannacci risponde a tono: “Mio nonno ha partecipato all’impresa di Fiume e ne ho un grandissimo rispetto. Ha combattuto per la propria Patria e per i propri ideali, perché lo dovrei rinnegare?”.
La giornalista di “La7” continua ad incalzare il Generale Vannacci dicendo: “Nessuno va fiero di chi ha dovuto piegarsi al Fascismo, durante il Ventennio, sia pure per lavorare. Lei va fiero del Ventennio”.
A sentire certe affermazioni viene davvero lo sgomento sul livello di preparazione culturale che possiedono certe persone. Come si può chiedere ad un nipote di rinnegare suo nonno, dicendo magari che era “un manigoldo” solo perché fedele a Benito Mussolini?
Fare i processi alla storia è ciò che di più sbagliato vi può essere. Troppo facile parlare di ciò che è successo ottant’anni fa con le conoscenze, le competenze e le informazioni che si hanno oggi.
Evidentemente Mussolini – avesse avuto le conoscenze tecniche, scientifiche, geopolitiche che possediamo oggi – qualche scelta l’avrebbe fatta in modo differente.
Ma, è bene ripeterlo, la storia non si giudica; la storia si studia, si analizza, si interiorizza, al fine di non ripetere eventuali errori commessi nel passato.
Proprio per questo, il Generale Vannacci chiosa: “La storia va contestualizzata nel momento in cui si è svolta. E’ inutile che lei cerca di giudicare, con i parametri di oggi, ciò che si è svolto cento anni fa. La storia non accetta giudizi morali. La storia non dice chi è bravo e chi è cattivo. La storia racconta i fatti”.
I giornalisti di “La7”, a questo punto, si sono trovati profondamente in difficoltà e, “messi alle corde” dall’intrepido Generale, iniziano un balbettio incommentabile.
Tantissimi nostri lettori, affezionati a “Civico 20 News” e al suo piglio schietto e non costruito, spesso ci esprimono soddisfazione per come il Generale Vannacci ha portato nei palazzi della tecnocrazia di Bruxelles un po’ di quell’amor patrio che non si vedeva da molto, moltissimo tempo.
Qualcuno – tra quelli con i capelli un po’ grigi – ha anche azzardato un paragone interessante: “non si vedeva una tale baldanza italica da quando Bettino Craxi e Giovanni Spadolini sfidarono gli Stati Uniti d’America, nella lunga notte di Sigonella”.
Il paragone forse è un po’ forte ed iperbolico ma, va detto, il Generale Vannacci sta mantenendo le promesse fatte agli elettori e non smette, neppure per un momento, di portare nel cuore quel Tricolore che ha servito con fedeltà e onore per 37 anni nell’Esercito Italiano.
I giornalisti vicini alla Sinistra se ne facciano una ragione perché Vannacci, in cuor suo, continua a guardarli con sufficienza, e ad esultare il magnifico motto, composto da Gabriele D’Annunzio per i Legionari Fiumani, “Me ne frego!”.
Un tempo ci avevano fatto credere di essere i detentori della cultura! Menomale che ci stiamo svegliando! Questi di sinistra sono i detentori DEL NULLA! Basta gridare al fascismo ed è tutto, basta osannare il mondo lgbtq +54 altri sessi ed è giusto; basta piazzare i loro rappresentanti delinquenti e si sentono forti. Ma chi glielo dice che NON SONO NESSUNO!? Che non hanno un’ideale al mondo?
Assolutamente d’accordo con Vannacci
Ma questi sinistrosi avranno avuto i nonni? E questi nonni dov’erano e cosa facevano nel ventennio? Inoltre, tutti questi sinistrosi hanno vissuto nel ventennio? No. Allora, come fanno a criticare gli altri che la pensano diversamente? Non hanno altro da fare e da dire?
Di generale Vannacci ce ne vorrebbero tanti nel nostro sistema politico. Purtroppo, ci sono tanti inutili personaggi.