Ennesima aggressione alla Polizia Penitenziaria. La politica da che parte sta?
Da giorni “Partito Democratico” e “+Europa” stanno alzando il tono sulla situazione delle carceri italiane e dicendo che il Governo Italiano non si occupa dei detenuti ma li ammassa all’interno di strutture piccole e fatiscenti.
Peccato, però, che nessuno dica che i detenuti sono in carcere per aver commesso reati e, soprattutto, non sono le vittime del sistema ma i carnefici.
Noi di “Civico 20 News” ci occupiamo del tema carceri da moltissimo tempo e, oggi, in controtendenza, parliamo della grave aggressione perpetrata da un detenuto ai danni di un Ispettore della Polizia Penitenziaria nella Casa di Reclusione di Sant’Angelo dei Lombardi (Avellino).
Il Segretario campano del Sindacato di Polizia Penitenziaria SAPPE, Tiziana Guacci, fa sapere che “un detenuto che già qualche mese fa si era reso autore di un’altra aggressione” ha chiesto di fare una telefonata. Non aveva titolo né diritto per farla e, dunque, in modo del tutto legittimo, l’Ispettore della Polizia Penitenziaria in turno gliel’ha negata.
Il detenuto non ha accettato il diniego alla sua richiesta e ha aggredito l’Ispettore, ferendolo alla testa.
Questo fatto è molto grave soprattutto se si considera che le norme del Ministero della Giustizia e del Dipartimento per l’Amministrazione Penitenziaria prevedono “l’immediato trasferimento, in altre strutture, dei detenuti che si rendono protagonisti di aggressioni e comportamento contrari all’ordine ed alla sicurezza”.
Questo, com’è evidente, non è avvenuto. In Italia pare quasi che la vita e la salute del personale di Polizia Penitenziaria non debbano essere tutelate. Nel nostro Paese, per colpa di decenni di retorica radicale, i diritti dei detenuti vengono prima di qualsiasi altra cosa.
Molto chiaro ed incisivo – com’è nel suo stile – l’intervento del Segretario Generale del SAPPE, Donato Capece, che, senza mezzi termini, ha tuonato: “Non possiamo che dirci indignati di fronte a una amministrazione che tentenna sul trasferimento dei detenuti violenti da un istituto all’altro e riversa sulla Polizia Penitenziaria tutto il peso della sua inefficienza”.
Parole sacrosante che trovano il favore di migliaia di italiani stufi di mantenere in carcere orde di delinquenti che nessuna intenzione hanno di rimettersi in pari con la società. Ad oggi per i carcerati vi sono i Garanti per i Diritti dei Detenuti, gli Assistenti Sociali, gli Psicologi, gli Educatori, i Cappellani, … mancano solo il circo e il luna park.
Bisogna che il Parlamentari rispondano ad una domanda seria e concreta posta da Donato Capece: “Quanti lividi, escoriazioni, offese e insulti dovremo ancora vedere tra le fila della Polizia Penitenziaria prima di poter raccontare di interventi concreti?”.
Questa domanda andrebbe fatta soprattutto al numero uno di “Forza Italia”, Antonio Tajani, che in questi giorni ha deciso di “farsela con i Radicali”, mettendo ancora una volta in imbarazzo il Governo che, a differenza sua, sui detenuti ha un’idea ben chiara: chi sbaglia paga!
Il personale della Polizia Penitenziaria sta facendo tutto il possibile – e talvolta l’impossibile – per far funzionare il sistema e far proseguire l’attività all’interno degli Istituti di Detenzione.
Lo sta facendo anche se l’Italia si ostina a non espellere i detenuti stranieri – un terzo della popolazione carceraria – che creano problemi e che sono i più facinorosi e violenti all’interno dei penitenziari.
Ecco perché dal SAPPE insistono: “La situazione resta allarmante, anche se gli uomini e le donne della Polizia Penitenziaria garantiscono ordine e sicurezza pur a fronte di condizioni di lavoro particolarmente stressanti e gravose”.
Ciò che lascia perplessi gli elettori del Governo Meloni è la posizione di Antonio Tajani che, dinanzi ad una situazione gravissima per la Polizia Penitenziaria, fa comunella con “Radicali Italiani” il cui tesoriere, Filippo Blengino, ha presentato una denuncia contro il Ministro della Giustizia Carlo Nordio, presso la Procura della Repubblica di Roma, accusandolo di tortura nei confronti dei detenuti.
Secondo Blengino, soggetto ideologico molto noto nel panorama politico cuneese, “I detenuti subiscono una vera e propria tortura”.
La domanda che sorge in milioni di italiani è: “Forza Italia da che parte sta?”. La base del partito è concorde con Tajani e con la sua virata in area radicale oppure no?
Ci riserviamo di tornare sul tema.