
Giulia Marro continua la sua peregrinatio tra le carceri del Piemonte. La situazione resta pressoché stabile con qualche miglioramento in vista.
Al Consiglio Regionale del Piemonte, l’eletta di “Alleanza Verde Sinistra”, Giulia Marro, sta portando avanti un lavoro finalizzato a migliorare le condizioni dei detenuti e degli Agenti di Polizia Penitenziaria.
Nei giorni scorsi il Consigliere Marro ci faceva sapere di aver “visitato la Casa Circondariale di Cuneo” e di essersi reso conto che “la situazione resta complessa, ma con qualche segnale di speranza rispetto alla fine del 2024”.
A differenza della visione miope e “detenutocentrica” di “Radicali Italiani”, quella di Giulia Marro è più simile alla realtà.
Dalla giovane appartenente al Consiglio Regionale del Piemonte, infatti, si sente dire che: “gli Agenti continuano a lavorare in condizioni difficili: organico ridotto, turni estenuanti, nessun supporto psicologico”.
Parole importanti che denotano come in carcere la sofferenza sia sì per i detenuti – che però sono in tale condizione per loro scelta – ma soprattutto per il personale della Polizia Penitenziaria che invece si trova lì a rappresentare l’azione coercitiva dello Stato.
Giulia Marro, cresciuta tra le fila di “Possibile”, formatasi nell’ambito dell’Antropologia, con esperienza di operatrice della salute presso “Medici Senza Frontiere”, ha notato come, rispetto alla sua precedente visita, all’interno della Casa Circondariale di Cuneo vi sia “un clima più disteso, anche tra agenti e detenuti, e prosegue l’attività di panificazione, offrendo un’opportunità di lavoro a chi sconta la pena”.

Il Governo Meloni, da quando si è insediato, grazie all’alacre lavoro di Matteo Piantedosi e Carlo Nordio, rispettivamente ministri dell’Interno e della Giustizia, sta facendo un grande lavoro per aumentare la sicurezza nel Paese, detenere un maggior numero di delinquenti nelle carceri e rendere queste ultime più in linea con lo standard europeo.
Purtroppo l’Italia si trova a dover fare i conti con carceri piene, vetuste e sovraffollate.
Tutto questo è frutto di anni di lassismo dei Governi di Centrosinistra che, anziché costruire nuove carceri per accogliere quanti più detenuti possibile, hanno dato vita a politiche di indulto, pena sospesa, pene alternative, ecc…
In un Paese nel quale l’emiciclo sinistro del Parlamento spinge per aumentare le misure alternative al carcere questo non può che essere l’epilogo.

Non si può che concordare con il Consigliere Marro quando dice che “la struttura è vecchia e degradata: due sezioni del reparto Gesso sono fatiscenti e ancora senza videosorveglianza (a seguito delle rivolte), mentre le condizioni del reparto isolamento e nuovi giunti restano critiche, con detenuti psichiatrici senza assistenza adeguata”.
Il tema dei “detenuti psichiatrici” richiederebbe pagine di analisi perché ormai è prassi che gli avvocati difensori facciano passare i loro assistiti per “incapaci di intendere e di volere”, “infermi mentali”, “schizofrenici”, “paranoidi”, …
I processi, da qualche anno a questa parte, sembrano più delle palestre per specializzandi in psichiatria che dei luoghi di valutazione e repressione del reato.
Tantissimi italiani vorrebbero un carcere più severo e duro.
Molti di essi sposano appieno le parole del Sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro, “Fratelli d’Italia”, che ha detto come si debba “far sapere ai cittadini chi sta dietro quel vetro oscurato, come noi sappiamo trattare con chi sta dietro quel vetro oscurato, come noi incalziamo chi sta dietro quel vetro oscurato, come noi non lasciamo respirare chi sta dietro quel vetro oscurato”, facendo riferimento al blindo che traduce i detenuti.

La Sinistra si indignò non poco per queste dichiarazioni del Sottosegretario Delmastro ma, va detto, gli italiani sono stufi di sentire di Agenti della Polizia Penitenziaria brutalmente aggrediti da gente che è in carcere, sulle spalle dei contribuenti, e che, nonostante la detenzione, fa alto e basso quel che vuole.
Le carceri non bastano? Se ne costruiscano di nuove.
La soluzione non è – e non può essere – quella di depenalizzare i reati, trovare strutture alternative al carcere o far passare tutti i criminali più violenti per psichiatrici, al fine di evitarne la detenzione.
Chi sbaglia deve pagare.
Se poi, in qualche caso, vi sono dei rei che hanno patologie psichiatriche, si deve pensare alla riapertura di strutture per internare quanti hanno problemi di salute mentale e possono nuocere agli altri, oltreché a se stessi.
Il tema è complesso, cavilloso ed articolato. Il Governo Meloni ha ancora un biennio dinanzi.
La speranza è che il Ministro Nordio riesca a normare, delineare e stabilire regole di detenzione certa per quanti sono affetti da patologie psichiatriche, magari in un nuovo modello dei tanto vituperati “Ospedali Psichiatrici Giudiziari”.
Concordo sul concetto che “ chi sbaglia deve pagare “, ma purtroppo sappiamo quanto la sinistra insista con l’idea delle soluzioni alternative alla detenzione. Questa idea è discordante con il concetto di partenza, ma a sinistra se ne fregano perché, per attirare voti, libererebbero pure Jack lo Squartatore. È comprensibile l’dea della durezza del carcere, ma questa durezza deve essere un deterrente contro i crimini; se si indulge troppo, si crea semplicemente la situazione di oggi, quando rischia di andare sotto processo il carabiniere e di essere difeso e assolto il criminale. Poi sui criminali immigrati la soluzione intelligente sarebbe di rimandarli a casa loro;il caso Rami ci insegna : hanno cercato in tutti i modi di accusare i carabinieri quando a chiunque di noi che abbiamo visto le registrazioni appariva palese che la colpa fosse dell’amico senza patente che aveva rubato la moto e che andava a forte velocità; la gazzella non ha speronato la moto e provocato la morte del ragazzo, ma tutti giuravano che fosse colpa dei carabinieri, i quali invece sono stati corretti e gentili; non commento le parole di Sala per educazione. Morale: per politica, per un voto oggi ci si vende l’anima
ufficio stampa governo meloni, firmavi così, facevi prima.